Nessun timore - Giorno 21

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Giulia si appoggia alle sbarre della cella di William, osservando il ragazzo steso sul suo letto, con un braccio lasciato abbandonato al vuoto e l'altro a premere del ghiaccio su un occhio:

"Non avrai l'occhio ghiacciato?"

Lo deride lei:

"Dopo un giorno che te lo premi sull'occhio, ormai è diventato di vetro"

E scoppia a ridere, venendo fulminato da Nayt che si obbliga a non sorridere, perché gli farebbe male il viso dai colpi subiti:

"Comunque ho parlato con Mario. Non sta molto bene..."

< E lo vedo > Pensa William, abbandonando il ghiaccio per sfiorarsi il petto, ricordando i pugni che lo hanno colpito e risentendoli sul suo corpo :

"È molto nervoso e stanco, sta pensando praticamente solo lui al piano, ha molte responsabilità sia fuori che dentro, anche di mettersi in contatto coi ragazzi, analizzare la prigione, è tutto compito suo. È tutto sulle sue spalle"

Nayt scrolla le spalle, premendosi ulteriormente il ghiaccio e lamentandosi del freddo che prova:

"Ora è in isolamento..."

"Quanto mi dispiace..."

Recita la lavagnetta, che stringe tra le mani tremanti William, mentre Giulia gonfia la guance:

"Sei cattivo!"

"Mai detto il contrario."

"Vorrei risentire la tua voce..." Gli rivela lei, sorridendo, mentre William scuote la testa, convinto che ora inizierà a obbligarlo a parlare, come troppe persone: "...è calda, anche se un po' rauca..." E ride: "Però...non voglio obbligarti o altro, volevo solo dirti che era molto carina"

"Anche tu lo sei :)"

"Smettila... Ma quella faccina?"

"Hai detto che non ti fidi di chi non sorride :)"

"Allora mi ascolti!"

William sorride, annuendo e trattenendo il dolore, mordendosi le labbra. Giulia allunga, con tutte le sue forze e le sue abilità, una mano oltre le sbarre, sfiorando la mano a William e facendolo sobbalzare:

"Che fai?"

"Niente, volevo prenderti la mano, ma non ci arrivo!"

Si lamenta lei, tentando di avvicinare le mani e William allunga maggiormente la mano, permettendo alla ragazza di stringerla:

"Sembri un malato, prossimo alla morte, sul suo letto"

Lo prende in giro, per poi tornare insieme quando ragiona:

"No, "prossimo alla morte", non nel senso, oh dai hai capito, tu non morirai, ti porto in salvo io."

Si impone, mentre Nayt sorride:

"Non fare promesse che non manterrai, dai"

Giulia si innervosisce, mantenendo comunque la stretta sulla mano di William:

"Io ti porterò fuori da qui, te lo prometto, non posso permettermi di lasciarti qua, ti voglio bene, te meriti la libertà"

William la guarda, tentando di alzarsi, continuando a stringerle la mano, sedendosi davanti a lei e porgendole il ghiaccio, in modo che possa curarlo lei:

"Ti sto viziando con tutti questi aiuti e cure che ti dò"

"Perché vuoi aiutarmi?"

"Non lo so, mi ispiri e mi hai difeso quel giorno da quello che mi stava molestando, poi comunque nel bene o nel male sei sempre molto gentile con me"

"Non hai paura che possa ferirti?"

"Non penso lo farai, non ci penso mai, sinceramente, quindi no"

William sorride dolcemente, facendo passare un braccio attraverso le sbarre ed accarezzando il viso a Giulia, portandole indietro delle ciocche di capelli:

"Sei troppo buona, verrai fottuta da tanta bontà"

"Mi hanno già fottuto per questa bontà, ma non importa, sono fatta così"

William annuisce, senza aggiungere nulla, allontanando la mano a Giulia e facendole rimettere il ghiaccio a terra, appoggiandosi alle sbarre. Giulia osserva il sole estivo che c'è fuori:

"Vorrei rivederlo, prima o poi, quel sole"

"Goditelo anche per me, non potrò rivederlo"

"Non dire cazzate. Lo rivedrai eccome invece, ne risentirai il calore e ti porterò nel mio prato preferito a Cinisello e staremo insieme tutto il pomeriggio"

William le sorride, ma senza risponderle e a Giulia il suo silenzio da fastidio. Perché pensa che non riuscirà? Non crede nelle sue abilità? Perché deve essere così pessimista? Alza la mano verso Nayt, facendogli girare il viso verso di lei:

"Io ti porterò fuori da qua, va bene? Mi credi? Ti fidi di me?"

William la guarda per un lungo momento, per poi appoggiare il viso alle sbarre, dove oltre c'è la fronte della ragazza e annuisce:

"Portami fuori da qua, mi fido di te."


Giorno 21.30

Dobbiamo imparare a goderci ogni
 singolo giorno della nostra vita, a
 godercelo come fosse l'ultimo della
 nostra vita, come se il sole, il giorno
 dopo, non sorgesse, come se non
 esistesse nulla oltre la mezzanotte.
Ma non dobbiamo viverli con l'ansia,
non serve, basta viverli, viverli come
se durasse in eterno, pur essendo
l'ultimo giorno.

Ogni giorno è un ricordo di un
enorme libro che non possiamo
rileggere, ma solo ricordare piccoli
capitoli e brevi frasi.

Tra le sbarre della mente | NaytDove le storie prendono vita. Scoprilo ora