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Descrizione: "..."

Amava il caffè nero, bollente, con poco zucchero.

Non cominciava mai la giornata senza una buona tazza, la mattina presto.

Così, dieci anni e quattro figli dopo, decisi che fosse arrivato il momento giusto per chiederle di diventare mia moglie a tutti gli effetti.

Sapevo che lei pensava che non potesse cambiare poi molto, il nostro rapporto, con il matrimonio, ma io volevo potermi riferire a lei come mia moglie, e non più come la mia ragazza o semplicemente la mia compagna.

Così ero andato su Internet, l'invenzione del secolo, e avevo trovato questo set da caffè molto carino. Non ero bravo con questo genere di cose, e poi... come avrei dovuto propormi a lei?

Portandola a cena fuori?

Sul London Eye?

Durante una traversata in battello sul Tamigi?

Ne avevo pensate parecchie, eppure... sapevo che le cose semplici erano sempre quelle che erano piaciute di più ad Ariel. E dal momento che affittare una jeep senza tettuccio per portarla a guardare le stelle mentre le chiedevo di sposarmi era praticamente impossibile da realizzare a dicembre, senza che ci prendessimo una polmonite, questa fu l'unica idea che mi venne in mente che non fosse scontata o troppo articolata.

Insomma, avevamo tutto, non ci mancava nulla: le avevo dato tutto il mio amore, la mia fiducia, una bella casa, dei figli meravigliosi e adesso... volevo concludere dandole l'unica cosa che non le avevo ancora dato, l'unica che mi restava ancora da darle: il mio cognome.

Clarity [l.t.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora