Distruggere per essere Ricostruiti.

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Ricordo il giorno in cui presi la mia fottutissimi laurea. Tutti erano felici. Fieri del traguardi che avevano tagliato. Ricordo che Atena in persona , assisté al giorno particolare. Ricordo che sorrise radiosa al mio centodieci e lode. E che mi venne incontro. 
Ricordo che disse:
-Oh, Annabeth sono cosí fiera di te. Sai pensavo che ti saresti bloccata, che non l'avresti raggiunta, ma ce l'hai fatta. E ora sei libera.  Puoi progettare ciò che vuoi,e finalmente, trovarti un partito come si deve, ricco e intelligente, non come lo sciocco ragazzo che si è fatto ammazzare. -
Ricordo di aver stretto il pugnale nella cinta. Lo avevo trovato mentre pulivo l'armeria con Percy. O meglio lui lo aveva indicato dicendo che sembrava fatto apposta per me. Ricordo di essermi trattenuta, per non bagnarmi dell'icore di mia madre.
E poi chiese:
-E ora, qual'é il tuo sogno?-
Non so cosa si aspettasse. Forse una semplice risposta complessa. Una di quelle che si capiscono solo con la logica e che a lei piacciono tanto. O con un azione diretta. Ma io mi limitai a mormorare
-Percy-
-Come mia cara?- l'incredulità nel volto di Atena era impagabile.
-Hai capito bene.-Affermai secca.
-Sono sicura di no. Io ho sentito 'Percy' ma, come può uno sciocco ragazzo, già morto per giunta, essere il tuo sogno?-
- Beh se non altro il tuo udito funziona bene. Si madre, ho detto Percy. E se a te importasse davvero di me, mi  avresti ascoltato, cinque anni fa, mentre ti urlavo in volto che Percy è tutto per me. Sai, è ancora cosí. Lo amo ancora. Anche a chilometri e chilometri, anche a anni e anni di distanza, io non smetterò mai di amarlo.E non ho altri sogni. E non ho altri pensieri, se non le sue labbra sulle mie, se non la sua voce dolce se non il suo fiato caldo sul mio collo.E niente ha importanza da quando lui se ne è andato. Potrebbero puntarmi un coltello alla gola, sarei felice di morire.-
-Annabeth, che vuol dire?-
-Vaffanculo.-
E me ne andai. Dopo aver urlato davanti a mille persone i miei pensieri. Dopo aver sbattuto in faccia la verità a mia madre. Dopo aver distrutto ogni mia sicurezza. Ma in fondo è così che deve essere. Straziarsi, rompersi in mille pezzi, smantellarsi, per poi essere ricostruiti dalla persona  che amiamo più della nostra stessa vita. Ma il mio architetto,il mio costruttore, era morto. E con lui ogni parte viva di me.
E ora ero lì. In uno stato in cui non ero morta. Ma non ero neanche viva. Perché ora la mia vita era ai campi elisi. Il mio corpo tra i mortali. E la mia anima da qualche parte in mezzo. E sarebbe stata proprio Atena. In seguito a quella mancanza di rispetto. Proprio dieci secondi dopo, a trafiggermi da dietro, con la sua lancia, delusa, e in preda all'ira. Ma era stata stupida. Io la avevo 'delusa'. E ora lei mi aveva offerto un viaggio di sola andata. Per la morte? Si.Per la disperazione?Forse.  Per la salvezza? Non ne ho idea.Per una nuova vita? No.Per il luogo in cui si trovava Percy? Probabilmente.
Ne ero felice? Si.

Il ragazzo che amava l'oceano~ Percabeth.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora