Stiles guardava l'orologio attaccato con un chiodo, sopra alla lavagna in ardesia, nell'aula di fisica. Sudava. Sudava freddo. Era una cosa che capitava a Stiles quando era in tensione e soprattutto quando era agitato. Sbatteva in maniera ritmica il piede sul pavimento in maniera veloce. Sentiva il rumore del gesso che strisciava la lavagna. Questo portò la schiena di Stiles, sudata e tremante, ad avere un terribile brivido come se qualcuno gli stesse mettendo del ghiaccio secco sulla schiena: una tortura. Fissava costantemente il quadrante dell'orologio dove la lancetta dei secondi avanzava in maniera ritmica lasciando uno schiocco ogni volta che si spostava in senso orario. Non c'è la faceva più. Si sentiva stanco e pesante. Si alzò in maniera brusca, dando dell'occhio a tutta la classe di fisica. ,« Signor Stilinski. C'è qualche problema?» domandò il professor Hillard. Stiles si avvicinò alla cattedra, mettendo una mano su un banco in prima fila per appoggiarsi. Si sentiva confuso, la mente era offuscata e sentiva un caldo pazzesco, malgrado fossero a inizio gennaio. Fu inevitabile. Cadde sbattendo la testa sulla cattedra per poi cadere a terra privo di sensi. Il professor Hillard, si avvicinò al ragazzo e notò una striscia scarlatta colare lentamente sulla fronte del ragazzo. Agitato, il professore di fisica, uscì chiamando la signorina Stacy, una donna magra, giovane e bionda, che subito, chiamò l'ospedale, informando che uno studente, perso conoscenza. «Buongiorno, sono la signora Mcall. Ha chiamato l'ospedale Beacon Hills per un' emergenza?» la donna che fece la domanda era giovane e aveva i capelli castani e ricci, raccolti in una coda. Indossava un camice bianco, seduta su una sedia davanti al computer vecchio della sala d'attesa. « Si. Nella scuola di Beacon Hills liceale, un ragazzo sui 17 anni, ha perso conoscenza. La caduta ha provocato una ferita alla fronte »rispose la signorina Stacy, ancora agitata per il fatto accaduto in così poco tempo. « Ok. Non si preoccupi signorina, manderemo un'ambulanza il più presto possibile » rispose la signora Mcall. Si alzò dalla sedia e si incamminò nei corridoi dell'ospedale. « Dottor Clay? C'è un emergenza alla scuola liceale di Beacon Hills. Ferita al cranio, emorragia interna. Deve subito mandare un'ambulanza è molto urgente » « Melissa » rispose l'uomo « Tutte le chiamate sono urgenti » dopo questo, il dottor Clay, si incamminò verso l'ufficio e disse tramite il telefono l'accaduto è spiegò ai medici di soccorso, che bisognava partire. « Mi dispiace Dottor Clay » rispose il Dottor West. « Ma ci vorrà un'ora per partire. Vede, tutte le ambulanze in questo momento, sono partite per soccorrere delle persone ferite da un incidente stradale » « Capisco » disse il Dottor Clay.
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All'interno della scuola di Beacon Hills, c'era un ragazzo, ignaro della vicenda accaduta qualche minuto fa. Era alto, muscoloso, aveva i capelli castani e i suoi occhi erano color cioccolato. Aveva due segni particolari: il mento storto ed un tatuaggio, simile a due anelli uno più grande e uno più piccolo, sul braccio sinistro. Sembrava un ragazzo normale, quando ne aveva passate di cotte e di crude in quei pochi anni. In seconda superiore, ricevette un morso da una creatura al di fuori del normale. Dopo quel morso, la sua vita cambiò del tutto. A scuola non era più uno sfigato, non ebbe più pessimi voti, anche se in chimica faceva schifo lo stesso. È solo una cosa non cambiò: il suo migliore amico era sempre rimasto accanto a lui, come lui fece con Stiles. Però, non si può dire che tutto fosse "rosa e fiori". Ci furono dei momenti di terrore, momenti che non potevano essere rimandati dal sonno. Motivi surreali che portavano alla perdita di persone molto care vicino a lui. Perse la sua amica, una ragazza così dolce, sebbene il suo carattere ribelle. Ci furono momenti in cui Scott stava per perdere il senno. Ma non ci riusciva mai perché affianco a lui, c'era Stiles, il suo migliore amico o meglio dire, fratello.
