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                                                                CAPITOLO 2

                      

                                     Dieci anni dopo..

Wave spalancò la porta rigida e liscia della casa di Perla: ogni cosa era al suo posto, nulla era cambiato dalla prima volta che vi si era intrufolata: nella cucina c’erano sempre le sedie di legno con i sassi attaccati alle gambe, com’era d’abitudine nel mondo marino per evitare che potessero salire a galla, lo stesso valeva per il tavolo. Non sembravano invecchiati nel corso del tempo, gli artigiani seariani avevano scoperto un unguento perfetto che, spalmato di tanto in tanto sulle superfici legnose o corrodibili, impediva che venissero deteriorate dal mare. Ormai pochi usavano oggetti di legno anche perché i rifornimenti che i primi coloni seariani avevano salvato dalla terra in subbuglio stavano per terminare, ma Perla non vi avrebbe mai rinunciato: erano il suo ricordo del passato per questo li curava con grande attenzione. Poi c’erano le pareti lucide arancione pastello ricavate dal guscio di un magnifico quanto vecchio esemplare di conchiglia gigante, al contrario del legname quelle abbondavano sul fondale, inoltre erano assai meno costose delle perle che venivano fuse con un complesso procedimento e riplasmate in modo da ottenere blocchi usati per le costruzioni di muri: grazie a questo particolare si riuscivano a distinguere facilmente le famiglie veramente ricche dalle altre. Il Palazzo Reale era il più maestoso edificio mai costruito, si diceva che le sue mura riproducessero tutte le sfumature del mare dal blu al turchese; lei non aveva ancora avuto occasione di vedere la reggia, d’altronde si trovava a Iodios, sicuramente una delle mete più gettonate per viaggi e gite, ma lontana più di otto giorni in Swam dalla cittadina di provincia dove abitava lei. Lo Swam era il più moderno ed efficiente mezzo di trasporto; ogni famiglia ne aveva almeno uno: si trattava di una grande cabina con un particolare aggeggio che serviva a spingerla, mentre davanti e dietro vi erano due grandi pinne di materiale solido collegate, grazie ad un tubo, con l’interno della cabina: muovendo il tubo si poteva dare al veicolo una direzione. Usare lo swam non era semplice a suo dire; a Sean, nome usato per indicare il mondo marino, non esistevano strade, erano le correnti a determinare i sensi di marcia, solo che cambiavano periodicamente perciò era necessario conoscerle e sentire il loro moto dall’interno della cabina per evitare di procedere nel senso sbagliato.  

Vide Perla muoversi verso di lei dopo aver chiuso un cassetto della credenza sulla quale aveva trovato casa una numerosa famiglia i coralli blu.

“Oggi ho sentito il bisbiglio di un cavalluccio marino…” disse soddisfatta sgranocchiando un Blau.

“Ah sì …e che ti ha detto?”

“Che sono la ragazza più impicciona di tutta Cora…” fece ridendo e girando una ciocca dei suoi capelli turchesi e viola

“Non scherzare…” la rimproverò la vecchia, ma non con rabbia

“Ha detto che le correnti questa notte saranno particolarmente forti..” rispose con più serietà

“Beh..allora sarà meglio ritirare le mie alghe domestiche…mi daresti una mano?”

Sorrise e diede due bracciate verso il tetto, adorava la sensazione della sua pelle completamente circondata dall’acqua.

Posò le piantine dentro la casa “Così avrai ancora le tue alghe per farmi delle deliziose zuppe!” ricordò

Restò in silenzio per un attimo: voleva affrontare un argomento importante tuttavia non aveva il coraggio “E’ fantastico poter sentire la voce della natura…riesco a percepire sempre di più. Prima udivo solo esseri viventi, ma ora anche le onde…il suolo…è meraviglioso..” confessò sincera “Mi piacerebbe che anche gli altri sapessero, vorrei che vedessero quello che io e te sappiamo fare, così si convincerebbero che non tutto è come sembra..”

“Non avrai detto qualcosa ai tuoi genitori!?” saltò su la donna preoccupata

Scosse la testa “Però se potessi farlo, forse capirebbero o almeno dirlo a Coraline..lei è la mia migliore amica..”

Perla le mise una mano sulla spalla “Questo dipende da te infondo, se tu credi che siano pronti a sapere la verità io non ti impedirò di far nulla, però ricorda che dirgli tutto vuol dire confessare che hai seguito i miei insegnamenti per tutti questi anni…” si fece triste al pensiero di ciò che la ragazza avrebbe potuto passare “Dire la verità potrebbe far sì che tu venga classificata come pazza o visionaria…io ormai sono vecchia, ho deciso di essere onesta tanto tempo fa e guarda che fine ho fatto: nessuno mi fa visita..nessuno eccetto te..”

“Vuoi che viva nella menzogna?” domandò senza capire

“No…però voglio che tu possa vivere la tua vita di adolescente ancora per un po’..”

Si fece pensierosa “Perché non possiamo parlare con la natura quando vogliamo? Perché è lei a contattarci?”

Si guardò intorno allargando le braccia “Perché è lei che comanda…noi ci siamo comportati male secoli fa e continuiamo a farlo, non puoi pretendere che ci perdoni e torni ad essere nostra amica: non se le cose non cambieranno…” la fissò con sguardo grave “Ora vai o tua madre si preoccuperà…”

Tornò alla Conchiglia Rosa, così veniva definita casa sua, in effetti la sua colorazione era alquanto rara.

“Chi si rivede!” esordì sua sorella maggiore Miria con quel tono  sarcastico che adottava sempre quando si trattava di lei: erano così diverse sia nell’aspetto che nel carattere e poi c’era Giori, l’ultimo arrivato della famiglia ancora nella fase dei perché; chiedeva spiegazioni praticamente per ogni fatto, però nonostante i suoi sei anni era davvero vispo.

“Mamma è già tornata?” domandò lanciando un’occhiata nella stanza della sorella intenta a svuotare l’armadio in cerca di qualcosa da mettere per il ballo di quella sera: era la festa per la chiusura dell’anno scolastico, si svolgeva ogni anno a metà maggio e coinvolgeva tutta la popolazione. Wave non lo amava particolarmente, troppe persone esaltate e chic come Miria, preferiva decisamente qualcosa di più semplice.

“E’ l’una…oggi è mercoledì…questo vuol dire che mamma esce dal lavoro tra mezz’ora: quando riuscirai a mettertelo in testa?” la rimproverò

In realtà lo sapeva, ma non aveva idea di che ora fosse, quando andava da Perla il tempo volava..

“Preparo qualcosa da mangiare..” fece: le piaceva stare ai fornelli e se la cavava abbastanza bene. Suo padre non sarebbe tornato fino alle sette di quella sera: lui guidava gli Chain Swam, ovvero una serie di cabine attaccate ad un grande swam che le trainava tutte. Di sicuro non c’era nessuno più bravo di lui a seguire le maree.

Come Cielo e Acqua.....Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora