Tuo di diritto

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Tuo di diritto

«Dov’è?» le chiesi premendola sempre più contro il muro, il pugnale sotto il suo mento. Mi stava mostrando i suoi denti – i canini ben affilati – mentre digrignava per il dolore. Eppure non mi voleva rispondere. A volte mi chiedevo perché fossero così masochisti, i vampiri.

«Non otterrai nulla facendo così» sputò. Socchiusi gli occhi per la rabbia. I suoi erano celesti, un contorno nero che segnalava la sua ira e la sua sete. Era così vicina a me che se non fosse stata troppo impegnata a rimanere in vita, forse mi avrebbe già morsa. Certo, il mio profumo le faceva gola. Era una tortura in più, ma per me non bastava.

Presi un paletto in frassino che avevo nella cintura e le infilzai la mano al muro. La vampira non riuscì a trattenere il dolore e urlò più forte che potesse. Come le campane funebri, che accompagnano il morto nel suo ultimo cammino. Era lo stesso suono, solamente più acuto.

«Dov’è?» Ritentar non nuoce, pensai. Logan – cowboy del Tennessee che si era unito a me e Gabriel contro i morti viventi – diceva che i vampiri sotto tortura imparavano a cedere. Ma quella che avevo trovato io era un osso duro, lo dovevo ammettere.

«Kim...» mi riprese Gabriel. Lasciai scivolare i miei occhi sui suoi e su quelli di Logan, in piedi accanto a lui. Mi guardavano perplessi, come se non mi avessero riconosciuta.

Sono sempre io, mi dissi, solo un po’ più incazzata.

«Come sei crudele, principessa.» La vampira, sebbene divorata dal dolore, abbozzò un sorriso ammaliatore. A mia volta, inarcai da buona strafottente il labbro all’insù. E lei mi ringhiò contro, come se avesse sperato in un’altra mia reazione. Beh, aveva sbagliato.

«Questa l’ho già sentita,» mormorai. «Basta giocare». Abbassai il pugnale che le tenevo premuto contro la gola e la infilzai al centro del petto, girando bene la lama. Volevo vederla soffrire, implorare aiuto, anche se non aveva più fiato per farlo. Logan si avvicinò e lasciò cadere su di lei dell’acqua santa, che subito la trasformò in cenere nera mossa dal vento.

Nulla di più.

Gabriel mi voltò verso di sé. Aveva le mani sulle mie spalle, mentre mi studiava. Io ero impassibile, il pugnale lungo il mio fianco, le labbra tese in due linee rette. Seria. Ero particolarmente seria. Non avevo ottenuto ancora nessuna informazione riguardo il nascondiglio di Victor.

Mancava solo lui all’appello.

Prima Arthur, poi Henry...ora Victor.

Eppure se i vampiri non si decidevano a rispondermi, avrei continuato a cercare a vuoto. In qualsiasi modo, in qualsiasi tempo o circostanza, lo avrei trovato e poi ucciso. Per vendetta.

«Cosa ti è preso?» chiese il mio ragazzo circospetto. Nel frattempo, Logan era tornato accanto a noi.

Piegai la testa su un lato. «Cercavo informazioni» risposi asciutta.

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