5.Ricordi

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Stavo impazzendo, ero nel mio laboratorio da giorni ma non riuscivo a trovare nessuna soluzione, era umiliante. Il cervello di Bucky era un cubo di rubik e i miei consulti con la principessa Shuri non mi portarono a nessuna soluzione. Ripresi tutti gli incartamenti, li risfogliai e analizzai più e più volte, ma nulla. Ero arrivata all' ultimo fascicolo quando dal lato scivolò una foto, era di Bucky e Steve. Guardandola pensai che avrei tanto voluto conoscere quel ragazzo sorridente della foto....ma cosa mi veniva in mente , lui era l'ultima persona per cui avrei dovuto provare compassione così la rimisi nel fascicolo.

Dopo un po' decisi di staccare e salii al piano superiore per andare in cucina. Ero vicino la porta quando sentii delle voci , una era di Steve ma l'altra non era di Bucky era più dolce e ammaliate era di una donna, l' avrei riconosciuta fra mille, era della spia più letale che lo S.H.E.L.D. avesse mai avuto,  Natasha Alianovna Romanova. Stavo per tornare indietro , non volevo parlarle in quel momento , quando la porta si aprì. Natasha era sulla soglia mi guardò poi con in suo solito ghigno disse "Ehi straniera " la guardai e con fare imbronciato risposi "Natasha che ci fai qui?" "Be dovevo aggiornare Steve e volevo parlare un po' con te " sbuffai "Ma noi non abbiamo nulla da dirci " mi guardò come se non si aspettasse quella risposta, e mi sentii bene dato che era stata lei a ferire per prima me, la oltrepassai e andai verso la macchinetta del caffè ma prima di arrivarci Steve mi si parò aventi, con uno dei suoi sguardi da genitore che rimprovera i capricci di un figlio capriccioso, a quello sguardo roteai gli occhi e aggiunsi " Se vuoi possiamo parlare nel mio laboratorio" solo allora Steve mi permise di prendere il mio caffè e subito dopo scesi alla mia postazione.

Qualche minuto dopo sentii bussare , mi presi due secondi e gli dissi di entrare , apparve subito sulla soglia e con due falcate raggiunse il mio tavolo da lavoro, pieno di carte, fascicoli e ferraglia , si posiziono' di fronte a me continuando ad osservare le cose su tavolo poi alzò lo sguardo e io gli dissi "Cosa devi dirmi?" lei mi stava guardando con lo sguardo da sorella maggiore ma subito rispose " Volevo sapere come stai, Steve mi ha detto che è stato difficile per te e che hai avuto delle divergenze con Barnes" boffonchiai un tutto ok e così calò il silenzio,ma questa volta fu Natasha a rompere il silenzio "Lo so di aver sbagliato" la guardai con fare di sfida "Ah ma davvero" "Sono qui per chiarire questo punto"arrabbiata ribattei " Non c'è nulla da chiarire tu hai preferito mentirmi e non dirmi nulla...dovevi solo parlarmi , pensavo fossimo migliori amiche " "Ma lo siamo " "No tu mi hai mentito" "Non è proprio così" "Hai mentito a me e hai coperto loro " dissi quasi urlando e lei con fare triste disse "Ronnie io..." "Voglio stare sola...devo lavorare" vidi tristezza nei suoi occhi ma in quel momento non mi interessava. Stava per andar via quando caccio' dal suo soprabito un piccolo quadro che lasciò scivolare sul tavolo, era una foto vecchia quanto quelle che Steve mi aveva lasciato in precedenza , ma in questa c'erano Howard Stark  con un sorriso smagliante con Peggy Carter e altri agenti dello S.H.E.L.D. , provavo solo rabbia guardando quella foto perché non avevo avuto la possibilità di conoscere sia lui che mia madre...era solo colpa sua... ma dissi "Sai che non mi ricordo di lui..." "Pensavo che ti avrebbe fatto piacere averla...Steve mi ha detto che te ne ha date altre e fra qualche giorno sarà il tuo compleanno ho pensato di regalartela... ci vediamo Ronnie" e andò via lasciandomi lì.

Rimasi lì ad osservare la foto con un vuoto dentro, un vuoto sordo che spesso mi faceva allontanare tutti. Presa da un momento di rabbia sbattei le mani sul tavolo e sul quadro una volta...e ancora... e ancora...e ancora più velocemente e con più rabbia. Quando mi fermai avevo il fiatone e gli occhi mi pizzicavano, alzai la mani sinistra per strofinarmi gli occhi ma provai un dolore lancinante alla mano, la osservai e un vetro si era incastrato fra il pollice e l'indice il sangue sgorgava a fiumi , stavo per andare nel panico ma notai che c'era mobilità quindi il taglio era si profondo ma non aveva reciso parti importanti. Mi alzai per cercare qualcosa con cui medicarlo , mentre cercavo con lo sguardo sentii qualcuno schiarirsi la voce , mi girai di scatto verso il soppalco dove trovai Bucky , non mi ero accorta che fosse lì, girai lo sguardo sulla ferita chissà cosa aveva sentito e da quanto tempo era lì, fantastico aveva sicuramente visto la mia sfuriata, aprii bocca per chiedergli da quanto tempo fosse lì ma lo vidi scendere con una cassetta del pronto soccorso.

Arrivato giù la poggiò sul bancone e mi porse la mano, con un po' di esitazione gli feci vedere la mano ferita, la esaminò ed estrasse il pezzetto di vetro , la disinfettò con molta cura e con un tocco molto gentile e umano, cosa di cui non pensavo fosse capace , per tutto il tempo guardai altrove forse non volevo vedere compassione nei suoi occhi oppure non volevo che lui vedesse qualcosa nei miei. Finito la medicazione dissi "Da quanto tempo eri lì?" mi guardò poi disse "Da abbastanza...non era mia intenzione origliare" " Ti credo". Raccogliemmo tutti i pezzi di vetro e ripulii il sangue, tolsi la foto da sotto i vetri e la poggiai sul tavolo e il volto di Bucky cambiò , era sbiancato. Dopo un po' prese la foto e la guardò con tristezza e amarezza, non chiesi nulla fu lui a parlare "Non ricordo tutti loro...ma ho alcuni frammenti di loro due" disse indicando Howard e Peggy, e di getto dissi "Io non so nemmeno chi sia l'uomo della foto" e non riuscii a non far trasparire la tristezza e l'amarezza che attanagliavano il mio cuore.

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