VII. Tomorrow we could regret it

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«Harry, sei stato fantastico!»

Sono esattamente le due del mattino. Non è una battuta e loro non sono rimasti svegli di proposito, con un'improvvisa voglia di sperimentare lati repressi da adolescenti, o per negarsi i piaceri del sonno al solo scopo di trasgredire. 

No. 

La verità, è che Niall e Harry sono andati a dormire presto, più presto di quanto sia legalmente consentito; hanno strisciato i piedi fino ai rispettivi letti e sono crollati, sfiniti, dopo un'altra giornata trascorsa ad allenarsi. Da soli.

Lo stanno facendo da un mese, ormai.

Contro ogni pronostico, le Leggende e Liam si sono assentati per ventotto lunghissimi giorni, durante i quali la loro lontananza si è fatta sentire. E, contro un secondo pronostico dato ancora più per certo, Niall e Harry non hanno lasciato che il tempo andasse sprecato. Si sono allenati, per poter compiere e dimostrare qualcosa a Liam, a Zayn, a Louis... A se stessi. 

Harry l'ha fatto per dare un senso alla sua nuova vita, alle lacrime, alle cadute, ai lividi e alle urla; l'ha fatto per provare quella sensazione impareggiabile che sta provando ora, ancora in pigiama, nel buio della notte, sotto un cielo stellato a fargli da sfondo.

E pensa di averlo fatto anche per Louis.

I neo supereroi sono andati a letto e si sono svegliati di scatto al suono della chiave che girava nella serratura della porta d'ingresso. Ancora non sanno spiegarsi come possono averla udita, ma non si sono fermati a pensarci troppo oltre. Deve essere stata una forza superiore a destarli e loro l'hanno ascoltata, ignorando le iniziali proteste degli altri ragazzi e dando sfogo di una determinazione mai mostrata prima. Liam, Zayn e Louis ne sono rimasti da subito molto colpiti, prima ancora di aver compreso ciò a cui stavano per assistere.

E Harry ha capito di averlo fatto solo per Louis.

Lui non è un giocattolino difettoso e la Leggenda non è un'entità superiore impegnata a perdere tempo nell'addestrarlo. Ha fatto tutto quello che ha fatto allo scopo di rendere Louis orgoglioso di lui e per impedirsi di provare ancora, e ancora, la sensazione di essere inutile, sopravvalutato e sbagliato.

«Sul serio: sei stato incredibile!»

Harry riesce finalmente a distogliere l'attenzione dal battito del cuore, che gli sta rimbombando nelle orecchie; il respiro si calma e i muscoli si rilassano, mentre sente l'adrenalina abbandonarlo e le emozioni spegnersi, soddisfatte. Un sorriso gli spunta sulle labbra, quando sposta gli occhi dai palmi delle proprie mani e guarda Liam – il quale sta sfoggiando la perfetta espressione da genitore più che soddisfatto.

«No, io—Non è stato niente di—»

«Vuoi scherzare?» Liam esclama, raggiungendolo e battendogli una mano sulla spalla. China appena il capo per guardarlo dritto negli occhi. «Non credevo che sarei riuscito a vederti compiere qualcosa di simile. Non così presto, intendo. Pensavo che ci sarebbe voluto più tempo, e più allenamento, e più—Gesù! Sei stato fenomenale!»

Il riccio è consapevole di avere le guance di un colore ridicolmente rosso, ma spera che il buio della notte contribuisca a nasconderlo.

Niall – abbondante dose di applausi e congratulazioni già ricevuta – scoppia a ridere. «Tutte queste emozioni finiranno col far piangere il nostro papà Liam» esclama, scavalcando la ringhiera del portico con un agile salto e piombando a piedi uniti nell'erba. Rivolge a Harry uno di quei suoi irritanti sguardi che, in una situazione normale, il riccio coglierebbe come una presa in giro. Ma, nel particolare contesto in cui si trovano, sa che cosa significa: avevo ragione.

The magic in our handsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora