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•Nicole.
Oggi sono a casa con la febbre. Ieri sera, dopo la gara di Davide e la vittoria di Mattia, è arrivata una tempesta ed io neanche me ne ero accorta fin quando Mia non mi ha tirata per il braccio dicendo di correre via. Ma vedere Mattia con quella faccia aggressiva e spaventosa picchiare quel ragazzo è stato scioccante. Non so neanche quale sia stato il motivo del litigio ma quando i nostri occhi si sono incontrati, nei suoi vedevo solo tanta rabbia. Il modo in cui si è difeso ed ha messo a tappeto quel ragazzo mi da l'impressione che lo faccia spesso.

Mi annoio, sono a letto e non ho molto da fare quindi prendo il mio cellulare e leggo vari messaggi che mi sono arrivati, uno è di Andrea.
"Ciao, so che avevi detto che ti saresti fatta sentire tu, ma sapendo di avere il tuo numero di cellulare non sono riuscito a non scriverti. Come va? Stai lavorando? Che ne dici di un caffè stasera?"
Devo ammettere che non mi va in questo momento di rispondergli, più tardi lo chiamo.
Intanto vado controvoglia in cucina per mangiare qualcosa e prendere una tachipirina.

Mi chiama Mia:
-"Ehi, come ti senti?"-
-"Male. Tu come stai?"-dico con voce raffreddata.
-"Si sente dalla voce, mi dispiace. A me bene. Cosa stai facendo sola soletta a casa?"-
-"Niente, sono annoiata. Ma si può sapere come mai sono stata l'unica ad ammalarsi? Stamattina avevo una riunione importante con mio padre e me la sono persa. Per colpa della mia influenza non sono potuta andare!"-sono arrabbiata, molto. Non volevo mancare alla mia prima riunione.
-"Vabbè dai non puoi farci niente ormai. Ti farai dire tutto appena la riunione sarà terminata."-
-"Spero che riesca a venire da me, mi ha detto di essere molto impegnato oggi e mio padre non è quel tipo di persona che comunica le cose per telefono, sopratutto se si tratta di lavoro!!!"-
-"Dai vedrai che riuscirà a venire da te, tranquilla. Pensa a riprenderti piuttosto."-
-"Tu cosa stai facendo?"-le chiedo.
-"Vado a fare una commissione per mia madre che è in viaggio, infatti ora devo riattaccare, ti richiamo più tardi."
-"Va bene, a dopo!"-

Stacco la chiamata. Prendo la mia medicina e torno nel mio letto. Ho un mal di testa infernale.
La giornata passa così, tra medicine, il letto e la mia noia totale.

È sera e decido di chiamare Andrea visto che oggi non gli ho risposto.
-"Pronto"- dice.
-"Ehi, ciao."-
-"Scusami se oggi non ti ho risposto, non mi sentivo molto bene. Ho avuto la febbre"-
-"Ah mi dispiace. E ora come ti senti?"-
-"Meglio di stamattina. Ma non me la sento di uscire"-
-"Va bene, allora ci vediamo la settimana prossima"-
-"Si, sicuramente."
-"Ciao, un bacio."-
-"Ciao Andrea!"-
Poso il cellulare e mi addormento.

Il giorno dopo, mi sveglio e il mal di testa è passato quasi del tutto. Entro subito in doccia e dopo un po' qualcuno bussa il campanello di casa mia ininterrottamente. Ci hanno lasciato il dito sopra, penso irritata. Esco come una furia dalla doccia, chissà chi è. Mia starà ancora dormendo, i miei genitori chiamano sempre prima di passare a casa, mi fermo vicino alla porta guardando dal mio spioncino elettronico.
È Mattia.
Cosa ci fa qui? E perché? E come sa dove abito? Cosa vuole? Mille domande mi frullano per la testa col campanello che non smette di suonare ed il mio mal di testa che ritorna. Apro la porta e mi ritrovo Mattia con la tuta nera e il giubbotto addosso davanti a me, bello come nessuno.

