capitolo 5

10 1 0
                                    

Jennifer

Sono in viaggio con mia madre, nessuna delle due proferisce parola, si sentono solo le note della canzone mi abituerò di Luciano Ligabue. Alzo un po' il volume, mamma mi guarda con la coda degli occhi facendomi un sorriso sincero "allora tesoro, tra una settimana ricomincia l'università". Le sorrido "si, finalmente quest'anno finirò e potrò aprire il mio studio psicologo". Mamma storce il naso, ovviamente anche questa scelta non le va a genio, ma stranamente non inizia a farmi la solita ramanzina. Volgo lo sguardo fuori dal finestrino, il verde circostante perde consistenza nelle forme e nei colori a causa dell'andamento veloce dell'auto.
Durante il resto del tragitto mamma mi mette a conoscenza del programma per la serata e anche di quello di domani prima di rientrare.
Questa sera dovrà fare un discorso durante una cena di beneficenza, dove lei ha donato una somma consistente a favore di una associazione per i bambini con gravi malattie rare.  Mentre domani avremo una colazione con dei finanziatori per la azienda di mio padre.  Mamma mi rivolge un'altro sguardo sembra quasi malinconico, poi mi dice "grazie mille per essere venuta insieme a me, so che queste cose non ti piacciono". Allargo la bocca in un sorriso e le poggio la mia mano sulla sua che si trova sul cambio "grazie a te di avermi chiesto di venire, volevo tanto passare un po' di tempo con te". Un filo di tristezza attraversa i suoi occhi, tenendo lo sguardo sulla strada dice "scusami tanto tesoro, di non essere più presente nella tua vita".
Da lì a poco scorgiamo un cartello con su scritto benvenuti a Roma, il paesaggio cambia rapidamente dal verde, iniziamo a esser circondati da edifici, e più avanziamo più il traffico si fa intenso.
Arriviamo all'hotel prenotato da mamma, dove ci consegnano le chiavi. Non appena entro in camera, mi chiudo in bagno per farmi una doccia, l'acqua scorre lungo tutto il mio corpo e io mi rilasso sotto il suo caldo getto.  Sento mamma di la richiamate la mia attenzione, mi sollecita a volermi sbrigare che non possiamo dare tardi. Così contro voglia lascio il box doccia e vado in stanza per vestirmi, mamma a velocità supersonica entra in bagno per rinfrescarsi.
Indosso il mio vestito a tubino smeraldo con decoltè nere, un trucco natural, i capelli mossi sciolti che cadono lungo le spalle e una pochette anch'essa nera. Mamma indossa un vestito rosso fuoco che scende a sirena con uno spacco laterale, dei sandali col tacco a spillo rosse e dorate, la pochette coordinata alle scarpe dello stesso tema, i capelli raccolti in una coda laterale con una rosa rossa nel mezzo, e un trucco impeccabile anche se per i miei gusti un po' pesante.
Non appena siamo pronte scendiamo giù nel salone dove si terrà la cena di beneficenza, un cameriere sulla cinquantina ci fa accomodare al nostro tavolo. Mamma gli sorride cortesemente, lei sa sempre come comportarsi in ogni situazione, io invece mi sento un pesce fuor d'acqua nel loro mondo. Anche se ci sono cresciuta non sono mai riuscita ad ambientarmi, preferisco la tranquillità, una pizza o un panino a queste abnormi cene. Qui tutti ti guardano con superficialità come se si sentissero superiori a tutti gli altri, forse proprio per questo non riesco a integrarmi. Il cameriere che prima ci ha accolto adesso arriva al nostro tavolo pronto per servire l'antipasto, appena mi passa il mio piatto lo ringrazio, sembra un attimo sorpreso probabilmente non incontra spesso persone cordiali con lui, mi fa un sorriso sincero dicendomi si figuri.

Alla fine del servizio dei primi un giovane rafa sale sul podio attirando la nostra attenzione, inizia a fare un discorso, è veramente un bravo oratore, carismatico, brillante, sicuramente sa come attirare tutta l'attenzione su di lui. Quando finisce invita mia madre a salire sul podio, lei molto elegantemente si avvia, appena arriva stringe sicura di se la mano del ragazzo ringraziandolo. Adesso tutta l'attenzione è rivolta su di lei che inizia a parlare, vengo distratta dal suono del mio telefono, trovo un messaggio lo apro e sgrano gli occhi, no non può essere vero....

SENZA di TEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora