Il college, la metro e una telecamera

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Il college non è facile, lo sapevano tutti.
Studio, esami, professori. La stronza vip che ti guardava da sopra a sotto con disgusto se non vesti di marche. i razzisti che organizzano parate dall'odore del KKK. i vecchi professori che si lamentano dei giovani, mettendo le corna alle loro mogli con le ragazze delle loro classi.
i soldi.
i soldi erano il mio maggiore problema.
mamma mi aveva sempre detto che ero un bambino ingegnoso, sapevo scendere da un albero dopo aver salvato i miei mici anche se gridavo perché avevo paura delle altezze. così misi in pratica il mio ingegno nel momento del bisogno.
ma io non volevo lavorare come uno sguattero al Mc Donald's, mi sarei ammazzato affogandomi nell'olio bollente dopo due mesi.
così, seduto sulla metro, trafficata metro di New York, con le cuffiette nelle orecchie che a malapena coprivano le urla dei cari concittadini, capii cosa avrei dovuto fare, per un paio di ore al giorno, che mi avrebbe fruttato quattrini su quattrini.

per cosa la gente pagherebbe anche oro? sopratutto vecchi maniaci seduti sul divano con l'osteoporosi? o giovani curiosi? o persone con la mania del controllo?
per i spogliarelli e un bel po' di nudo online.
io non volevo essere toccato, ma
avevo bisogno di soldi. il fisico me lo permetteva, non avevo problemi a far finta di essere posseduto da una donna, da un uomo o da chi che sia. basta che mi avrebbero permesso di farmi il bagno nei dollari.
gli occhi mi brillarono, e decisi che il mio dormitorio poteva aspettare... prima dovevo andare a recuperare il materiale necessario per il mio nuovo lavoro. così balzai fuori dalla metro appena si aprirono le porte, e cominciai la mia avventura a luci rosse.

Dopo un paio di ore tornai nel mio dormitorio, col mio caro eastpack nero pieno del necessario.
appena chiusi la porta (a chiave), chiusi anche le tende e mi levai sciarpa e beanie, buttandoli sul letto. posai lo zaino su questo e recuperai la mia nuova telecamera di zecca... un piccolo investimento. la collegai al mio Macbook, la accesi e la puntai contro di me.

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