Il suono della campanella, eccheggiò in tutta la scuola. Gli studenti, uscirono dalle rispettive aule e si avventurarono nella mensa dove si serviva un pranzo pietoso. La cosa che Scott odiava di quella mensa erano gli occhi puntati su di lui e le voci. Con il suo udito, poteva sentire dei programmi, pettegolezzi e altre cose del genere. Prese un vassoio accanto alla cucina e diede i soldi per il pranzo alla distributrice di pranzi. - Patate e hamburger. Grazie Dio - pensò Scott allontanandosi dai vassoi per cercare un posto libero, o almeno trovare il posto in cui c'erano i suoi amici. Dopo qualche minuto, intravide, dei capelli biondi con qualche sfumatura rossiccia. Accanto il suo vassoio, c'era un libro di filosofia e mentre lo leggeva, la ragazza si portava il pezzo di hamburger in bocca con una forchetta e se lo masticava con gusto. « Ciao Lydia » disse Scott avvicinandosi al tavolo. La ragazza si voltò e la sua cascata di capelli si ritrasse in dietro. Due occhi verdi brillarono insieme ad un sorriso. « Ciao Scott » disse la bionda sorridendo. « Hai visto Stiles? Non l'ho visto mentre prendeva il pranzo » disse Scott appoggiando il suo vassoio sul tavolo. « Conoscendolo, sarà in biblioteca a fare chissà cosa » disse Lydia mentre toccò le patate con la forchetta. « E Malia? Dove si trova? » domandò ancora il ragazzo mentre anche lui cominciò a mangiare. « Ha "l'influenza" » disse Lydia facendo il gesto con le dita. « avevamo un compito di matematica oggi. Probabilmente non avrà studiato e sarà rimasta a casa a svuotarsi il frigo di Stiles ». Scott stava per dire alla ramata se poteva aiutarlo in chimica, ma venne bloccato dalle voci di un gruppo di ragazzi che stava passando accanto al loro tavolo. « Che hai visto Mike? » domandò uno dei ragazzi del gruppo. « Ho visto un ragazzo cadere e poi sbattere la testa sulla cattedra nell'ora di fisica. Sembrava fatto a dire il vero. » concluse il ragazzo mentre si diresse verso un tavolo vicino alle porte d'emergenza. Scott tese l'orecchio per ascoltare altri fatti. Ma si rese conto, che quel gruppo, non era l'unico a parlare di quel argomento. « Hai saputo di quel » « Ragazzo che » « Ha sbattuto » « La testa » « Si. So chi è. Dicono che sia in questo momento privo di sensi » disse Mike. « È chi è? » - Dio sembra una scena di teatro questa - pensò Scott alzando gli occhi al cielo. « Be' non so il suo vero nome, ma so come viene chiamato » . Scott tese ancora di più l'orecchio. « Lo chiamano i suoi amici, Stiles ». Scott si sentì male. No. Non può essere. Non lui. Immaginare Stiles con una ferita in testa non era il massimo. Sentiva una scossa elettrica sul corpo. Faceva male. « Che stai facendo Scott!!? » disse Lydia sibilando. « Cosa? » chiese Scott. « Sei bianco come un lenzuolo e i tuoi occhi sono rossi! » disse Lydia in modo brusco. Scott si guardò il suo stesso riflesso col piatto. Non notava il colore della pelle, ma notava di certo le sue iridi rosse scarlatte. Si coprì gli occhi d'istinto « Portami via di qui. » disse con un ringhio. Lydia annuì e lo prese sotto braccio per portarlo fuori dalla mensa.
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Tre Fasi, Un Amore | Sciles |
WerewolfStiles stilinskij è un ragazzo con molti amici. Amici speciali legati al mondo soprannaturale. Tra essi, il suo migliore amico Scott. Dopo un violento trauma cranico, Stiles viene portato in ospedale per poi fuggire da quest'ultimo. Perdendo la test...