E' passato quasi un mese da quando ho incontrato Thomas in quella libreria e nel bar, e confesso che mi manca avere un dialogo con lui. Mi sono divertita molto. Peccato che tra qualche giorno dovrò tornare a casa. Questo posto mi ha stregata. E' bellissimo. Mi mancherà Londra, con quei bus rossi, le cabine, bere il cappuccino mentre passeggi o leggi un libro. Amo la lettura, nonostante sia dislessica. Mi aiuta ad esprimermi, anche se per iscritto. Ho molte difficoltà a relazionarmi con le persone. Molte cose mi vengono difficili da capire e il futuro mi ha sempre spaventato. Solo la mia amica Carla è a conoscenza delle mie ansie. Non ne ho parlato con nessuno, nemmeno con i miei genitori. Temo di preoccuparli. Hanno già abbastanza problemi.
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Oggi dovrò ritornare a Roma. Infilo le ultime cose nella mia valigia. Carla si è offerta di accompagnarmi all'aeroporto. E' una grande amica. Parliamo di qualunque cosa. Le ho anche raccontato di Thomas. Dice che è un miracolo che gli abbia parlato, dato che con i ragazzi riesco solo a balbettare o a dire cose prive di senso. Quindi le ho detto che ha ragione. Mi spiace non poterlo salutare. Chissà, forse ci rivedremo.
Io e Carla siamo in un bar- lo stesso dove ho diviso la colazione con Thomas- e stiamo mangiando un cornetto vuoto ciascuno. Ovviamente non può mancare il solito cappuccino da affiancare. Rispondo un attimo al messaggio di mia mamma. ' Scrivimi quando arrivi, ti voglio bene'. Digito ' Okay, anch'io ti voglio bene. Salutami papà '. Sollevo lo sguardo e mi sembra di aver visto passare Thomas. Sbatto gli occhi. Mi sporgo sulla vetrina. Non c'è. Ho le allucinazioni.
<< Cos'hai y/n?>> chiede Carla, ovviamente preoccupata.
<< Niente.>> rispondo turbata. << Credevo di aver visto->>
Carla mi guarda in attesa di una risposta.
<< Niente.>> concludo.
Finiamo la colazione e paghiamo. Torniamo un attimino nell'hotel per prendere la mia valigia e trasportarla in un taxi. Per tutto il tragitto ripenso a Thomas. Se era lui? Avrei perso la possibilità di rivederlo, un ultima volta.
Arriviamo all'aeroporto. Siamo arrivate in anticipo, quindi ci sediamo ad aspettare. Prendo il libro dalla borsa, intenta a leggerlo, ma dopo due righe lo chiudo. Non riesco a concentrarmi nemmeno sulla lettura. Mi alzo e cerco un bagno. Trovato, mi sciacquo il viso. Ci rimango per cinque minuti, poi decido di uscire. Un passo e sbatto su qualcuno.
<< Mi scus->>
Lascio la frase in sospeso quando mi accorgo di ritrovarmi Thomas. Appena mi riconosce sorride. Un ciuffo gli cade sull'occhio destro.
<< Ehi, eccoti finalmente.>> ridacchia.
Eccoti finalmente? Mi stava cercando?
Arrossisco. << Già, eccomi.>> Non cominciare. << Cosa fai qui?>>
Mette le mani in tasca e si avvicina. << Volevo salutarti.>>
<< Come sapevi che dovevo partire oggi?>>
Ride. << Me l'hai detto tu! Al bar, ricordi?>>
Sul serio gliel'ho detto e non l'ho ricordato? Ma a cosa pensavo?
<< Ah, giusto!>> rido.
<< Tornerai?>> chiede serio.
<< Non lo so, lo spero.>> lo spero davvero. Sarebbe bello rivederci e chiacchierare.
<< Ti aspetterò.>> accenna un sorriso.
<< Anch'io.>>
Si china e mi stampa un bacio sulle labbra. Seppellitemi, ora! Le farfalle svolazzano nel mio stomaco. E' stato due secondi ma dolcissimo.
<< Addio.>> sussurra.
Chi è quella che quando la noia l'assale o no ha niente da fare scrive? Io!! Il prossimo è il seguito di quello pubblicato stamattina. Un bacio :*.