Capitolo uno

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Mi avvicino lentamente al nastro trasportatore,sentendo improvvisamente un caldo soffocante trapassare i miei vestiti con forza.
Ho l'impulso di togliere tutti gli strati di abiti che indosso in questo istante,uno ad uno, nel bel mezzo dell'aeroporto.
Ma trattengo in me questo impulso frenetico,evitando di dare spettacolo.
É solo un po' di caldo,in fondo.
Posso sopportarlo per un altro po',evitando figuracce.

Osservo con circospezione ogni singola valigia che mi passa davanti,e dopo quella che mi è parsa un'eternità finalmente riesco a scorgere il mio bagaglio una volta uscito alla luce.
Recupero la piccola valigia e m'incammino,con una strana fretta verso il punto del marciapiede dove c'è l'infinita fila di persone che cerca un passaggio,per arrivare alla loro meta.
Mi posiziono alle spalle dell'ultimo aspettando molto tempo prima che arrivi il mio turno.
Nel momento in cui il mezzo giallo si ferma davanti a me,sollevo il mio trolley,e dopo averlo messo nel bagagliaio,mi fiondo letteralmente nell'auto,per paura che qualcuno potesse anche solamente pensare di rubare quel posto che tanto desideravo.
Il mio unico obbiettivo al momento,è quello di raggiungere la scuola e farmi un bagno caldo nella mia stanza,per eliminare dalla mia pelle ogni traccia del viaggio appena svolto.
Rilasso la schiena contro il sedile posteriore dell'auto e lascio che la freschezza emanata dall'aria condizionata presente nell'abitacolo mi pizzichi la pelle.

Non sono assolutamente abituata a temperature così alte.
In questo momento controllando su internet,precisamente la temperatura in questa città,nello stesso istante in cui noi stiamo parlando,equivale a 30°.
Mentre invece nella mia città natìa le temperature se raggiungono i 10°,vengono considerati dei miracoli.

Mi sfilo la leggera giacca di pelle che indosso e la infilo nello zaino in modo scomposto,così da avere meno strati ad offuscare la respirazione della mia pelle.

Percepisco il sudore continuare ad accumularsi sulla mia cute e sento sempre più il desiderio di raggiungere la mia destinazione,per poter lavar via tutto lo sporco causato da esso.

Socchiudo leggermente gli occhi e rilasso anche il resto del mio intero corpo,lasciando che la mia mente vaghi senza alcuna limitazione.
Ho intenzione di rifarmi una vita qua,di andare avanti e dimenticare tutto, nonostante io voglia comunque tenermi sul solitario.
Essere un fantasma fino alla fine totale della scuola,fino al giorno dei diplomi.
Qualche amico tenterò di averlo,ma non voglio farmi conoscere.
Perché stare in quella città mi faceva male,anche se ho sempre amato sinceramente quel posto.
Dovevo scappare lontano e non tornare più.
E l'ho fatto.
Sono qui ora,pronta a dare una svolta alla mia vita.

Brinderei affinchè la libertà che adesso mi avvolge, continui.
E piangerei lacrime di gioia, poiché nonostante il fatto che tutto il male è racchiuso dentro di me,catapultadomi nel mio inferno personale ogni volta che un minimo pensiero arriva lì,almeno sono lontana da lui.

"Signorina,siamo arrivati."dice l'uomo baffuto,dopo quasi una mezz'oretta di viaggio.
Lo ringrazio subito dopo aver pagato la corsa,e successivamente minoccupo di recuperare il mio trolley dal bagaiaio e tenendo sempre e comunque il mio piccolo e adorato zainetto nero in spalla,e mi fiondo subito verso i locali della scuola,diretta ai dormitori.

Dopo una decina di minuti in cui girovago come una barbona in cerca di un posto in cui posizionare il suo materasso logoro oppure il suo cartone,mi rendo conto di essermi totalmente persa.
Intorno a me,c'è un accozzaglia di ragazzi della mia stessa età che si muovono fluentemente nella mischia,quindi suppongo che la soluzione dell mio piccolo problema sia chiedere ad uno di loro.

"Ciao,scusami,potrei chiederti una piccola informazione?"chiedo fermando cortesemente una ragazza bassina dai capelli lunghi color biondo fragola ed occhi castani,cercando di nascondere il lieve accento canadese che differenzia il mio modo di parlare da quello di altri.
"Certo.Sei nuova da queste parti?"mi risponde lei,avvicinandosi un po' troppo a me rispetto i miei standard.
"Esatto.Vorrei chiederti se per caso sapresti dirmi come devo procedere per l'assegnazione delle stanze dei dormitori,oppure sai dirmi dove dovrei andare per farmi aiutare?"le chiedo con tono gentile, nonostante i miei occhi trasudino freddezza ed indifferenza.
"Certo che ti aiuto! È in ogni caso più semplice di quanto tu creda.Basta andare in quel posto là"indica un piccolo edificio di fronte a noi con l'indice la cui unghia è laccata di blu elettrico"e parlare con uno dei docenti addetti ai dormitori."dice,concludendo la spiegazione con un sorriso.
"Ti ringrazio."dico ricambiando il sorriso in modo forzato.
"Tu che materia hai scelto come principale,di quest'ultimo anno di liceo?"chiede semplicemente,senza doppifini mentre mi guarda negli occhi.
Infatti la particolarità di questo liceo,quella che mi ha spinto ad iscrivermi proprio qua,é il fatto che rilascia una perfetta preparazione della materia che vorrai fare all'università.(ovviamente,nei limiti concessi per degli studenti del liceo)
E questo è un altro motivo per cui, questo campus é completamente pieno di edifici di una materia differente ciascuno.
"Lettere moderne."rispondo alla sua domanda e lei sorride di nuovo.
Ma ha una paralisi alla bocca?
"Bene,allora c'è la probabilità che c'incotreremo a lezione.In ogni caso mi chiamo Miley."si presenta allungando la mano,che io esito qualche secondo prima di stringere forte.
"Io sono Nathalia,lieta di conoscerti."le rispondo per cortesia, sorridendo a mia volta,non molto sinceramente.

 Away [TEMPORANEAMENTE IN PAUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora