Nadia
Quella dannata sensazione di bruciore agli occhi. Non la sopportavo più, quasi mi faceva rimpiangere il periodo di fuga da Corvus quando avevo imparato a controllarla. Pensavo di poter facilmente superare quello che era successo la sera della festa, ma non era così. Mi stava divorando il cuore senza che potessi fare nulla. Ricacciai indietro le lacrime, mentre correvo verso casa. Senza accorgermi qualcosa si parò davanti a me e io ci scontrai malamente contro, cadendo per terra.
“Columba?”
Alzai lo sguardo. No, lui adesso no.
“Stavo giusto venendo a trovarti a casa. Va tutto bene?”
“Io...”
Sospirò. “Che cosa ha fatto stavolta?”
Era assurda la sua capacità di leggermi nel pensiero, avesse avuto i miei poteri avrei potuto capire, ma così... Come un flash nella mia testa comparvero alcuni attimi della sera prima.
“Tu! Come ti sei permesso di mandare degli scagnozzi per dare una lezione a Loki? Cosa pensavi di risolvere eh? Guarda che i miei sentimenti non si conquistano così!”
Mi guardò confuso.
“Okey che ti amo e tengo a te, ma non arriverei mai a tanto. Te lo posso giurare.”
Me lo disse con una tale dolcezza che facevo fatica a credere che fosse una bugia. Quindi se non era stato lui Loki aveva altri nemici? Chi? Che fosse stata Cetus?
“Scusa se ti ho accusato, ma sembrava la cosa più ovvia.” Cercai di giustificarmi.
“Non ti preoccupare, poteva benissimo darsi. Hai voglia di raccontarmi cosa è successo? Prometto che non mi arrabbierò.”
Gli sorrisi, era così gentile. Mi accompagnò fino alla soglia, e lo invitai a salire. Si accomodò sul divano super spazioso che aveva appena comprato Fenix, mentre io andai a preparare del te caldo.
Ritornata gliene ofrii una tazza fumante.
“Dai, forza, non ti devi tenere tutto dentro.”
Userei un eufemismo se dicessi di essere esplosa totalmente. Gli raccontai tutto, dalla sera della festa in piazza, allo scontro con i malviventi, alla figlia di Cetus. La mia voce era spezzata dai singhiozzi, e più parlavo, più mi sentivo in colpa. Avrei dovuto confidarmi con lui? Mi lasciò finire e prese la parola.
“E quindi adesso che cosa hai intenzione di fare?”
Non era arrabbiato? In fondo ero la sua ragazza e ne avevo combinate di ogni.
“No, non ce l'ho con te se te lo stessi chiedendo. So quello che provi per Leo, e so anche cosa provi per me. Semplicemente voglio starti vicino e farti stare bene, così magari un giorno ti innamorerai di me.”
Ero senza parole.
“Sei il mio angelo custode.”
“Credi?” Si mise a ridere. “Comunque non hai risposto alla domanda.”
Cosa avrei fatto? Non lo sapevo.
“Penso che mi prenderò qualche giorno per pensare, e vedere come si evolvono le cose.”
“E con il sottoscritto che vuoi fare?”
Arrossii.
“Non lo so. Sei così dolce con me, sarei una pazza a dirti di no.”
Sorrise e dolcemente mi prese il mento fissandomi negli occhi. “Facciamo così. Da ora non sei più fidanzata con me, così sarai libera di fare quello che ti senti e prendere la decisione giusta. Però io non voglio privarmi di te, quindi mi permetterò di comportarmi come ho fatto nell'ultimo periodo. Va bene?”
Aveva gli occhi così profondi, assomigliavano a quelli di un gatto con quelle iridi dorate e strette.
Mi sembrava la soluzione migliore la sua.
“D'accordo.”
Mi accarezzò i capelli e mi diede un bacio sulla guancia. Un brivido mi percorse la schiena. Che cosa mi succedeva?
“Pian piano conquisterò il tuo cuore. E sarà la vittoria perfetta.” Mi sussurrò piano. “Ora però devo sbrigare delle cose, scusa Columba. Ci vediamo presto.”
Annuii confusa. Appena se ne andò mi sdraiai sul divano.
Un brivido? Me l'ero immaginato? No, era reale. Non mi era mai successo con lui. Che la mia mente avesse finalmente deciso di lasciar perdere Loki? Effettivamente era un tipo troppo complicato per me, a differenza di Aquila.Lui era il ragazzo perfetto.
Per i restanti tre giorni rimasi chiusa in casa, senza riuscire a trovare una soluzione. La mia coinquilina cominciava ad essere veramente preoccupata a causa del mio comportamento. All'alba del quarto giorno Fenix mi irruppe in camera.
“Tesoro, dovresti uscire almeno un po'.”
“Sai che non mi va.”
Volevo solo disegnare, e scacciare i pensieri.
“Dai, almeno con me. Ci divertiremo, parola mia!”
“Per favore, lasciami stare.”
Iniziò a battere i piedi.
“Ora mi hai stancato, o esci IMMEDIATAMENTE con me o giuro che ti sbatto fuori di casa!”
Sbuffai.
“Va bene va bene basta che la smetti di urlare come una gallina.”
Mi resi presentabile in qualche modo e ritornai da lei.
“No, tu così non esci.”
“Non puoi impormi anche come vestirmi!”
Mi prese di forza portandomi davanti all'armadio. “Ma ti rendi conto che sembri in pigiama con quei pantaloni larghi? E poi le dovrai coprire quelle occhiaie no? Su, adesso ti scegli un bel vestito.”
Sbuffai di nuovo. Come potevo farle capire che non ne avevo la minima voglia? Aprii svogliatamente l'anta e tirai fuori una cosa a caso. Era un abito color pervinca, probabilmente mai messo, lungo fino al ginocchio e con lo scollo a barchetta. Non sembrava molto aderente.
“L'hai preso senza nemmeno guardarlo!”
“E allora?”
Me lo misi, e notai che mi faceva una bella silhouette.
“Okey, ora un paio di scarpe che non siano quelle per la spiaggia.” La vidi rovistare tra le mie cose, per poi riemergere con delle scarpette basse a fiori dello stesso colore.
“E quelle?” Chiesi confusa.
“Cara mia se non lo sai tu. Forza, mettile.”
Le indossai.
“Adesso lasciami aggiustare quel faccino sconvolto.”
La lasciai fare, e sorprendentemente non mi truccò molto. C'era tanto correttore per le occhiaie, del mascara, un ombretto leggero e un gloss dello stesso colore delle mie labbra.
“Oh, adesso sì. E togliti quella coda, sono così belli i tuoi capelli ondulati.”
Feci come aveva detto, arresa.
“Guardati allo specchio.”
Mi voltai, e un sorriso si dipinse sul mio volto. Sembravo quasi presentabile.
“Stai già meglio, non è vero?”
Annuii. “Grazie amica mia.”
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Frammenti di stelle lucenti
Fanfiction[Sequel di "Leoncino"] Columba si è trasferita con Fenix in una nuova casa lasciando Leo solo. Saranno capaci i nostri protagonisti di starsi lontano a lungo? Buona lettura!