Sempre da solo

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Dopo il discorso di Deaton, Scott si recò a scuola.
Si avvicinò al suo armadietto. Lo aprì e tirò fuori i libri di algebra e filosofia.
«Ciao Scott» disse unavoce femminile. Il ragazzo si girò e vide Malia.
«Ciao, Malia"
«Allora, sei pronto per l'algebra? È... bellissima non trovi? Con tante, operazioni e... » Scott si mise a ridere «Che c'è? » chiese la ragazza mettendosi sulla difensiva.
«Malia, tu odi la matematica»
"Già... Ma purtroppo devo farla per forza, quindi tanto vale fingere, no?". Si misero a ridere.

La scuola quel giorno, era più fredda del solito.
Era come se si stesse preparando a qualcosa, qualcosa che la portava ad una sorta di difesa, come se si aspettasse un'altra tragedia. I primi a percepire l'aria assassina, furono i ragazzi della scuola liceale di Beacon Hills. Sarà per tutte quelle volte che hanno trovato miriadi di cadaveri sui sedici anni o giù di lì, non era importante l'età: giovani o anziani, gli studenti erano la preda preferita del sovrannaturale.

«Scott. Puzzi» disse Malia con faccia schifata
«Cosa? Mi sono fatto la doccia sta mattina... » replicò Scott.
«Non intendevo quell'odore. Puzzi come un cane mentre marca il territorio. » disse Malia. « È probabile che solo i lupi, i coyote e gli altri membri della famiglia canina possano sentirlo»  Malia vide sul volto di Scott un'espressione di sollievo. La campanella suonò e gli studenti si affrettarono a raggiungere le aule.

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Durante l'ora di biologia, Scott non riuscí a concentrarsi: pensava costantemente a Stiles. Poi il professore menzionò un argomento che attirò la sua attenzione. "Quando c'è un individuo malato, il branco lo aiuta a nutrirlo e a confortarlo. I membri sani procurano le prede e le rigurgitano nella sua bocca. Inoltre fanno sentire la loro vicinanza leccandogli il pelo"
Scott non poteva fare molto per Stiles, ma poteva entrare in ospedale per parlare con lui. Lo sapeva che Stiles non lo sentiva, ma era una cosa molto bella da fare. Almeno Stiles non sarebbe stato solo e lo stesso valeva con Scott. Sfortunatamente, l'ospedale, ancora, non dava segno di poter far entrare Scott nella stanza in cui c'era Stiles per via di non essere un suo parente. La prima volta, Scott entrò solo perché lo sceriffo aveva dato un permesso per il ragazzo. Ma Scott non voleva ogni volta andare dallo sceriffo con le mani che chiedevano un pezzo di carta con sopra un permesso.

Perciò, cominciò ad andare allo ospedale, anche se ogni volta non raggiungeva il risultato. Ma Scott non si fermava, ogni sabato, al posto di divertirsi come facevano gli altri, andava in ospedale e combatteva contro i dottori che avevano sempre quell'aria gelida sul volto. Scott credeva che la sua presenza, non fosse molto apprezzata per via di quei tentativi continui inesorabilmente falliti. Ma poco gli importava. Certe volte, fu minacciato di non poter più entrare nell'ospedale. Ma Melissa, aveva tirato fuori delle spiegazioni abbastanza convincenti per poter evitare il disastro. Intanto, si scoprì che Stiles in futuro, poteva avere degli attacchi di panico provocati dal ricordo dell'incapacità di controllare il suo corpo nel mentre camminava in aula attimi prima dell'incidente. Lo sceriffo, non lo disse a Scott. Lui, era molto preparato in questo campo d'esperienza per via di aver già affrontato Stiles nei momenti bui in cui ricordava sua madre.

« Scott, È bello che tu ti preoccupi per Stiles, ma... » disse Melissa.

« ...non puoi continuare a lottare, ormai ho esaurito tutti i motivi per cui lo fai... ho dovuto perfino dire che state insieme. » disse l'infermiera con lo sguardo scherzoso. Scott si sentiva abbattuto. Ormai, la Sicurezza lo bloccava appena cercava di entrare nella stanza di Stiles. Era frustrante, ma alla fine si arrese e quel giorno, non fece nulla per Stiles. Rimase sul divano a guardare i messaggi, gli ultimi messaggi tra lui e Stiles

Stiles: Ehi

Scott: Ciao, qualcosa non va?

Stiles: Sto bene, ho solo un leggero mal di testa

Tre Fasi, Un Amore | Sciles |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora