CAPITOLO 2

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Appena entrai in casa vidi mia mamma come sempre parlare al telefono...odiavo quando faceva cosi,odiavo il suo menefreghismo per la sua unica figlia e odiavo quando metteva al primo posto il suo lavoro. Mia madre era una di quelle donne sempre pronta a farsi notare dalla gente,adorava spendere i soldi per i vestiti ma soprattutto per i gioielli...ebbene si questa è mia madre Amanda Roberts capelli biondi e occhi azzurri...la donna che tutti vorebbero essere, tranne me. Feci un colpo di tosse per farmi notare dalla mia adorata mammina e appena si girò mi fece uno dei più grandi sorrisi falsi che solo a me era concesso fare.

<<Oh cara, finalmente sei qui! Auguri Tesoro>> disse con quella voce stridula

>>Grazie mamma, come sempre hai preferito andare al tuo stupido lavoro invece della mia laurea.>>dissi con disgusto

>>Smettila,sai benissimo che per me il lavoro è importante e grazie a questo che ora abbiamo tutto questo lusso>> disse con quei occhi che sputavano fuoco. Sembrava una vipera.

Non capiva niente di me, dopo tutti questi anni lei non mi conosceva per niente. Non capiva che a me non mi interessava niente di questa stupida vita, di tutti questi soldi...L'unica cosa che chiedo era solo avere una famiglia normale. Una mamma che si prenda cura della propria figlia, che si ricorda del suo compleanno, che capisce quando una figlia e triste e un padre con un semplice lavoro che non vede l'ora di ritornare a casa per abbracciare la figlia e per stare anche solo per 5 minuti in sua compagnia. Ma io non avevo questo, avevo una famiglia assente e che pensano di rendermi felice solo con quei stupidi soldi del cazzo! 

>>Non hai capito proprio niente mamma,sei una stupida!>> dissi con gli occhi pieni di lacrime.

Scappai in fretta da quella casa, le lacrime non riuscivano a smettere di uscire e io mi sentivo una stupida a piangere per lei. Non meritava le mie lacrime, non le importava di me e io dovevo fregarmene di lei, al diavolo! 

Andai in garege per prendermi la macchina, ma come sempre non riuscivo mai a trovare quelle stupide chiavi! 

>>Cercavi queste?>> disse George sventolandomi le chiavi davanti agli occhi.

Appena lo vidi mi scaraventai tra le sue braccia, adoravo i suoi abbracci e in questo momento avevo bisogno di lui, del mio amico. 

>>Shh, tranquilla bimba, sai com'è fatta tua mamma ma nonostante tutto lei ti vuole bene>>

>> Ti sbagli, lei ama il suo lavoro non me e io sono stanca, voglio andare via da loro >> dissi con gli occhi pieni di lacrime 

>>Andrà tutto bene, io sono qui>> disse con quella voce piena d'amore, che solo lui sapeva trasmettermi.Dopo essermi riuscita a sfogarmi con George, presi le chiavi ed entrai in macchina pronta ad andare il più lontano possibile da qui. Mi fermai nel parco più vicino che c'era nel mio quartiere e mi andai a sedere in una panchina a riflettere su tutta la mia vita. Non ero felice, avevo bisogno di cambiare aria e soprattutto di andare via  da casa mia. Io volevo bene i miei genitori nonostante tutto ma questo volere bene non era ricambiato purtroppo e io dovevo scappare, cambiare città e ricominciare tutto da capo e almeno provare ad essere felice, almeno per una volta. Mentre ero immersa nei miei pensieri, non mi resi conto che il mio telefono stava vibrando. Misi la mano in tasca e risposi  senza neanche vedere il nome.

>>Dove sei signorina?>> disse con quella voce pieno di odio. Ed eccolo qui, mio padre a sgridarmi come sempre perchè ovviamente la mamma non restava mai zitta.

>>Sono al parco...che vuoi?>>

>> Cerca di andare a casa che nonostante la tua maleducazione, io e la mamma ti abbiamo organizzato una festa...>>

Festa? Ma quale festa? Come sempre faceva le cose senza dirmi se ero d'accordo, non gli interessava la mia opnione, lo odio giuro che lo odio ma lui non frega un cazzo di quello che penso a lui interessa farsi vedere dalle altre famiglie ricche che lui può permettersi tutto quello che vuole,anche fare feste.

>>Non voglio nessuna festa, al diavolo!>> dissi con quella voce piena di rabbia.

>>Tu non decidi proprio niente, vai a casa a prepararti è un ordine>> disse prima di chiudermi il telefono in faccia. Era ora di andare nonostante fossi contraria a questa stupida festa ero costretta a partecipare, cosi sali in macchina pronta per ritornare in quella maledettissima casa. Ho mai detto che la mia vita è una merda? Penso di si.

Ritornai a casa alle 19.00 ero in un fottuttissimo ritardo, dovevo prepararmi e non sapevo che cosa mettermi per questa terribile festa. Sarebbero venuti tutte le persone che odiavo perchè erano tutte snob e delle lecca culo. Alla fine optai per un bellissimo vestito molto stretto bianco e che accentuava molto le mie curve. Ero contro le feste ma l'unica cosa positiva erano i vestiti che giornalmente mi regalavano i miei. 

Dopo una mezz'oretta ero pronta, avevo deciso di lasciare i miei capelli lisci...adoravo i miei capelli erano una delle parti del mio corpo che amavo. Finalmente ero pronta, pronta per incominciare questa lunghissima serata. 

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