Ci sono tanti vocaboli per spiegare ciò che sta per avvenire.
Nefasto, mi aggrada. Non presagisce nulla di buono.
Fatale. É così che dovrebbe essere una fine, che sancisce il mio inizio.
Distruttiva. Mi piace esserlo, come loro hanno distrutto ciò che di più caro avevo.
Lenta e precisa, dentro questa recita, dove il sipario si spalanca e do inizio alla mia sceneggiata.Non pregate per me.
Non giudicatemi.
La puzza di metallo bruciato inebria i miei sensi, che si acuiscono.
L'odore graveolente e fetido del sangue, mi eccita. Ancor di più vederlo sparso sul pavimento bianco, in quel contrasto che mi fa pulsare il basso ventre, mentre la suola dei miei tacchi lo calpesta, lasciando impronte di morte al mio passaggio.Un solo obbiettivo mi sono prefissata in tutti questi anni, in cui ho perfezionato e fortificato il mio carattere.
Distruggere Don Camilo e i suoi fedeli discepoli, che proteggono il cartello di Cuba, dal valore inestimabile.
Ma nel mio obbiettivo, non rientrava lui.Lui porta il nome della più sporca perversione.
Il suo lato oscuro mi domina, mi ammalia, mi rende assetata. Dotata di un istinto che ho dovuto occultare fingendo orgasmi sotto uomini sicuri del loro potere.
Lui é temibile. Non ha paura. Non porta maschere. Si mostra per ciò che é.
Non ti promette niente. Non decanta il suo fascino.Mi osserva con quelle iridi fiammeggianti, mentre faccio sfoggio della mia merce.
Sono solo un corpo che ha da offrire in questo Harem.
Non protesta quando mi comprano per una notte, ed esigano la mia compagnia e la più totale sottomissione.
Non si scompone.Non dovrei desiderare Claus in questo modo.
Lui é l'udito, la bocca, la vista e l'olfatto di Don Camilo. E questo mi riporta al mio centro, distruggerlo.
Ho paura che annusi la mia messa in scena, mettendo in repentaglio la mia vita.
Ho perso così tanto, che adesso cosa ho da perdere? L'unica cosa che mi fa andare avanti é la sete di vendetta.E ora dopo mesi sono diventata la donna di Don Camilo.
Sono entrata nelle sue grazie. Faccio sfoggio del mio potere.
Il suo regno sta per crollare, io sto per dominare.
E ora lui mi esige. Mi pretende. Mi prende. Mi possiede.
Lui é il nemico, io sono il nemico.
Non esistono buoni in questo scontro a fuoco aperto, perché la vendetta porta il mio nome.
Il nome di un orchidea selvatica.
Cattleya.«Chi sei in realtà, Cattleya?» Pone caldo e penetrante quella domanda. Osservo le sue iridi brillanti nell'oscurità della stanza. Il suo odore selvatico mi fa sospirare e pressarmi ancora di più sul suo petto granitico.
«Il tuo peggior incubo. E tu...tu chi sei, Claus?» Avvicino le labbra sporche di rossetto rosso, come il sangue, mentre un ruggito graffia le sue corde vocali, bloccandomi i polsi nella sua morsa di acciaio inossidabile.
«Il tuo più oscuro e sporco...sogno.»
Cattleya
Claus
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*Orquìdea Salvaje* ~Prossimamente~
RomancePer voi sono Cattleya García. Per tutti loro sono un'orchidea selvatica. Per chi mi conosce sono Elenor. Quindi in realtà chi sono? Sono temibile. Fatale. Distruttiva. Vogliosa. Letale. Per tutti sono Claus. Ho scordato il mio cognome. No...