🎆 10. La partita

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"Giulio!"

"Oh, è il mio giorno fortunato, allora! Perché nessuno me l'aveva detto?" il ragazzo pareva leggermente isterico. "Piadinaio, perché nessuno me l'aveva detto?"

L'uomo da dietro il bancone alzò le voluminose spalle.

"Giulio, che cosa ci fai qui?" domandò Nicole, scendendo dalla macchina e guardandosi intorno con smarrimento.

"Mah, portavo a spasso le piadine." sbeffeggiò.

"Dov'è Serena?"

"Chi?"

"Serena! Ha detto di aver... ha detto che era..."

Giulio seguiva i vagabondaggi mentali di Nicole con le pupille allargate dallo sgomento, mentre lei dapprima non si dava pace nel non vedere alcuna Punto blu e poi si lamentava come presa da una spiacevole intuizione e si chiudeva di nuovo dentro la macchina, però senza partire.

Giulio la raggiunse a lato del finestrino: "Ti chiamo un medico? Hai forato il cervello?"

"Non ho forato proprio niente."

Giulio l'aveva capito, ma aveva solamente tentato di sdrammatizzare: "Fammi indovinare, Serena ti ha fatto venire qui con una scusa."

"E Andrea ha fatto venire te qui con una scusa." realizzò lei, fissando quelle invitanti piadine e poi qualcos'altro di invitante tipo le sopracciglia teneramente corrugate del princeps.

"Ci hanno invischiati. Che stronzi."

Nicole rimase imbronciata a braccia conserte dietro il volante: "Già. Io rischio il castigo a vita e loro si mettono a giocare a Cupido, davvero maturo per due che, come età, hanno già superato il quarto di secolo!"

"Beh, vai." le suggerì, ovvio, indicando l'asfalto alle sue spalle. "Fai finta che non sia successo nulla e continua per la tua strada." 

Nicole fermò gli occhi su di lui e, contrariamente a quello che le ordinava il cervello, lasciò che lo passassero per bene in rassegna. Divino, come sempre. Ma anche dall'aria maledettamente sofferente e trascurata che le faceva un pochino ballare le gambe: "Tu perché sei qui e non alla partita?"

Giulio schioccò la lingua e, deciso che non ne voleva parlare, passò entrambe le piadine attraverso il finestrino, mollandole in grembo a Nicole: "Queste sono per il viaggio. Buon proseguimento." 

Le voltò le spalle e prese a camminare speditamente in direzione opposta.

Ma Nicole, accidenti, era stata ormai invischiata a tutti gli effetti.

Scese dal veicolo e seguì Giulio di corsa: "La squadra è praticamente caduta in rovina, senza di te!" 

"Strano."

"Mio padre è sull'orlo della crisi identitaria!" gli comunicò senza scalfirlo di una virgola. "Hanno fatto capitano Luca Ciambelli e lui sicuramente lo farà perdere. Ci farà perdere!"

"Però è un gran figo." ribatté lui, con un occhiolino insolente.

"Dai, Giulio!" guaì Nicole. "Non posso credere che tu, proprio tu, eroe della massa e re dei campi da rugby, stia rinunciando al tuo quarto d'ora di gloria!"

"Non gioco a rugby per la gloria."

"E per che cosa, allora?"

"Perché mi piace." sviscerò Giulio, le mani in tasca e le noccioline congelate attorno alle pupille. "Non devi sempre per forza scambiare il piacere per la gloria, quando si parla di me, Lucich. Non sono realmente montato e megalomane come pensi."

Invischiati per le festeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora