"Milo! Milo!" urlò a pieni polmoni la piccola omega sulla soglia della tana.
"Eccomi, madre!"
"Ma dove ti eri cacciato?! È tardi! Non sai che giorno è domani?" lo sgridò la madre, più esasperata che arrabbiata.
"Scusa, non volevo farti preoccupare ma ero con Ally, stavamo parlando di domani e di cosa succederà!"
"Ah, si?" Chiese lei, oramai calma, accarezzando affettuosamente i capelli del piccolo. "E secondo te cosa succederà?"
"Domani verrò scelto da un Alpha e sarà un momento magico! La luna illuminerà i nostri volti e quando la sciamana creerà il contatto, lui mi prenderà tra le braccia e mi stringerà a sé, per proteggermi dal freddo e anche io lo riconoscerò, non appena le sue labbra scivoleranno sulle mie, avrò il mio primo calore! E poi mi prenderà in braccio per portarmi nella nostra tana e lì mi farà suo! E io gli darò un sacco di cuccioli e vivremo per sempre insieme!" spiegò Milo trasognante.
Intenerita dalla fantasia innocente del cucciolo gli diede un buffetto sulla fronte e gli augurò buona notte, senza rivelargli che, per quanto bella, sarebbe stata una cerimonia molto meno magica.L'indomani il piccolo si svegliò all'alba, fece una breve colazione con un pezzo di carne di cervo essiccata e uscì diretto al ruscello dove lo aspettavano tutti gli altri omega del branco.
La giornata trascorse piacevolmente, ridendo e scherzando, mentre si lavavano e si facevano belli per la cerimonia di accoppiamento. Ma, verso le prime ore del pomeriggio i givani Alpha, che andavano spesso a spiare gli omega nudi, capeggiati da Colin, il figlio maggiore del capobranco, decisero che fosse il momento perfetto per fare uno scherzo!
Mentre gli ignari omega sguazzavano beatamente nella piscina naturale, ai piedi della piccola cascata, gli Alpha rovesciarono diverse giare d'acqua sul bordo del piccolo strapiombo creando un pantano fangoso che fecero finire proprio in testa ai malcapitati, rendendo la piscina limpida, un torbido stagno. Subito si levarono grida acute dai minori esterrefatti.
I maggiori, invece se la diedero a gambe sghignazzando per lo scompiglio creato.
Una volta che la corrente ebbe ripulito la piscina gli omega tornarono a farsi belli e spesero il resto della giornata maledicendo gli stessi ragazzi sui cui fantasticavano poco prima.La sera arrivò e tutto il branco si sedette in cerchio attorno al grande fuoco. I più vicini al tepore delle fiamme erano i giovani Alpha e omega, protagonisti della cerimonia mentre il resto del branco sedeva alle loro spalle.
Era la prima notte di luna piena dopo l'equinozio di primavera e la Dea, attraverso la sciamana, avrebbe accoppiato i lupi del branco che ancora non avevano un Mate.
Gli Alpha erano seduti sul lato opposto a quello degli omega ed erano tutti per metà vestiti rispetto agli omega che, a parte piccoli lembi di tessuto posti strategicamente, erano nudi.
Come da tradizione tutti mangiarono e bevvero fino a saziarsi e dopo il banchetto il capobranco si alzò e raccontò della storia del branco. Quando ebbe finito la luna era quasi allo zenit, così il fuoco venne spento e il capobranco lasciò il posto al centro del cerchio alla sciamana.
La notte era splendida: La luna illuminava ogni cosa, circondata da un milione di stelle.
Come previsto dalla fantasia di Milo, non appena il fuoco fu spento, il freddo calò sui giovani lupi e il piccolo si ritrovò a tremare, un po' per la temperatura un po' per l'agitazione.
Il rituale era abbastanza semplice: la sciamana chiamava al centro un omega, gli posava una mano sul cuore e recitava delle parole nella lingua della Dea Luna e poi con l'altra mano toccava a turno i cuori di ogni candidato Alpha. Questa pratica veniva chiamata contatto e quando due Mate venivano messi in contatto l'Alpha, istintivamente ruggiva per sottomettere l'omega che, subito esponeva la gola.
Naturalmente di quest'ultima parte Milo non sapeva nulla poiché certi dettagli venivano considerati sconvenienti.
Il primo candidato fu un omega biondo di nome Lucas.
