24. Notti insonni e addii

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Te mandaré un beso con el viento,
y se que lo sentiras.
Te das la vuleta sin verme,
pero yo estaré allì.

(Ti manderò un bacio nel vento,
e so che lo sentirai.
Ti volterai senza vedermi,
ma io sarò lì.)

Luke's pov

L'aria del mattino presto è fresca, il cielo di un turchino delicato, senza nuvole, spazzate via dal vento durante la notte.

In lontananza il centro caotico di San Francisco si sta risvegliando; nonostante non siano nemmeno le sei, il traffico avanza per le strade tortuose e i rumori della metropoli arrivano vividi alle mie orecchie. Ma distolgo la mia attenzione da quel rumore fastidioso, e mi concentro sul leggero cinguettio di un passero che, a quanto pare, si è appena svegliato su qualche ramo vicino.

Sbadiglio leggermente e per poco non lascio cadere il cellulare che tengo in mano. Di nuovo fisso la schermata di chiamata e lo sguardo cade sul mio polso.

Quasi automaticamente l'altra mia mano sfiora quel semplice nastro rosso, e altrettanto automaticamente le mie dita indugiano sulla cornetta verde. Eppure, prima che la mia testa sia in grado di decidere se fosse una buona idea, quella chiamata è partita.

Devo aspettare ben nove squilli prima che la sua voce trilli sorpresa al di là del... be' del mondo.

-Luke!!- 

Un sorriso spontaneo mi compare sulle labbra, consapevole che lei non lo possa vedere.

-Ehi...-

-Oh mio Dio, ma che ore sono da te?!-

-E' mattina...mattina presto. Ma non ti preoccupare- aggiungo subito dopo. -Non avevo molto sonno.-

-Oh. Mio. Dio. Avete sentito tutti? Luke Smith non ha dormito! È come se mi stessi dicendo che ti sei messo a fare danza classica! A scuola se non dormivi per almeno 4 ore su 7 di lezioni cascava il mondo...- Non posso fare a meno di scoppiare a ridere e lei con me. Rimaniamo un attimo in silenzio ma non ricordo che Bianca Ellis sia mai rimasta senza qualcosa da dire, così mi precede.

-Da quant'è che non dormi Luke?- Lo ha detto con un tono di voce così dolce, come se fosse lì di fianco a me, a preoccuparsi fino in fondo, che non posso mentirle.

-Circa... Due settimane.-

Sento un leggero sospiro all'altro capo del telefono, come se le fosse sfuggito e se ne fosse pentita subito. Ora credo che sia davvero senza parole. Deve passare qualche minuto prima che qualcuno di noi si decida a parlare e quel qualcuno è ancora lei.

-Mi manchi, Luke. Mi manchi da morire.-

-Non dirlo. Per favore non dirlo.-

-Vorrei poter salire sul tetto di questa stramaledetta scuola di principini tedeschi e urlare che voglio tornare indietro, che non voglio più restare qui, che voglio... stringermi in tuo abbraccio e...- Mi accorgo di aver trattenuto il respiro fino ad ora.

Non avevo mai sentito Bianca parlare a quel modo, come se le parole le fossero state strappate via dalla gola, ma fosse stata lei stessa a farlo.

-Scusa... Non...-

-No, è tutto okay.- Ma entrambi sappiamo che non è tutto okay.

Forse è stato un errore cedere alla tentazione di chiamarla; forse avrei dovuto lasciare che si dimenticasse pian piano di me e che si costruisse una nuova vita senza che le ricordassi di ciò che era stato, o meglio, di quello che avremmo potuto essere.

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