lo specchio dell'eterno

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Tutto ebbe inizio in una bella mattinata d'agosto.
Camminavo con Percy lungo la spiaggia, con i piedi bagnati, i capelli fuori posto, gli occhi assonnati e le dita intrecciate a quelle del ragazzo che amavo. Che amo. Io e Percy avevamo affittato una casa al mare per due settimane.
Il nostro rapporto era basato sugli sguardi, sui piccoli gesti,e sui ti amo continui e del tutto sinceri. Eppure non potevo negare che quella notte d'amore non mi fosse dispiaciuta. Non posso dire che mi fossero dispiaciute le sue mani sul mio corpo nudo. O i suoi baci ardenti e passionali. Non posso dire che mi fossero dispiaciuti i gemiti e i sospiri. O le nostre mani intrecciate sul cuscino.  O la confusione nella quale,eravamo una cosa sola, nella quale non capivo dove iniziasse lui, dove finivo io.  Era  stato incredibilmente bello svegliarsi totalmente nuda tra le braccia dell'uomo che amavo, senza provare vergogna.
E poi puff. Un mostro a rovinare le mie gioie. Ed era stata un unghiata. Una spinta. Erano stati gli artigli di quella belva, che Percy aveva preso al posto mio. Ricordo il mio pianto. Ricordo i figli di Apollo attorno a me. Ricordo Thalia Triste. E Rachel in lacrime. Ricordo una Piper affranta.  E ricordo Sally. Il suo pianto disperato. L'abbraccio che mi aveva rivolto. Il modo in cui ci eravamo ancorate l'una all'altra. Ricordo il freddo. E ricordo la disperazione. E ricordo che non fui più la stessa. Sempre fredda, dura,asciutta. Chiusi tutto in una maschera di indifferenza.  Tornai al campo Mezzosangue. E Chirone non obiettò quando chiesi di stabilirmi nella cabina di Poseidone. E tutti, persino Piper,  pensavamo la avessi superata. Ma Reyna sapeva. E Sally pure. Loro sapevano. Sapevano che piangevo ogni notte prima di dormire. Che gli incubi sul tartaro mi assalivano. Che tutte le missioni che accoglievo erano nella speranza di riprovare l'adrenalina del combattere  con lui. Che tutto l'addestramento era per scacciare il suo ricordo. E gli altri scoprirono un accenno del mio inferno personale, quando, in una missione, era stato necessario interagire con cupido.Quando , mentre saettava invisibile attorno a me, aveva urlato che era amore vero, con Percy, e che io lo avevo perso. E quando cupido si era mostrato,era ferito, il pugnale che avevo lanciato, nel suo cuore. Era vivo si, ma solo perché era un dio.
Avevo un inferno dentro. Ed ero consapevole del fatto che nel tartaro stavo meglio di allora
Laggiù, almeno,  Percy mi era accanto.

Il ragazzo che amava l'oceano~ Percabeth.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora