Come Cielo e Acqua.....

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                                                       CAPITOLO 1

                                  

La leggenda

“La leggenda dice che Yora è un piccolo pianeta in una galassia dispersa tra miriadi di astri, rischiarato da una stella incandescente chiamata Stirit. All’inizio dei tempi esistevano solo Cielo e Acqua, ma i due innamorati per potersi toccare generarono la Terra fatta di materiale argilloso, di rocce, distese ricoperte di erba verde e piante che si protendevano verso l’alto con le loro chiome per lodare l’immensità dell’azzurro firmamento: questo fu il dono dell’Acqua al Cielo che, per ricambiare, originò delle spaccature nella crosta terrestre che permettevano alla sua sposa di spostarsi e ammirare la Terra come poteva fare lui dall’alto: nacquero così fiumi e torrenti.

La Terra, dopo alcuni anni, volle ringraziare i suoi creatori e, sfruttando le condizioni ambientali, favorì la nascita della vita: animali ed homus che erano in assoluto i più intelligenti, usavano solo due delle quattro zampe per camminare mentre le altre servivano per altre attività nelle quali divennero ben presto maestri: la caccia, la raccolta, la costruzione…

La natura viveva in perfetta armonia, gli homus erano parte integrante di essa, sentivano la sua voce, la rispettavano e lei trasmetteva loro capacità straordinarie: con un solo gesto gli homus potevano far cadere la pioggia dal cielo, far soffiare il vento, far tremare la crosta terrestre; tutto questo perché la natura si fidava di loro e sapeva che avrebbero usato quei poteri solo nel modo giusto. Cielo e Acqua avevano fatto loro un grande regalo: erano dotati di un vistoso paio d’ali bianche e morbide come il cotone così che potessero raggiungere più facilmente il firmamento, ma allo stesso tempo avevano dita di piedi e mani palmate e polmoni che permettevano loro di respirare anche nei mari più profondi così che fossero capaci di immergersi per arrivare negli antri più bui dell’oceano.

Con il passare del tempo però il gruppo di homus si divise in due popoli che, dimenticando la loro origine comune, presero ad odiarsi e rivaleggiare: gli uni dicevano di battersi per l’Acqua, gli altri per il Cielo. Costruirono strumenti di morte e cominciarono a dominare la natura in modo sfrenato con il solo obbiettivo di danneggiare l’avversario. Essa, accorgendosi del terribile sbaglio che aveva fatto concedendo fiducia agli homus, decise, per proteggere il pianeta, di dividere per sempre i due popoli sperando che la lontananza permettesse loro di dimenticarsi a vicenda. Per farlo Acqua e Cielo dovettero sacrificare la Terra. Così un giorno il cielo si fece scuro, denso di nubi e l’Acqua nei mari e nei fiumi agitata e tempestosa, la crosta terrestre prese a tremare e dalla cima di alcune montagne cominciò a scendere materiale fuso e incandescente.

Uno dei due popoli: gli Skier si arrampicò fin sulla cima dei monti più elevati per trovare scampo, l’altro: i Sear si tuffò nel mare.

Sulle cime più alte gli Skier costruirono le loro città e per spostarsi  dall’una all’altra usavano le loro ali, ma non più mani e piedi palmati o polmoni capaci di sopravvivere sott’acqua, fu così che persero queste doti. Al contrario i Sear non uscirono mai più dal mare per tentare di raggiungere il Cielo sacrificando le loro candide ali.

Yora cambiò conformazione: esistevano solo più altissimi monti che si tuffavano nelle acque e si protendevano verso il cielo. Sotto le cime, dove si ergevano le città skierane, vi era una perenne coltre di nubi bianche che impediva loro di vedere il mare e ai seariani di vedere il cielo. Tuttavia i due popoli non smisero di odiarsi e guerreggiare: gli skieriani attraversavano le nubi per attaccare i seariani e questi si dirigevano verso la superficie marina per rispondere alla guerriglia. La natura indignata, cessò di avere qualsiasi rapporto con loro, così in breve gli homus divennero incapaci di udire la sua voce e di usare le loro vecchie capacità. Cielo e Acqua dovettero rinunciare al loro amore senza potersi più nemmeno vedere a causa delle nubi; se solo lo avessero voluto avrebbero potuto porre fine alla vita, ma non lo fecero mai: infondo in loro vi era ancora speranza.”

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Wave assaporò quelle ultime parole  prima di richiudere il polveroso libro di Perla: quella storia le piaceva più di qualunque altra anche se differiva dalla leggenda che tutti i seariani conoscevano.

“Perla..perchè questa storia è diversa da quella che mi hanno insegnato a scuola? L’altra dice che gli skieriani hanno lanciato le lingue di fuoco incandescenti su di noi per distruggerci…” mormorò, mentre con le sottili dita di bimba tastava la superficie rugosa del manoscritto.

La donna sorrise comprensiva: sul suo volto iniziavano ad apparire le rughe e i suoi capelli si facevano sempre più velati “Perché sembra che il nostro popolo non sia capace a provare altro che odio…la versione ufficiale della leggenda sulle nostre origini è diversa certo, forse gli skieriani avranno scritto esattamente l’opposto …dipende tutto dai punti di vista: è più facile prendersela con qualcuno se le storie del passato sono dalla tua parte e appoggiano le tue teorie…è successo tutto così tanto tempo fa che nessuno ne ha ormai memoria, tuttavia io so che è questa la verità” rispose prendendo il libro tra le mani

“Perché te lo ha detto il mare..” ribatté lei prontamente “Tu puoi sentirlo…”

L’anziana le sfiorò la guancia vellutata “Io sento la natura perché la mia famiglia non ha mai dimenticato il nostro posto nel mondo…” chiarì con tono dolce: era ormai qualche anno che Wave la andava a trovare nella sua vecchia casa di conchiglia e qualcosa le diceva che poteva riporre una grande speranza in quella piccola; per questa ragione aveva cominciato ad insegnarle tutto quello che sapeva sul passato, era convinta che con un po’ di buona volontà ben presto sarebbe riuscita a sentire la voce della natura perché aveva un cuore grande.

“A te quale storia piace di più: questa o quella che ti insegnano a scuola?” le domandò

Lei fermò i suoi giganti occhi lilla sul suo viso “Questa…perché Cielo e Acqua non hanno perso la speranza..forse un giorno seariani e skieriani si riuniranno..” fece con aria innocente

“Forse sì..ma tu non hai paura di loro? “ domandò ricordando le descrizioni tremende dei nemici che venivano fatte ai bambini.

Scosse la testa “Tu hai mai visto uno di loro?”

La donna si alzò per frugare in un armadio sul quale crescevano piante marine e coralli rossi, tirò fuori un disegno un po’ sbiadito “Io no..però mia nonna sì e ha fatto questo..” disse porgendoglielo

Era un giovane alto, con i capelli corti e un meraviglioso paio d’ali, non era affatto il mostro di cui si parlava.

Perla cercava inutilmente di spiegare agli altri abitanti di Cora che i rapporti con i nemici potevano migliorare, tutti la credevano pazza, gli stessi genitori di Wave se l’avessero saputa lì non le avrebbero mai più permesso di uscire, ma lei era una bambina furba, attenta a non fare mai tardi e non insinuare il minimo sospetto.

“Tornerò domani nonna Perla..” esordì dandole un bacio

Si fermò davanti all’uscio: quella donna non era davvero sua parente, non aveva conosciuto sua nonna però se la immaginava forte e saggia come lei.

“Vorrei tanto vedere uno skieriano un giorno..” mormorò

Uscì nuotando il più veloce possibile verso casa, aveva imparato a sbattere davvero bene i suoi piedi palmati. Guardò sopra di lei: c’era la superficie lontana in leggero movimento; sul fondale invece si ergevano le case di perla e conchiglia, allegre e colorate circondate da alghe lunghe e ondulate, formazioni di corallo e molluschi..

                                   

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