Chapter seven

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Chapter seven – Carousel

“ Allora dove ti porto?”

Feci un ampio sorriso alla sua risposta,era davvero gentile e mi stava per risparmiare un’altra ora di camminata. Presi il foglietto dalla tasca posteriore dei jeans e glielo porsi dicendogli semplicementre che questo era l’indirizzo. Annuiva e ,successivamente, scendemmo insieme rapidamente dopo aver chiuso l’appartamento, aprii l’audi bianca e mi disse che potevo salire con gentilezza. Mi sedetti sul lato del passeggero e allacciai la cintura, appena si sedette diede un altro sguardo al foglietto e annuii come se avesse capito dove era senza aver bisogno del navigatore.

Accese il motore e iniziò a percorrere la strada a velocità costante fino a una svolta sulla sinistra, osservavo la strada dal finestrino.

“mi sarei dovuta fare tutto questo a piedi” ammisi scuotendo la testa, non avrei retto a camminare per un’altra ora così per di più anche da sola.

“Oh beh,ti ho risparmiato una fatica” rispose sorridendo mentre aveva lo sguardo sulla strada,le mani ferme sul volante, aveva vari tatuaggi sul braccio sinistro e sorrisi. Lo osservai mentre era distratto dal guidare, mi accorsi che aveva gli occhi chiari tendenti a un verde strano,ma particolare.

I tratti del volto non erano troppo accennati, i capelli non toccavano le spalle mentre la canotta dell’america gli stava non molto larga.

Piegai la testa di lato arricciando il naso e appena si fermò l’auto capii che eravamo arrivati, mi voltai bruscamente sperando che non si fosse accorto che lo stavo fissando.

“Allora ecco qui” mi riporse il bigliettino che presi sorridente e rimisi in tasca

“Grazie mille Kellin” sussurrai e mi sistemai il ciuffo portandolo indietro “Davvero mi hai risparmiato un bel tratto a piedi”

“Ma figurati Lilith, dopo la botta che hai preso a causa mia mi sembrava il minimo” ammise annuendo e mi fece un piccolo saluto con la mano “Magari ci rivediamo”

“Forse sì” risi e scesi dall’auto chiudendo la portiera,gli feci un cenno col capo come saluto e lo vidi mettere in moto per poi ripercorrere la strada. Ormai era sera,avevo tardato anche se non mi aveva dato un orario preciso. Mi morsi l’interno guancia insicura sul bussare, forse si sarebbe arrabbiato,forse credeva che non sarei più venuta. Rimossi quei pensieri e iniziai a bussare attendendo mentre ricominciai a guardare le mie vans nere,appena sentii il suono della porta che si apriva alzai lo sguardo e mi trovai Andy Biersack con la sua canotta con il logo di batman che gli copriva il petto e dei jeans neri stretti e aderenti mentre indossava delle converse completamente nere, notai che aveva cambiato ancora una volta acconciatura. I capelli corvini adesso erano corti quasi appena rasati sul lato sinistro mentre il lato destro aveva ancora i capelli della sua lunghezza ossia che ricadevano lungo la spalla in modo scalato, ormai il vederlo con i capelli lunghi non mi sconvolgeva più di tanto, quando lo incontrai la prima volta era totalmente diverso da ora, insomma alcune sue manie persistono ma tempo fa aveva tutt’altro taglio.

Mi ricordo del nostro primo incontro è successo qualche annetto fa in un pub, ero andata con degli amici e c’era la serata karaoke…

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Osservavo questo nuovo pub,era la prima volta che ci venivo sentivo l’odore di vaniglia che impastava l’aria ed era molto piacevole, il locale si chiamava ‘Rockin’ ma erano in pochi a conoscerlo,infatti era stato un amico di Patrick a consigliarcelo. Sorrisi osservando le pareti rosse con varie chitarre appese lungo di esse, i miei occhi percorsero tutta la sala fino al fermarsi sul piccolo palco su cui c’era un ragazzo in piedi che reggeva il microfono e cantava, aveva un voce bassa e lenta era pazzesco. Da lontano non riuscivo a vederlo bene data la mia altezza così avvertii la mia amica che mi allontanavo per vedere da vicino il locale.

White Rabbit †Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora