Capitolo 2

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-Amico, come ti senti?

Rory stava fissando la navicella che gli era stata affidata. Era stata interamente ricostruita, per quanto possibile.

Diede una rapida occhiata ai comandi.

-Non è stata testata. Il motore potrebbe anche esplodere non appena lo avvio –sussurrò a se stesso.

Il suo amico poggiò una mano sulla sua spalla e sorrise tristemente.

-Pensa positivo. Almeno prima di morire vedrai il cielo. Ho sempre sognato di vedere il cielo.

-È vero –sorrise Rory.

-Dici che ti rivedrò ancora?

Rory fece un profondo respiro.

-Non credo che fuori troverò quello che credono i comandanti –fece lui –Non senti anche tu come se qualcosa sia fuori posto?

-Che intendi.

-L'acqua.

-L'acqua?

Rory fissò un punto nel vuoto.

-È fredda.

Tony, un ragazzo intelligente e sempre pronto a rispondere a ogni domanda, si passò una mano sul mento.

-Diamine. Che cavolo vuoi dire, Rory?

Lui indicò i tubi.

-L'acqua che scende da sopra, quella che utilizziamo. È fredda, l'ho toccata.

-E non dovrebbe?

-No. L'ambiente ostile che ci hanno sempre descritto dovrebbe tenere tutto caldo. Invece l'acqua sembra fredda come quella che purifichiamo noi. Solo che quella che ho toccato veniva da una perdita. Veniva da su. Ed era fredda.

Tony socchiuse gli occhi.

-Cosa pensi che sia?

-Non ne ho idea. Penso solo che non troveremo quello che ci aspettiamo.

-Non penserai che lì sopra sia abitabile.

-Certo che no –disse Rory scuotendo la mano in aria.

L'amico di Rory fece per uscire dalla navicella.

-Ci conviene andare. Dovresti prepararti.

Rory sospirò stanco e lo seguì.

C'erano un sacco di persone nei corridoi. Rory notava soprattutto questo. Erano già passati quattro giorni senza che lui se ne rendesse bene conto. Era stato per lo più con i comandanti, a preparare tutte le strategie. Aveva studiato e fatto molte simulazioni con il software di comando della navicella e sapeva perfettamente come superare l'atmosfera del pianeta. Purtroppo non c'era nessuna garanzia che la simulazione si rivelasse uguale a quello che sarebbe successo. Rory lo sapeva, ma non aveva voce in capitolo. Tutta la sua vita fino a quel momento era stata al servizio della comunità, come lo era quella dei suoi genitori e dei suoi amici. E ora la comunità gli aveva chiesto di diventare un soldato. E lui non poteva fare altro che obbedire.

Nonostante quello fosse il giorno, Rory non si sentiva emozionato. Sentiva come una sorta di rassegnazione e aveva quasi timore che quel sentimento non permettesse alla grinta di fare il suo lavoro. Anche se non voleva farlo con gli altri, Rory doveva ammetterlo a se stesso. Aveva paura. L'ignoto faceva paura.

La gente continuava a parlare e ad affollarsi. Lui cercava solo di stare il più vicino possibile ai suoi cari. I suoi genitori lo stavano fissando con uno sguardo strano e non parlavano. Tony ed altri suoi amici erano accanto a lui cercando di dargli supporto. Lui teneva in braccio Leila. Chissà se l'avrebbe ma rivista.

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