-"Finalmente, ma quanto tempo ci metti ad aprire una porta?"-
Ma sta scherzando?
-"Se non lo avessi notato dalla presenza del mio asciugamano e i miei capelli sgocciolanti, ero sotto la doccia. Non mi hai dato neanche il tempo di cambiarmi per colpa di quel dito maledetto appoggiato sul mio campanello. Non sei per niente una persona educata."- dico molto arrabbiata.
Lui mi guarda stranito
-"Io sono educato, questo è solo il mio modo di farmi riconoscere"-
-"Ma cosa stai dicendo?"-
-"Così una persona sa che sono io fin da subito"-ride e decido di evitarlo e chiedergli il motivo della sua visita.
-"Cosa ci fai qui?"-
-"Forse è meglio se vai a vestirti ed asciugarti i capelli visto che hai anche la febbre."-e torna serio, se non lo conoscessi direi che è preoccupato per la mia salute.
-"Ti preoccupi adesso?"- lo prendo in giro.
Mi guarda. Poi aggiungo subito:
-"Aspetta ma tu come lo sapevi?"-
-"Io so sempre tutto."- risponde sorridendo.
Riesce ad essere serio per una volta?
-"Aspetta, torno subito."-
-"Fai con comodo"- mi risponde.

Corro in camera mia per indossare una tuta e mi asciugo di fretta i capelli lasciandoli anche un po' bagnati.
Torno al piano di sotto e vedo Mattia seduto sul divano a guardare la televisione.
-"Certo che ti hanno abituato male."-è assurdo, come puoi andare a casa di persone che nemmeno conosci e fare come se fossi a casa tua?!
-"Non sapevo cosa fare nell'attesa e quindi ho acceso la tv, spero non ti dispiaccia"-
-"Sei in casa mia, potevi anche chiederlo, ma lasciamo perdere. Cosa vuoi? Perché sei qui?"-
-"Siediti, ti spiego"-lo guardo e resto in piedi.
-"È importante."-mi indica il posto vicino a lui. Mi sta invitando a sedermi?! Si comporta come se fossi io a casa sua. Che nervi!
Ma sembra serio e decido di ascoltarlo ma non mi va di sedermi al suo fianco.
-"Parla"-gli dico.
-"Siediti"-ma resto comunque in piedi.
-"Che cocciuta"- sento dire sottovoce. Poi inizia a parlare sul serio:-"Tuo padre non è potuto venire di persona per dirtelo perché è dovuto partire insieme al mio stamattina."-
-Mio padre? Con tuo padre? E perché?"
-"Quindi, essendo che lo hai tartassato di chiamate per aggiornarti sulla riunione, ha pregato me per comunicartelo di persona. Sei cosi insopportabile che riesci ad esasperare anche tuo padre"- ride.
-"Non è assolutamente vero. Ma essendo che sei qui puoi dirmi di cosa si è parlato in riunione?"-
-"Ci vederemo tutti i giorni"-
-"Eh?"-cosa vuol dire che lo vedrò ogni giorno? Perché? È uno scherzo. Si, lo è decisamente.
-"Le nostre due aziende si uniranno per l'espansione in Europa"- dice.
-"Ci sono tante altre aziende"-
-"Le nostre sono quelle più importanti. Resto in silenzio.
-"Non l'ho deciso io, ma dai, non sei felice di vedere tutti i giorni un figo come me?"-aggiunge.
Io sono senza parole, decido di lavorare con mio padre dopo tanto tempo e inizia già male, ma perché capita tutto a me?
Lo guardo e gli dico:-"Tu non sei figo"-dico ridendo, ma sto mentendo, in realtà lo è. Lui mi guarda con uno sguardo serio. Forse l'ho offeso?

Si alza poi e si avvicina a me.
-"Ci vediamo lunedì allora, Nicole."-occhi negli occhi per un istante che sembra un'eternità. Io rimango lì, non mi muovo, apre la porta di casa e va via.

CIAO RAGAZZI, COSA NE PENSATE DI NICOLE? E DI MATTIA INVECE?
FATECELO SAPERE CON UN COMMENTO, CI FAREBBE PIACERE CONOSCERE IL VOSTRO PENSIERO!

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