Ingenuamente si fece avanti con un sorriso trepidante che si trasformò in un pianto disperato quando, al settimo tentativo, il suo Alpha si fece avanti con un ruggito da farlo tremare da testa a piedi.
Era un Alpha enorme, non il più alto ma di certo il più massiccio poiché era il figlio del macellaio del branco.
Tutti gli Alpha erano grandi ma erano anche molto diversi tra loro a seconda del lavoro che svolgevano per il branco.
Per esempio, il padre di Milo era molto alto ma avueva una muscolatura affusolata che gli permetteva di essere agile e correre molto veloce sotto forma di lupo, in quanto capo dei cacciatori.
La seconda omega fu Arabelle, una bella ragazza, di un anno più grande di Milo, ormai disillusa si fece avanti esitante, tanto che, quando fu abbastanza vicina, la sciamana la dovette strattonare per il perizoma per poter toccare sia lei che l'Alpha.
Alla fine si sottomise all'unica Alpha femmina della cerimonia.
Anche se era decisamente più piccola, rispetto agli altri Alpha restava comunque due teste più alta di ogni omega presente, inoltre, durante le esercitazioni, era risultata molto promettente e il capobranco l'aveva assegnata al ramo militare del branco prima ancora di aver finito l'addestramento di base.
Tutto quello che le mancava nel fisico per incutere timore, lo rimpiazzava con uno sguardo gelido che, al momento del contatto, passo dal grigio ferro al rosso acceso.
Questo bastò per sottomettere la nuova compagna.
Gli unici altri ricordi che Milo tenne di quel giorno furono il contatto di Ally e il suo.
La sua migliore amica venne per quarta e ebbe una sgradita sorpresa: azzeccò il suo compagno al primo tentativo.
Il primo Alpha a essere esaminato, per tradizione, era il figlio del capobranco. Colin. Quel borioso, arrogante, scapestratrato che veniva puntualmente lodato per le sue doti di leader e giustificato per i suoi fastidiosi scherzi infantili, spesso ai danni di Milo e Ally o di altri omega, era il suo nuovo compagno.
Subito dopo averla sottomessa, Colin la trascino in un angolo e si spalmò su di lei inziando a baciarla e a toccarla ovunque mentre il branco rideva e gridava versi di apprezzamento intorno loro, nonostante lei fosse visibilmente in difficoltà.
Quando la vecchia puntò il dito contro Milo, la luna stava inziando a scomparire dietro alle cime dei pini e la notte si era fatta molto più buia.
All'inizio si avvicinò lentamente, esitante ma sapeva che tutta la tribù lo stava guardando e voleva far fare una bella figura alla sua famiglia, così l'ultimo tratto lo fece con passo deciso fino a trovarsi dinanzi alla sciamana.
La sua più grande paura era di non trovare un compagno.
Non che ci fosse nulla di vergonoso in ciò. Succedeva spesso che la Dea Luna ci mettesse un po' a trovare il giusto Mate e, spesso, era capitato che due compagni si riconoscessero alla seconda cerimonia nonostante fossero stati messi in contatto anche alla prima.
Ma Milo desiderava poter condividere le proprie esperienze con i suoi amici e sentire le loro. Desiderava rimanere incinto nello stesso periodo di Ally così da sentirsi meno solo, considerando che stava per iniziare una nuova vita con un potenziale sconosciuto.
Ma neanche le sue più grandi paure si avvicinarono a ciò che successe quella notte.
L'anziana donna gli mise la mano gelida al centro del torace, e il piccolo non poté non sobbalzare a quel tocco, ma quando lei inzio la sua latinia, la mano sembrò scaldarsi in modo piacevole, irradiando calore in tutto il petto. L'omega era così sorpreso dal quel calore che si dimenticò totalmente della preghiera.
Solo quando la sacerdotessa pronunciò l'ultimo verso ritornò alla realtà.
Non appena le labbra della vecchia si chiusero sull'ultima sillaba, il cielo limpido fu squarciato da un unico potentissimo lampo, la donna si accasciò a terra esalando un ultimo sussurro prima di svenire.
Milo credette di aver capito male ma quando si guardò intorno si rese conto che tutti gli Alpha avevano sentito e un secondo dopo, un ululato si riverbrò in tutta la valle penetrando sin nelle ossa del piccolo che cadde in ginocchio mostrando la gola.
E a quel punto ebbe la certezza di aver sentito giusto: Il Corvo.