La nuova vita del Corvo

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Vedendo la radura farsi sempre più piccola, al minore tornò in mente il suo goffo tentativo di caccia di quella mattina e tutte le sensazione fantastiche che aveva provato nel correre dietro alla sua preda, braccarla e aggredirla. 
"Mi insegni a cacciare?" chiese senza neanche pensarci.
I muscoli del più grande si irrigidirono sotto le sue mani e un: "No!" Secco e lapidario fendette l'aria.
Milo si fece ancora più piccolo tra le braccia del maggiore, sperando di non farlo arrabbiare ancora. Si erano riappacificati da poco e non aveva nessuna intenzione di creare nuovi screzi tra loro!
Continuarono a camminare in silenzio per altri dieci minuti poi il maggiore si fermò e Milo lo sentì annusare l'aria.
Raddrizzò la schiena per potersi voltare e cercare di capire cosa fosse successo ma intorno a loro tutto pareva tranquillo. Erano appena arrivati al fiume.
Il minore guardò il compagno in cerca di una spiegazione.
"Trattieni il fiato!" Gli suggerì il maggiore prima di fargli mancare l'appoggio e di farlo finire a peso morto dentro al corso d'acqua.
Milo riemerse annaspando per la sorpresa.
Quando si voltò verso il maggiore in cerca di una spiegazione, questo rispose semplicemente: "Puzzi!"  Accompagnando la cosa con un'alzata di spalle, lo stronzo.
Incredulo, Milo sentì una rabbia montargli nel petto davanti allo strafottenza dell'alto.
Senza neanche pensarci, caricò il braccio e colpì di rovescio il pelo dell'acqua con tutta la sua forza, generando una parabola trasparente che lo infradiciò da capo a piedi.
Il silenzio che seguì fece dubitare il più piccolo che il compagno comprendesse il concetto di "scherzo".
Dopo qualche momento di silenzio il maggiore iniziò ad avanzare verso l'altro, imperturbabile anche difronte alla bassa temperatura dell'acqua. Quando furono un davanti all'altro, il minore abbassò contrito la testa ma l'Alpha non era dello stesso avviso: gli afferrò i capelli della nuca e li strattonò delicatamente, piegandosi su di lui per avvicinare i loro volti e costringendo il minore ad inarcare la schiena. Lo guardò per un secondo e sentì il suo respiro accelerare contro il proprio petto poi, con un sorrisetto bastardo gli fece uno sgambetto facendolo finire di nuovo sott'acqua.
Quando tornò in superficie venne afferrato dal maggiore che lo riprese in braccio facendogli incrociare le gambe intorno ai suoi fianchi, accompagnando il corpo del piccolo a sdraiarsi sul pelo dell'acqua.
Milo si rese conto che se avesse lasciato la presa sul maggiore sarebbe stato portato via dalla corrente, così si sistemò meglio contro il suo corpo mentre questo affondava le dita tra i suoi capelli sfregandoli e districandoli delicatamente per togliere le foglie e la terra che gli erano rimasti attaccati nei giorni che aveva passato sotto forma di lupo.
Quando ebbe finito scese senza fretta lungo il collo strofinando la pelle per togliere ogni residuo di sporco. Le sue dita si mossero leggere e minuziose su ogni centimetro di pelle e ben presto, sentì il minore rilassarsi sotto il suo tocco. Lo vide chiudere gli occhi e allargare le braccia per galleggiare meglio, godendosi il momento.
Quando il maggiore ebbe finito lo tirò di nuovo a sé lasciandogli un casto bacio sulle labbra. Milo rimase un po' sorpreso da quel gesto dolce e incredibilmente piacevole ma si riscosse velocemente; non voleva che il maggiore pensasse che non gli fosse piaciuto.
Alzò una mano e la passò tra la folta chioma nera del compagno, sperando che lo cogliesse come un invito a rifarlo, in futuro.

I nodi arrestarono la corsa delle sue dita quasi subito e Milo ri rese conto che per cinque anni nessuno si era preso cura dei suoi capelli come il maggiore aveva appena fatto con lui. Anzi, nessuno si era preso cura di lui, punto!

Quel pensiero lo rese subito molto triste e si ripromise che da quel momento ci avrebbe pensato lui! Si staccò dal suo corpo e iniziò a nuotare verso il centro del fiume tirando il maggiore per una mano. L'Alpha lo seguì curioso camminando sul fondale sassoso.
Quando il livello dell'acqua gli arrivò alle spalle si fermarono e il minore lo fece voltare. Ancora una volta gli cinse la vita con le gambe e gli rimase aggrappato alla schiena iniziando a districare quel groviglio corvino.
Gli occhi dell'Alpha si spalancarono per la sorpresa, non appena comprese le intenzioni del minore. Un piacevole calore gli si irradiò nel petto e un sorriso spontaneo gli affiorò sulle labbra.
Seguendo l'esempio del minore chiuse gli occhi, beandosi di quelle attenzioni e lasciando che, per la prima volta qualcuno si prendesse cura di lui.
L'operazione richiese più di un'ora ma a nessuno dei due importò, anzi, era incredibilmente piacevole passare del tempo insieme senza litigare, fidandosi l'uno dell'altro.

L'ombra del CorvoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora