Liverpool-Londra

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Quella mattina, Roxelle non si era ancora svegliata.
《Strano, visto il suo essere sempre precisa e mattiniera》avevano pensato i suoi genitori.

Nel mentre, il resto della sua famiglia, stava già consumando la colazione in cucina.

I signori Grent erano felicissimi quel giorno perché era l'ottavo compleanno della loro seconda figlia adottiva; ma il primo che festeggiavano insieme.
Avevano organizzato tantissime sorprese per Mirabelle (Roxelle aveva aiutato in alcuni preparativi poiché era stata pregata di comportarsi bene e di fare delle cose utili per la festa; ma si era rifiutata categoricamente di farle un regalo a parte) e, tra queste, c'era pure una giornata ad un parco divertimenti.

Il padre di Roxelle alzò lo sguardo dal giornale e iniziò a contemplare la sua "nuova" figlia: con quei bigodini, forse un po' troppo vistosi, e con la camicia da notte piena di fiorellini sembrava una fatina.

Sua moglie sedeva accanto a lui e guardava, di tanto in tanto, la figlia e la porta della sala da pranzo. Il padre intuì che stesse aspettando l'entrata di Roxelle con il primo regalo della giornata; ma, la sottoscritta, dormiva ancora.

Così, dopo aver discusso con dei segnali fatti dagli occhi con la signora Grent, si alzò e si scusò con Mirabelle per poi dirigersi verso le scale che portavano al piano superiore.

Nel frattempo, Roxelle, si era già svegliata da quasi un'ora: aveva fatto di tutto per non far insospettire i suoi genitori e aveva continuato, per finta, a riposare nel suo letto. 

Dopo la lettera di Ambra era super ansiosa per cosa sarebbe successo proprio quel giorno. La sua amica l'aveva contattata, tramite telefono fisso, il giorno prima, per avvisarla che si sarebbe fatta viva a Liverpool entro le sette di sera.

La Grifona, intanto, si stava rigirando più e più volte nel letto non sapendo cosa fare: i passi di suo padre erano vicinissimi. Così decise di preparasi una scusa per poter sfuggire dalle grinfie di Mirabelle quella mattina; ma, mentre ci stava pensando, il signor Grent spalancò la porta della sua camera e la beccò proprio nel momento in cui si stava rigirando verso il muro.

Il padre alzò gli occhi vero il cielo. O forse verso il soffitto...

"Roxelle... ne abbiamo già parlato. Alzati o non ti farò andare da Ambra" la ammonì la figura paterna.

"Non mi sento bene..." biascicò Roxelle fingendosi mezza morente.

"Ah si? Allora vado a prendere la medicina che ti piace tanto..."

"NO, NO NO! LO SCIROPPO ALLA FRAGOLA, NO!" gridò la ragazzina ricordando il disgustoso sapore di quella medicina. Poi si rese conto di essere caduta nella sua stessa trappola, quando il signor Grent si girò verso di lei con un ghigno stampato in faccia.

"Ma allora stai bene! Dai andiamo giù. E prendi il regalo di Mirabelle" finì il padre prima di uscire dalla stanza e di incamminarsi verso le scale.

Roxelle sbuffò e si tolse il lenzuolo di dosso (anche se era estate, aveva sempre freddo); successivamente si vestì e si recò in bagno per dare una sistemata veloce ai suoi capelli e alla sua faccia.

Stava per scendere i primi gradini, quando incrociò la madre sulle scale che la fissava severa.

"Dov'è il regalo?" fu l'unica cosa che disse.

Roxelle le fece una smorfia annoiata e ritornò in camera per prendere il regalo completamente ROSA per la mocciosa che si ritrovava come sorella.

"Adesso va meglio. Mi raccomando, sorridi" l'avvisò la signora Grent prima di indirizzarsi verso il salotto.

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