Capitolo 1

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Una goccia d'acqua cadde sul tubo di metallo che sporgeva dalla parete. Un suono acuto e stranamente rilassante si propagò velocemente per il corridoio. L'eco rimase per alcuni secondi, come se stesse percorrendo quei tunnel grigi tutti uguali che si intrecciavano fra loro a formare un grande e immenso labirinto. Era appena sceso il silenzio che subito un'altra goccia ricadde esattamente nello stesso punto.

Rory tese una mano in alto per toccare il tubo sopra la sua testa. Il liquido era freddo e per un attimo fu scosso da un brivido. Rimise la mano sul petto, incrociata all'altra, e continuò a fissare quel tubo sotto al quale si era sdraiato annoiato. Ascoltare quel ritmo lento sembrava quasi scandirgli la mente e portarlo fuori zona. Le luci giallo scuro si appannavano leggermente e lui, con gli occhi socchiusi, riusciva quasi a vedere delle forme nell'aria.

Si trovava in uno dei tanti corridoi laterali che collegavano la sala madre alle altre celle. Rory era solito starsene a fissare i vari tubi metallici che attraversavano le pareti fino a confondersi tutti insieme nel soffitto. Erano tubi di scarico. Collegavano l'impianto idrico all'esterno, ma c'era anche qualche cavo per l'illuminazione elettrica.

Nella Cava ognuno aveva un compito e doveva conoscere bene il proprio reparto. Rory era stato selezionato dal reparto scientifico. Era un ingegnere e sapeva tutto sul funzionamento dell'astronave sul quale abitavano. Il suo compito era per lo più di riparare gli impianti che cominciavano a cedere, monitorare la sala dei comandi e gestire i contatti con l'esterno. Questi avvenivano solo tramite dei robot o delle macchine inviate in avanscoperta. A nessuno era permesso uscire fuori.

C'era stato un periodo in cui gli astronauti si avventuravano nelle aride terre sovrastanti alla ricerca di qualsiasi cosa potesse aiutare la sopravvivenza della Comunità. Ma le loro tute riuscivano a mantenere integre le funzioni vitali solo per qualche ora, dopo vi era qualche strano mutamento. Quando rientravano nella Cava non tornavano più come prima, e spesso dopo qualche mese morivano. Da allora nessuno era più stato scelto come astronauta.

Le gocce continuavano a cadere sul tubo ma Rory continuava a non esserne infastidito. Pareva invece come incantato, perso in pensieri fuori dal tempo. Purtroppo però il tempo era terminato, come gli ricordò improvvisamente il suo bracciale. La luce rossa lampeggiava lieve e un piccolo suono si ripeté per tre volte. Rory si passò una mano sui capelli.

-Cavolo -sussurrò stanco.

Aveva lavorato tutta la giornata e aveva solo voglia di ritirarsi nella sua cella e sprofondare in un sonno pesante. Ma quella era una giornata di festa, e ci si aspettava che tutti si radunassero nella sala madre.

Si alzò lentamente e si sistemò un poco la giacca marrone che aveva scelto quella mattina. Nessuno portava vestiti eleganti o sfarzosi come quelli che potevi vedere nei quadri antichi, o descritti nei libri. Ci si aspettava solo l'utilità e la pulizia da ognuno dei membri. Rory pensava che i suoi vestiti marroni fossero della stessa sfumatura dei suoi capelli, ed era quasi vero. I riccioli castani gli cadevano poco sopra le orecchie ma avevano molte sfumature quando erano sotto le luci gialle dei corridoi. Gli occhi invece erano di un unico colore: grigio scuro.

Per i suoi vent'anni Rory era un ragazzo molto maturo, e aveva iniziato a lavorare già da un anno per aiutare la sua famiglia.

Cominciò ad avanzare lentamente, mentre il tepore da cui era invaso si perdeva nell'aria. Camminò per dieci minuti, poi svoltò a destra e si fermò davanti una porta blindata.

Una voce metallica ruppe il silenzio: -Identificatore.

Rory appoggiò il braccialetto sopra la maniglia e questa diventò verde. La porta si aprì e lui la attraversò frettolosamente. Ora il corridoio era molto più largo e c'erano delle persone che camminavano verso una porta grande. Rory si unì a loro.

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