🎆 7. Fuochi d'artificio | parte 1

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"È un disastro!" Nicole si infilò entrambe le mani nell'elaborato chignon, spettinandosi e sembrando addirittura più carina.

Alla faccia del pile con i labrador, quel vestito le donava ancora di più di quello che aveva indossato al diciottesimo di Maria. Era dorato, terminava poco più su delle ginocchia con una gonna di raso e poi aveva un piccolo corpetto in tulle e brillantini che contrastava con le ciocche castane appena cadute dalla pettinatura.

No, non era solo carina; era bellissima, pensò Giulio, e come in risposta, lei gli schioccò le dita a due centimetri dalla faccia.

"Oh, ti stai mettendo in posa per il tuo prossimo calendario porno o mi stai ascoltando?"

Sapeva che non sarebbe mai dovuto andare a quella festa. Nicole non era bellissima, era solo mostro. Un mostro di ansia e logorrea che gli stava corrodendo il fegato da venti minuti buoni.

"Basta." sospirò, stanco, coprendole la bocca con una mano e sbavandole così il rossetto color sangue di Giuda su cui lei aveva speso un patrimonio.

"Non mi rovinare il trucco o ti rovino io quella faccia da Luigi Quattordicesimo che ti ritrovi! E sai che non ho problemi a usare il mestolo, specialmente quando sono agitata!"

"Non è - successo - niente!" sfiatò Giulio, molto meno composto del solito.

"Come no? Valentina, Maria, ripetetegli cosa è successo, visto che forse ha le orecchie foderate da quei capelli d'angelo troppo nobili per essere fatti accorciare da un comune parrucchiere plebeo."

Maria sbuffò, senza dare troppa rilevanza ai loro ripetitivi battibecchi, mentre Valentina eseguì meccanicamente: "Il water ha preso a spruzzare, nessuno ci ha avvisato, il bagno si è allagato." 

"E quindi?" la incoraggiò Nicole.

"Quindi non possiamo chiudere Serena e Andrea nel bagno finché non sarà sistemato e asciugato."

"Poi..." incalzò la padrona di casa.

"Poi c'è Alessio che si è già annaffiato di champagne e che quindi non può partecipare alla scenetta del litigio con Sandro senza rischiare che finisca veramente in rissa."

"Va beh, facciamo a meno di quella." ovviò Giulio. "Avete attaccato rami di vischio su ogni due metri di soffitto, fateci finire entrambi sotto e fate dire al dj che è ora di baciarsi, o il duemiladiciannove sarà un anno di sfiga nera. Andre lo farà sicuramente."

"Andre è chiuso fuori in terrazzo da quando è arrivato." ringhiò Nicole, a cui mancava solo la bava da volpe rabbiosa. 

E così Valentina decantò la chiosa di quella cronaca nera: "In terrazzo ci è sfuggito di appendere il vischio, dato che non c'è un soffitto, e tutto il piano era stato ambientato all'interno della casa, nella convinzione che tuo fratello non fosse..."

Maria, che se n'era stata per tutto il tempo seduta a braccia incrociate con il balconcino bene in vista, decise di finire la frase per lei: "Un cacasotto."

"Succede sempre tutto nei momenti peggiori, eh?" abbozzò Giulio, divertito nel sentirsi spiegare questi cataclismi con tale piattezza, come se veramente l'unica a vedere sempre il dramma nel mondo fosse Nicole.

Ma lei era davvero fuori di sé, non voleva sentire ragioni: contemplava quel che rimaneva del suo grande piano andare sempre più allo sfacelo e allo stesso tempo sentiva qualcosa di pressante montarle nel petto nei confronti di Giulio. Avevano lavorato un sacco per quella serata e adesso che era rovinata, lui se ne stava lì, inarrivabile e statuario come al solito, senza preoccuparsi?

Era così indolente da farle venire voglia di mollargli una sberla in pieno volto.

Giulio era sempre, sempre così. Qualsiasi cosa accadesse, lui era calmo, quasi annoiato, insomma, superiore agli eventi e le persone. Rideva solo per situazioni da lui stesso selezionate, non si lasciava sorprendere né coinvolgere, aveva il pieno controllo su tutto, nonostante fosse palesemente la fine del mondo.

Invischiati per le festeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora