The Library

Capitolo 16 - Koko e Balilla

Il leggero torpore che era partito dalla sua testa invase ben presto tutto il suo corpo, forse a seguito dell'ulteriore batosta causata dall'ennesima caduta.

Avrebbe potuto trovare un metodo di teletrasporto diverso, se avesse saputo in anticipo che tipo di libro l'avrebbe inghiottito.

Seamus provò un senso di fastidio e di nausea, subito dopo di sollievo e riprese a respirare, poi ancora un malessere prima di riuscire a trovare la forza di svegliarsi ed affrontare la nuova avventura. Portò una mano ancora informicolita alla fronte e vi trovò uno straccio bagnato: che strano, poco prima non si era accorto per nulla di averlo; in realtà, tutti i suoi sensi sembravano risvegliarsi solo con questa consapevolezza.

Avrebbe dovuto spaventarsi della sua incapacità di muoversi con disinvoltura, e invece l'unico pensiero che riuscì a formulare con tutta calma del momento gli suggeriva che era senza dubbio la migliore sensazione che avesse potuto provare in una circostanza del genere. C'era qualcuno al suo fianco, una figura sottile, scura, sinuosa, ma prima di preoccuparsene voltò la testa e crollò addormentato.

Si chiese quanto tempo era rimasto in quella posizione così comoda quando finalmente riaprì gli occhi per la seconda volta, con più coraggio.

Si sentiva rinato: avrebbe potuto ripetere le esperienze paranormali vissute fino a quel momento. Ma per ovvie ragioni non se lo augurava sul serio: psicologicamente non avrebbe sopportato altre percosse, piuttosto avrebbe cavalcato un grifone alato.

Come ad assicurarsi che non fosse stato un sogno, la mano si mosse nuovamente alla fronte e scoprì che lo straccio era ancora lì. Poi una certa pressione sulle gambe lo portò ad abbassare lo sguardo, sollevato dal fatto che potesse ancora sentirle e muoverle, nonostante l'invitante presenza.

Un'indiana americana era seduta a cavalcioni su di lui e masticava qualcosa, muovendo le labbra in modo ondulatorio, una visione tanto seducente quanto incredibile. Credette di riconoscere quei tratti, infatti si chiese se fosse stato possibile finire per errore nella storia raccontata dall'unico film d'animazione con un'indiana come protagonista; magari in una versione per adulti, dal momento che c'era del proibito in quello che stava guardando e vivendo. Seamus sapeva che ogni fiaba, poi ogni libro e infine ogni manga che aveva avuto il piacere di leggere aveva un lato erotico, a volte fastidioso perché esagerato dagli stessi seguaci; sapeva cosa fosse il porno (e dopo l'avventura precedente, sapeva anche cosa non fosse!), sapeva cosa fosse l'hentai. Volente o nolente era venuto a conoscenza di quelle verità, ma non sempre le difendeva, anzi, per quanto adorasse lasciarsi andare alle coccole di un mondo che non esisteva, fatto di superpoteri e situazioni paradossali, avrebbe preferito centomila volte stare con una ragazza in carne ed ossa.

Esattamente come la Pocahontas che in quel momento lo stava bloccando per le braccia al terreno ricoperto di foglie e fiori, con una tale convinzione che non riuscì a ribellarsi, dunque la lasciò fare.

Ma nel momento stesso in cui provò a sorriderle abbastanza imbarazzato, lei gli sputò in faccia qualcosa di molliccio che rimase appiccicato alla sua guancia, qualcosa che poi stese sul lato sinistro del viso del poveretto.

«Ma che cazzo fai?!»

Seamus cominciò ad agitarsi, confuso da ciò che era appena successo: in che razza di hentai era finito? Provò a spingere via l'indiana, ma quella si impuntò e oppose resistenza, rimanendo dov'era. Seamus sentiva il viso pizzicargli: tornò la sensazione di sollievo mista a quella di fastidio, ma stavolta aveva anche un profumo, associabile ad una pianta.

Iniziò così una piccola battaglia di schiaffi e spintoni, fermata solo dall'arrivo di un altro personaggio. Dopo che l'indiana l'ebbe costretto a stendersi di nuovo, conquistando anche il secondo round, Seamus notò la figura capovolta di un ragazzo che stava assistendo alla scena con aria divertita.