Restarsi accanto - Giorno 22

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Ricordate che qualche capitolo fa vi avevo detto che c'era qualcosa di nascosto in questa storia?

Posso aiutarvi dicendovi che è una frase particolare

Potrebbe essere già apparsa, non ancora apparsa o apparsa a pezzi, fate attenzione alle lettere e a determinate frasi che vi potrebbero sembrare strane ;)


"La piantina è fatta, Ghali, Gionata, Elia e Diego entreranno nella prigione per portarci fuori dove ci aspetteranno Mirko e Paolo in un camion di dimensioni abbastanza ridotte, ma spazioso per farci stare, ci divincoleremo in fretta nella strada e nessuno ci riprenderà più. Capito Giulia?"

La ragazza annuisce, ascoltando il piano di Mario, seppur non troppo concentrata. Piuttosto è preoccupata dal momento che William, oltre alla colazione, ha saltato anche il pranzo:

"Mi stai ascoltando?"

Le domanda preoccupato e lei lo guarda:

"Sì, Mario, ottimo lavoro, davvero, ma sono un po' stanca, sinceramente, per quello non reagisco."

"Mhm..." Mario la guarda, accarezzandole i capelli: "Tra pochi giorni saremo fuori, ok? Ti manca Gionata?"

"Anche...ma forse mi tradisce, quindi cerco di non farmelo mancare, ecco"

"E cosa ti preoccupa allora? Ti sei sempre e solo preoccupata per lui, cosa ti spaventa?" Il ragazzo la scruta, per poi stringere le labbra, sbuffando e ricadendo, annoiato sulla sedia: "È il tuo vicino di cella, vero? Ci hai perso la testa Giulia?" 

Lei sbarra gli occhi, scuotendo la testa, mentre Mario scoppia a ridere:

"Piccola innocente. Come sei carina quando ti innamori" Si morde le labbra Mario, portandosi due pugni sotto il viso e guardandola emozionata, mentre lei torna seria, guardandolo male:

"La smetti?"

"Mi piacete già come coppia"

"Io sto con Gionata"

"Sì, dai..." La prende in giro Mario, tirandole una guancia, per poi alzarsi: "Vado che sto seguendo un corso, te fai la brava e non finire in isolamento, che non è bello e una terza volta non posso finirci per te"

Giulia annuisce, mentre lo fissa allontanarsi, ripensando alle sue parole.

Si sta davvero innamorando di William?

Nah.

Cazzata.

--

Giulia gira il viso verso la cella adiacente alla sua, quando sente le sbarre aprirsi e a William venir levate le manette:

"È venuto qualcuno a trovarti?"

"Mamma"

"Ti ha portato qualcosa?"

Domanda, notando un sacchetto che William sta osservando, dal quale sfila una rosa rossa finta, che appoggia sul letto, e un piccolo peluche di un orso, che osserva:

"Che bello..."

"Ti piace?" Giulia annuisce: "Me lo ha regalato mamma quando mio padre si incazzava e alzava le mani su di lei, mi diceva di stringerlo, come se fosse lei, così che potessi trasmetterle forza e coraggio"

Giulia resta spiazzata, non avrebbe mai pensato che William, dal nulla, le raccontasse cose sue così private:

"Alla fine l'ho salvata io. Ci siamo salvati insieme, ma quel trauma mi è rimasto dentro e mi ha portato alla persona che sono, specialmente perché non trovavo più questo pupazzetto e temevo lo avesse preso quell'uomo." Nayt si siede sul letto, lasciando per un attimo da parte la lavagnetta, giocherellando con il peluche e sorridendo leggermente, facendo sorridere anche Giulia dalla tenerezza del momento:

"È stata la scomparsa di questo pupazzo che mi ha fatto iniziare a provare odio verso i padri, sarà stupido, ma è così e a me va bene. Ora che l'ho ritrovato, non so bene che farne, non posso cambiare nulla in tavola. Il mio destino è scritto, ma almeno potrò portarmi qualcosa di mio se dovessi arrivare su quella sedia. Resterà con me fino alla morte."

Alza lo sguardo verso Giulia:

"Tu non morirai..."

"Finché il mio ricordo resta vivo...no. Non dimenticarti di me, ok?"

"Perché sei convinto che non riuscirò a farti evadere?"

"Te lo impongo io, ti vieterò io di farmi scappare, è il destino che merito e va bene così. L'importante è che tu riesca a salvarti"

"Tutti meritiamo una seconda chance..."

"Io ne ho meritate cento, sbagliando per centuno volte."

Conclude il discorso lui, porgendole la rosa e guardandola:

"Le cose pure devono restare nella zona pura."


Giorno 22.30

L'infanzia è il periodo migliore della
nostra vita, è il periodo della
 dolcezza, delle novità, delle continue
 prove, delle scoperte del mondo, dei
 castelli di sabbia, dei sogni infiniti,
 dei giochi che non smettono mai di
 farci divertire.
Eppure c'è qualcuno che si sente in
dovete di rovinarci questo periodo.
Che sia a causa di un genitore, di un
 coetaneo, di un avvenimento,
 chiunque di noi, nel profondo del
 suo cuore, possiede un ricordo in
 grado di rovinare tutti i bei momenti
passati nell'infanzia. Ma è un capitolo
che teniamo sempre ben segregato,
che alcuni hanno persino dimenticato.

Eppure sta sempre lì, come a ricordarci
che anche la felicità ha avuto un momento
di debolezza, tramutato in tristezza e dolore.

Tra le sbarre della mente | NaytDove le storie prendono vita. Scoprilo ora