#16 Tessa

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Senza voltarmi una sola volta raggiunsi la camera che condividevo con Aston ed entrai senza dire nulla, non c'è n'era bisogno, lui sapeva già tutto.
<<Ryan è stato cordiale?>>
Domandò porgendomi una felpa chiara, la indossai e tornai ad incrociare le braccia al petto restando a guardare Drake dalla finestra.
<<So che non sono affari miei, ma allontanarlo non ti aiuterà>>
Chiusi la tenda e lasciai che il muro mi reggesse.
<<Hai ragione non sono affari tuoi>>
Risposi fredda sentendo la rabbia e la delusione scorrermi confuse dentro. Lui annuì una sola volta e continuò a sfregarsi i capelli umidi nell'asciugamano.
<<Tes>>
Alzai di nuovo lo sguardo e incontrai le sue iridi, lui si avvicinò e io alzai appena il mento.
I suoi occhi mi guardavano con insistenza, come a cercare di leggere tutto ciò che mai sarebbe uscito dalle mie labbra.
<<La tua calma non mi convince>>
Osservò facendo un passo indietro.
<<Fai bene a non fidarti>>
Alzai un sopracciglio e sorrisi appena.
Il suo viso segnato dall'insonnia non smetteva di attirare la mia attenzione, ogni minuto che passava sembrava aggiungere un dettaglio alla sua espressione.
<<Parlerai mai?>>
Domandò invano, sapevo che voleva sapere ogni parola che mi fossi scambiata con Ryan, ma se avessi aperto bocca probabilmente avrebbe fatto di tutto per evitarmi quella condanna.
<<Neanche sotto tortura>>
Risposi, mi avvicinai di un passo e sorrisi accanto al suo orecchio.
<<Tu dovresti saperlo più di chiunque altro principessa>>
Aggiunsi in un sussurro.
Lo sentì sorridere divertito e tornai a guardare il suo viso. Mi spinse con forza e la mia schiena si scontrò con la porta con un colpo secco. Le sue braccia mi bloccarono al legno verniciato e alzai un sopracciglio incuriosita dalla sua improvvisa aggressività.
<<Hai venduto le tue ali?>>
Domandò ora serio. Smisi di sembrare divertita e osservai il suo sguardo freddo.
<<Tes dimmi che non l'hai fatto>>
Continuò, il suo tono ora sembrava una supplica. I suoi occhi chiedevano disperatamente una mia negazione.
Gli posai una mano sul petto e abbassai lo sguardo.
<<Ti avevo promesso che ti avrei tirato fuori dal vincolo che ti legava a lui>>
La sua fronte si appoggiò alla mia e le nostre dita si intrecciarono.
La sua pelle era bollente, il suo respiro caldo rompeva leggero il silenzio che sembra divederci come un muro.
<<Sono sempre state solo parole, confidenze che mai avrei voluto ti si ritorcessero contro. Hai fatto un errore, un grave errore Tes>>
La sua voce roca ridotta ad un sussurro mi era familiare. Nella stanza non c'era nessuno oltre a noi quindi quel tono basso non sarebbe stato necessario, ma adoravo quando mi parlava così, era come se nessuno oltre a me avrebbe dovuto sentire le parole che mi erano state riservate.
<<Non posso accettare la libertà dall'unica ragazza a cui l'ho tolta, sarebbe quasi...blasfemo>>
Aggiunse sollevando per un istante l'angolo della bocca. Il suo naso sfiorò il mio e restammo lì, fermi contro la porta a sfiorarci le dita in silenzio finché lui non decise di allontanarsi.
<<Hai sofferto più di chiunque altro nella tua vita, privandoti di essa per prima per proteggere ciò che avevi di più caro, hai perso l'amore di tuo fratello per salvarlo senza pretendere nulla in cambio>>
Sorrisi continuando a parlare come mai avevo fatto prima.
<<Sei la reincarnazione vivente del sacrificio e per quanto tu possa aver sbagliato, hai comunque fatto ogni passo consapevole di quello che avresti perso. Nessuno potrà mai capire Aston, ma va bene così perchè io ti ho capito ed è abbastanza, non credi?>>
Gli chiesi infine alzando una spalla, lui sorrise avvicinandosi di nuovo di un passo.
<<Parli come se tu non avessi sofferto>>
Rispose.
Abbassai lo sguardo, spostai con un dito la tenda guardando fuori in attesa, ancora poche ore e saremmo stati solo io e Ryan. Smisi di sorridere e lasciai andare la tenda.
<<A cosa pensi?>>
Domandò attento a non chiedere troppo.
<<Ryan è la mia risposta>>
<<Ryan è la tua condanna>>
Alzai lo sguardo verso di lui.
<<E condanna sia>>
Risposi infine. Non avevo idea se quello che stavo facendo fosse davvero la cosa giusta da fare, però fidarmi di quell'uomo significava che nessuno avrebbe più rischiato la vita a causa del mio nome.
<<Che cos'hai chiesto in cambio?>>
Incrociai le braccia al petto e mi guardai intorno per non cedere al suo sguardo.
<<Ciò che è giusto>>
Continuai vaga, lui annuì e mi alzai dalla porta come sentì qualcuno bussare. Aston si alzò dritto sulla schiena e io mi voltai girando la maniglia. Un uomo con la divisa del campo alzò il mento e mi salutò con un lieve cenno della testa.
<<Tessa Jhons, Aston Miller, Ryan mi ha incaricato di portarvi da lui>>
Alzai un sopracciglio a quel tono freddo e distante, allungai i polsini della felpa fino alle nocche e uscì incrociando di nuovo le braccia al petto.
<<Credevo che sareste passati a prendermi nella notte>>
L'uomo si schiarì la voce,
<<Ryan ci ha sollecitati con una certa urgenza>>
Aston mi afferrò un braccio e io rimasi in silenzio salendo le scale, cercando di riflettere sulla quantità di uomini che Ryan avesse corrotto nel corso degli anni.
<<Smetti di fare domande Tes>>
Corrugai le sopracciglia, ma non aggiunsi altro.
Alzai la mano verso la porta per bussare ma il soldato mi aprì prima che sfiorassi il legno con le nocche.
<<Vi sta aspettando>>
Lasciò la maniglia e ci fece passare chiudendoci la porta alle spalle restando fuori. Alzai lo sguardo e Ryan sorrise porgendomi un foglio.
<<Questo cos'è?>>
Domandai fingendo di leggere tornando poi nei suoi occhi chiari cercando di ignorare i due soldati armati alle sue spalle.

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