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«Tae...»

«Taehyung»

«Kim Taehyung»

«Taehyung, se non ti alzi entro trenta secondi ti faccio diventare donna!»

Fu questo l'ultimo richiamo che fece cadere Taehyung dal letto, facendolo sussultare a causa del contatto immediato con la superficie gelida del pavimento. Amava sua madre, ma certe volte riusciva a mettergli più timore di quanto ne potesse mettere chiunque altro. Aprí gli occhi, per poi strofinarseli con entrambe le mani.
Era un gesto di cui non si era mai tolto il vizio; lo faceva sembrare un bambino, ma neanche se ne rendeva conto. Sospirò, prima di vedere la porta della sua stanza spalancarsi e la figura di sua madre spuntare.

«Ti avevo avvertito- oh buongiorno tesoro, dormito bene?» cambiò immediatamente espressione, rivolgendogli uno dei suoi migliori sorrisi. Si chiese quali strani capacità avesse quella donna.

«Escludendo le tue meravigliose urla, mamma? Ero tra le braccia di Park Seojoon, ti rendi conto? Mi hai svegliato sul più bello» gli rispose, cercando di tirarsi su, ritrovandosi quindi seduto.

«Quante lamentele, la tua istruzione è più importante di Sejoo, Sesu, come si chiama. Su, muovi il culetto» aggiunse, uscendo dalla camera.

«SEOJOON» le urlò prima di alzarsi e sgattaiolare in punta di piedi verso il bagno, avendo paura di poggiare l'intera pianta del piede sul pavimento a causa del freddo.
Si, non aveva addosso le calze.
Che serve metterle se poi ti si sfilano durante la notte? Aveva pensato lui.

Si preparò ed una volta pronto scese al piano di sotto. Si diresse in cucina dove trovò la madre intenta a leggere qualcosa sul suo cellulare.

«Qualcosa di interessante?» chiese riferendosi a ciò che stava guardando, nel mentre che afferrava un biscotto.

«È una email della tua scuola. Dice che c'è la possibilità di ospitare uno studente proveniente da un'altra scuola nella propria casa. Sarebbe bello, non trovi? Potresti fare nuove amicizie»

«Mamma, sto benissimo con le mie amicizie. E poi dovrei condividere la mia camera con un estraneo, non se ne parla»

«Abbiamo un'altra stanza per questo. Pensaci, non fa male farsi un amico in più. O un'amica»

«Sai che non vado d'accordo con le ragazze» si lasciò scappare una lieve risata, che contagiò anche la donna.
Lei sapeva dell'orientamento sessuale del figlio, e sapeva anche a cosa lui si riferisse con quella frase.
Aveva uno stretto rapporto con sua madre, e di questo si riteneva fortunato. Non tutti i genitori appoggiano sempre la sessualità dei propri figli, e al contrario di loro, lei ne era più che felice. Probabilmente perché desiderava che lui trovasse l'amore che lei, sfortunatamente, non aveva avuto, sentendosi libero di farlo.
Era un'amica, per lui. E Taehyung l'amava più di chiunque altro.

«Comunque ora vado o faccio tardi» afferrò le chiavi della macchina insieme allo zaino, uscendo poi dall'abitazione, non prima di aver salutato sua madre.

Si strinse nelle spalle una volta fuori casa, sentendo già il lieve freddo di novembre farsi pungente. Entrò in macchina e, come d'abitudine, la prima cosa che fece fu accendere la radio alla stazione 7. Partí Talk me Down di Troye Sivan. Era una delle sue canzoni preferite, avrebbe tanto voluto dedicarla a qualcuno. Ma forse questo qualcuno non esisteva. Almeno, era ciò di cui lui si era ormai convinto.
Cominciò a canticchiarla, guidando verso l'edificio in cui avrebbe passato cinque lunghe ore.

 u r my breathtaking « t a e k o o kDove le storie prendono vita. Scoprilo ora