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•Mattia.
Il giorno della gara è da sempre considerato la prova del nove, dove il pilota concentra tutti i suoi sforzi per un solo fine: "la vittoria".
Sento i cori, la testa che rimbomba, gente che urla, chi scommette su di me. Il mio unico pensiero è di battere i miei avversari.
Voglio l'adrenalina, le emozioni, il rischio.
Voglio vivere a 360 gradi.
Niente di più. Niente di meno.
Aspettiamo che tutti siano pronti per iniziare, io sono carico.
Saliamo tutti in sella alle nostre moto, la mia è la MV Agusta F4 nera, del valore di 75 mila euro. È il mio gioiellino.
Chiudo il mio casco e inizio a dare gas mentre una ragazza passa in mezzo a noi per posizionarsi al centro con la bandana in mano. Sarà lei a dare il via. Al suo segnale tutti iniziamo a correre come delle furie. Non penso a niente e a nessuno, penso solo alla strada che c'è davanti a me e l'adrenalina sale sempre di più. Cerco di superarli tutti e la cosa mi riesce abbastanza bene. È una sensazione bellissima correre a questa velocità.
Siamo quasi alla fine quando noto che ho di fianco soltanto una moto, li ho seminati tutti, so che vincerò, la mia Agusta non mi delude mai. Accellero sempre di più e supero il traguardo per primo. Tolgo il casco, sorrido, alzo la mano e tutti applaudono ed urlano il mio nome. Lo sapevo! Tutte le persone che prima erano su ad osservare la gara, scendono in pista ed io scendo dalla mia moto. Il ragazzo che avevo prima al mio fianco mi spinge prendenomi alla sprovvista, mi giro, lo guardo non muovendomi di un centimetro, lui indietreggia e inizia ad urlare.

-"Tu! Non meriti la vittoria."-
Scherza?
-"Dai amico, bisogna saper perdere"- gli rispondo facendogli l'occhiolino.
Si avvicina.
Poi mi dice:-"Dovresti solo stare zitto ed iniziare a scappare"-
-" Chi? Io?"- rido sapendo di poterlo battere facilmente, è evidente a tutti la differenza fisica.
-" Si, tu! Ti ammazzo"- E da lì non capisco più niente. Cerca di colpirmi ma io riesco a schivarlo fino a quando non riesce a darmi un pungo in faccia. Si allontana di poco da me e mi guarda con aria minacciosa. Mantengo il suo sguardo.
Tengo la gamba sinistra davanti a me e quella destra più indietro. Piego leggermente le ginocchia per colpire con la mano destra, gli tiro un montante, si tratta di un pugno sferrato dal basso verso l'alto, nel mio caso mirando al suo mento, così che la sua testa scatta verso l'alto e si accascia a terra dolorante. Ma lui non demorde, non si arrende, si rialza subito in piedi, quindi decido di mirarlo alla tempia, visto che un pugno ben assestato alla tempia provoca un impatto violento tra il cervello e il rivestimento del cranio, causando uno svenimento. Ed è così che lo metto K.O.
È stata legittima difesa, non avrei iniziato a colpirlo io. Sono stonato, mi ha tirato un bel destro. In questo istante non sento più le urla delle persone intorno a me esaltati per un stupida rissa. Sento solo il rumore della pioggia e dei tuoni. Alzo lo sguardo ed è lì che la vedo, Nicole, completamente bagnata con gli occhi puntati nei miei. È spaventata.

Vado via dalla cerchia di persone che si era creata e mi avvio verso il bar di fronte. Mi siedo su uno degli sgabelli ordinando qualcosa da bere e nel frattempo, il mio pensiero va a Nicole. Mi chiedo cosa ci faccia qui. Nessuno, a parte lei ora, sa che partecipo alle gare, neanche i miei genitori. Poi ha visto che ammazzavo di botte quel coglione, avrà pensieri del tutto negativi sulla mia persona, ma non importa. A distrarmi dai miei pensieri è una ragazza giovane che si avvicina a me, con dei pantaloni neri aderenti, un top abbastanza scollato per far vedere il suo seno rifatto, così come le labbra e un trucco pesantissimo sulla faccia. Cosa c'è di naturale in questa ragazza?

-"Ciao bel fusto"- dice.
-"Dici a me?"- le rispondo. Davvero mi ha chiamato "bel fusto"?
-"Si, tu"-sorride.
-"Cosa vuoi?"-dico mostrandomi arrogante.
-"Ti ho visto gareggiare e vincere e ti ho visto anche picchiare quel tipo, devo dire che sei molto in gamba"-.
Non rispondo.
-"Che muscoli. Ti va di conoscerci?"-
-"No"-rispondo deciso.
-"Credo che riuscirò a farti cambiare idea"-.
Inizia ad accarezzarmi il braccio, per poi finire sulla mia coscia avvicinandosi sempre di più con il viso. Sono veramente esausto e per di più questa ragazza mi da la nausea, con l'alito che puzza di alcool.
-"Quale parte del mio "No" non ti è chiara?"-
Le levo la mano dalla mia coscia, per poi allontanarla da me, prendo il mio borsone da terra e mi avvio alla macchina.

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