Capitolo 5

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Lexie scavalcò la porta con la testa alta, guardando dritta davanti a sé e scorgendo il profilo di Rory appena dietro di lei con la coda dell'occhio. La ragazza si fermò davanti a un eccesso di luce, portando nuovamente la mano in alto alla fronte in segno di saluto a qualcuno, proprio come aveva fatto prima con Jian.

-Questo è Rory –esclamò a voce alta in modo da poter essere udita da tutti, alzando il braccio nella sua direzione.

Lui fece un passo avanti, in modo tale che tutti potessero vederlo.

La stanza era tutto sommato deludente in confronto al chiostro che aveva visto precedentemente, vantava solo qualche tenda vistosa e un lungo tavolo di legno scuro finemente intagliato e lavorato, pieno di strani disegni circolari. La parete laterale era quasi del tutto una finestra, con piccole travi che dividevano in quadretti la facciata e oscuravano di poco il sole eccentrico che sembrava non andare mai via.

Rory era lì da quasi tre settimane e non aveva ancora mai visto piovere; inoltre non aveva avuto occasione di vedere il cielo di notte e le stelle, poiché ogni sera, prima che il tramonto calasse, gli inservienti si accuravano premurosamente di chiudere le ferrate e abbassare caldamente le tende.

Il sole, la palla gialla cui Rory stava cominciando a essere affezionato, sembrava non voler lasciare posto a niente, sempre protagonista di quel cielo azzurro che stava diventando il nuovo soffitto preferito del ragazzo.

-Benvenuto Rory- sorrise il generale Pitt Forbs, sollevato di vedere il ragazzo in piedi, anche se malconcio, ma ancora tutto integro.

Non si era ancora abituato a questa strana gentilezza che tutti sembravano improvvisamente riservargli, e certamente non riusciva a dare fiducia e stranieri di cui non sapeva ancora niente. Persino Lexie era per Rory un punto di domanda costante e, nonostante la sincerità mostrata fino a quel momento, stentava ancora a sentire anche solo una minima parte di fiducia nei suoi confronti.

Alzò la testa ai presenti in cenno di saluto, convenendo che portare la mano sulla fronte, senza sapere neanche il vero significato del gesto, giusto per cercare compiacimento, fosse del tutto inadeguato.

I presenti sembrarono apprezzare la sua scelta e un leggero mormorio si sollevò per la sala.

Erano tutti seduti ai bordi della tavola, una ventina di persone, tra cui sicuramente i tre generali di cui parlava prima Lexie, e molti altri cadetti, immaginò Rory.

-Prego, prendete posto –disse di nuovo Forbs e Rory notò che due sedie vuote erano state riservate per loro.

Una volta seduto, Rory cominciò a sentire l'urgenza della comprensione ma s'intimò di rimanere il più possibile calmo e di pazientare. Quella situazione era veramente strana per lui, abituato a riunioni attorno a motori scoppiettanti, sudore e uomini che urlavano tutti la stessa cosa. Quella stanza sembrava un luogo in cui per decidere chi avrebbe raccolto l'acqua ci sarebbero volute tante ore e tante parole. Ripensando poi al lavandino dal quale scorreva acqua pulita solo premendo un pulsante, Rory si rese conto che quelle persone non avevano bisogno di scegliere chi mandare a raccogliere l'acqua. Sentì nostalgia di casa e il senso di vuoto cominciò a pressare forte sul petto.

Un uomo con la barba nera poggiò il peso sui gomiti, volgendosi in avanti, e aprì bocca per cominciare a parlare. La figura vestita di bianco accanto a lui, un uomo all'apparenza alto e senza capelli, poggiò una mano sul suo braccio e lo guardò facendogli cenno di tacere. Così tutti guardarono i tre uomini in nero seduti al centro, uno dei quali era Forbs.

Il tipo elegante accanto, scorgendo con gli occhi tutti i presenti, si pronunciò: -Sono il generale Lacka, per chi non mi conoscesse, generale della Guardia governativa.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 27, 2019 ⏰

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