_*Cattleya*_Sono qui da una settimana, e ancora non ho avuto l'onore e disonore al contempo, di conoscere Don Camilo.
Ogni mattina ci svegliano all'alba, per seguire dei corsi di danza del ventre.
Diete a cui dobbiamo ritenerci rigidamente, poiché ogni mattina le sarte vengono a prenderci le misure degli abiti, dopo la visita della dietologa.
Ci fanno provare pettinature e trucco, come delle bambole da imbellettare.
Ad imparare a parlare solo se interpellate, con un linguaggio da sottomessa che compone poche sillabe (Certo. Si. Subito. Come desidera.)
Il tutto contornato dalla voglia di ribellione che mi preme sullo sterno e, devo polverizzare per non esplodere come una bomba nucleare.Questa é l'ora che chiamano "Libera."
In realtà non é affatto così. Come puoi essere libera in un harem d'oro, dove devi operare e obbedire a ogni ordine che impartiscono?
Sembra che le altre ragazze, stiano vivendo un sogno.
Sghignazzano nella piscina fuori al cortile immenso.
Creano legami di false amicizie, perché sappiamo bene che ognuno si riguarda il proprio orticello.
E io d'altro canto, preferisco restare chiusa tra queste quattro mura della mia stanza, arredata con mobili in legno intarsiato su i toni crema e un letto a baldacchino con tende bianche perlate e rifiniture in oro, a leggere uno dei libri che riforniscono gli scaffali di prestigioso legno mogano.Sono sincera, amo leggere, ma amo i thriller, mentre questi scaffali sono pieni di Harmony, o peggio ancora libri con titoli ;
"La sua sottomessa."
"Il piacere della sottomissione."
"Il peccato del proibito."
"Punita da lui."
"Un padrone da soddisfare."
Ma siamo serie? Andiamo...che razza di libri sono? Scelti giusto per farci carpire e instillare nelle nostre zucche che presumono vuote, cazzate su come farci divenire mansuete.Ne afferro svogliatamente uno, guardandolo con lo stesso interesse di come si guarda, un volantino della pubblicità che ti lasciano infilato tra il tergicristallo del vetro.
L'unico lato positivo é l'alcova sotto la finestra ad arco.
Un piccolo spazio perfetto, dove sopra vi é adagiato un plaid bianco, e ai piedi un grazioso tappeto di pelliccia beige.Mi sfilo i tacchi, con le punte dei piedi arrossate che appena toccano il morbido pelo, lasciano alle mie labbra la libertà di esalare un gemito di pura beatitudine.
Strofino le piante indolenzite, pronta a leggere un libro per scordarmi di dove sono e cosa devo fare per gustare il sapore della vendetta, ma ogni mio buon proposito viene seppellito, dal mio sguardo che dirotta al di fuori della finestra.Si affaccia proprio sull'immenso vigneto, nella parte posteriore della villa.
E vorrei con tutta me stessa, che la mia attenzione fosse catturata da quelle vigne curate con devozione, ma purtroppo non é così.
Le mie pupille si dilatano oltremisura, per assorbire meglio, la figura che sta galoppando con destrezza e fierezza un puro sangue.
Metto a fuoco le mani che con sicurezza stringono le cinghie.
I polpacci possenti che danno un colpetto per far andare più veloce il cavallo che scuote la criniera bianca al vento.
I bicipiti scolpiti, che tendono sublimemente la stoffa della camicia grigia inamidata, ma ciò che mi prosciuga la salivazione e risucchia tutta l'aria dai polmoni, é lo scoprire che tutta quella magnificenza, proviene dall'uomo d'onore di Don Camilo.
Colui che ho visto per sbaglio tra i corridoi della villa.
La prima volta che varcai la soglia, e mi regalò un occhiata gelida, tra sdegno e derisione.
La stessa di ieri mattina, che mi riservò mentre eravamo disposte nella solita fila indiana, nella lezione di pilates.
Uno sguardo carico di ira, che se avesse potuto, quelle iridi dello stesso colore di una giungla di notte, mi avrebbero bruciata viva seduta stante.
Le ho sentite infiltrarsi senza alcun consenso, nello strato fine del leggings. Roteare con lussuria sulle mie natiche, per lasciarle serpeggiare tra la spaccatura, dove ho subito un fremito di piacere sinistro, che ha vagato per tutto il tempo lungo la colonna vertebrale e fin sopra l'attaccatura dei capelli.
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*Orquìdea Salvaje* ~Prossimamente~
RomancePer voi sono Cattleya García. Per tutti loro sono un'orchidea selvatica. Per chi mi conosce sono Elenor. Quindi in realtà chi sono? Sono temibile. Fatale. Distruttiva. Vogliosa. Letale. Per tutti sono Claus. Ho scordato il mio cognome. No...