Seamus sospirò amareggiato e si alzò, l'equilibrio precario dopo l'ennesimo incredibile capitombolo che aveva fatto. Giurò a se stesso che, terminata quella pagliacciata una volta per tutte, avrebbe chiesto come minimo un risarcimento!
Almeno sono atterrato sul prato fiorito che desideravo, ma ho rischiato di crepare lo stesso...
Guardandosi attorno, scoprì di essere finito nel bel mezzo di un bosco, in uno spiazzo libero dagli alberi che lo circondavano. Ma che razza di alberi erano, quelli? Non ne aveva mai visti di fatti così in vita sua! Erano dotati di un tronco enorme e, al posto della chioma, sembravano avere uno spolverino fatto di foglie!
Questa scoperta lo lasciò seccato, più che sconcertato: doveva essere finito in un altro cazzo di fantasy! Ancora! Avrebbe dovuto immaginarlo dal numero di pagine del mattone che suo nonno gli aveva lanciato dopo essersene uscito con quella massima enigmatica e aver riposto la pagina di Varaldien al sicuro.
«Ora sì che inizi a capire!» gli aveva detto.
Beh, Seamus era sicuro di non aver capito un bel niente, tranne che stava imparando a odiare i libri di quel genere! Così come le loro foreste! E la maggior parte degli abitanti!
Speriamo che stavolta non ci siano lucertoloni in agguato...
Si avviò verso la casetta a due piani che sorgeva poco distante dalla sua posizione, della quale si era appena accorto. Non perse tempo a domandarsi chi fosse il pazzoide che vi abitava: si avvicinò a grandi passi verso l'ingresso, salvo fermarsi quando fece caso al rumore che rompeva ritmicamente il silenzio altrimenti assoluto. Il suono non proveniva dalla casa, bensì dal gabbiotto adiacente, e non la smetteva di trapanargli i timpani.
Non lo sopporto, adesso lo faccio smettere io! E mi farò anche dire dove caspita sono finito!
Senza troppe cerimonie, Seamus entrò nel capanno ma si bloccò subito, gli occhi sgranati per lo stupore nell'osservare la figura che gli dava le spalle, intenta a forgiare... forse una spada? Ma da quando i fabbri si tingevano i capelli con i colori dell'arcobaleno e indossavano più gioielli di un re?
Lo strano tipo, proprio in quel momento, lasciò cadere il martello a terra e affogò la lama in una bacinella colma d'acqua, che liberò un denso fumo a contatto col ferro rovente. Quando si fu raffreddata, la tirò su e cominciò a esaminarla come se avesse avuto i peggiori difetti del mondo. Seamus, senza farsi notare, fece la stessa cosa e gli occhi gli brillarono quando si rese conto che aveva davanti la spada più figa che avesse mai visto.
«Non va ancora bene, uffa!»
Il fabbro urlò e lanciò la sua creazione appena nata nella direzione del ragazzo che, colto di sorpresa, non ebbe la possibilità di schivarla. La lama affilatissima sibilò a mezzo centimetro dalla tempia destra di Seamus e si conficcò nella parete dietro di lui. Pericolo scampato, ma lo spavento aveva tolto al giovane come minimo sette anni di vita.
«Ma ti sembra il caso di lanciare spade alla cazzo come se niente fosse?» La sfuriata eruppe dalla gola di Seamus come un fiume in piena. Durante quel viaggio senza senso, già troppe volte aveva rischiato di lasciarci le penne, ma mai avrebbe immaginato che sarebbe potuto accadere a causa di una noncuranza tanto plateale.
Il fabbro si voltò allora verso Seamus. Era molto più giovane di quanto questi avesse immaginato ed era anche parecchio bello. Alto, magro, prestante... Gli occhi dalle iridi violacee che lo stavano fissando quasi ipotizzarono il ragazzo, in maniera molto simile a quanto era accaduto con quel Martien Renard nella storia precedente, ma l'incantesimo si spezzò quando vide quel tipo strambo inarcare un sopracciglio.
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The Library
FantasyUno straordinario esperimento di scrittura. Una biblioteca magica. Un ragazzo che ha tra le mani il proprio destino. una strardinaria avventura attraverso innumerevoli mondi. Il più grande crossover mai tentato! La meravigliosa cover è opera di...