Capitolo 2.

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Mi alzai dal letto e misi dei jeans neri stretti con degli strappi sulle ginocchia, una maglia bianca con un teschio nero sullo sfondo. Faceva freddo, quindi misi il mio giubbotto di jeans. Presi le chiavi del mio fuoristrada nero, le mie amate sigarette e lo zaino blu, almeno quello non è cambiato.

Ero al quinto anno di superiori e in tre anni le cose cambiarono tanto.

Soprattutto con le ragazze o, meglio definirle, oche.

Uscii di casa e ricevetti un messaggio.

*Non vedo l'ora di rivederti amore mio*.

Oh no, era Jennifer, troppo appiccicosa, l'avrei lasciata oggi. Ero stufo.

Arrivai a scuola e incontrai subito Ian, il mio migliore amico, un ragazzo alto dai capelli neri e gli occhi color ghiaccio. Lui mi ha cambiato il look e fatto entrare nel suo giro e per questo gli devo un enorme favore.

"Hey fratello! L'anno scorso non eri male, ma quest'anno sei perfetto"- disse dandomi una pacca sulla spalla e facendo una risata molto acuta.

"Hey cazzone!" - dissi ricambiando il gesto e accendendomi una sigaretta.

Tra le risate si fecero quasi le otto quando sentì una voce molto squillante.

"Amoreeee mioo! mi sei mancato così tanto!"- oh cazzo, quell'ochetta era davvero insopportabile.

"Amore"- dissi con poco entusiasmo "è finita".

"Ma noi..."- cercò di dire qualcosa ma la interruppi.

"Sssh, ora vattene"- prima che potesse parlare di nuovo, mi allontanai andando da Ian che era appoggiato al muretto sul retro della scuola. Stava guardando attentamente tutte le ragazze e sapevo cosa voleva fare, quindi mi aggregai anche io al giochetto malato del mio amico. Era un nuovo anno e volevo divertirmi.

"Hey brò, guarda là!"- disse quasi urlando, indicando una BMW rossa.

Da essa scese una ragazza davvero bella, aveva un pantaloncino di jeans, un cardigan a scacchi e un paio di anfibi neri ai piedi.

"Che culo!"- dissi fissandola, sarebbe stata la mia prossima preda.

Ma quando si girò vidi che era lei.

Destiny.

E quando il nostro sguardo si incontrò lei spalancò gli occhi sorpresa e io feci un ghigno divertito.

I cancelli si aprirono preceduti dal suono della campana. Ma io pensavo solo a lei.

Mi attraeva ancora. Merda.

Entrammo nel corridoio per cercare gli armadietti.

Sentivo tanti sguardi su di me, ma uno in particolare, molto familiare.

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Ecco il capitolo. Vogliamo ringraziarvi per le sedici visualizzazioni. Possono sembrare poche. Ma per noi sono tante. Grazie di cuore.

Un bacio XX

Chiara e Mirea

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