CAPITOLO 10

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POV ANNA:


"Ehi, non volevo offenderti" mi dice.

"Non mi hai offeso" rispondo tranquilla.

"Allora perché non hai accettato che ti offrissi da bere?" prova a chiedere dubbioso.

"Perché avrei dovuto? Non ti conosco, non so nemmeno come ti chiami".

"Piacere Michael" allunga la mano verso di me con un sorriso a 32 denti.

"Piacere Anna" ricambio il gesto.

Si gira, prende qualcosa dal bancone e poi torna a guardarmi.

"Ora te lo posso offrire?" chiede con un viso d'angelo porgendomi i miei 5 euro, che avevo lasciato sul bancone.

Scoppio a ridere e annuisco.

"Ti va di andarci a sedere ad un tavolo?" Avvicina le labbra carnose alla cannuccia e fa una lungo sorsata.

"Veramente sono qui con...." Mi giro per indicare mio fratello, ma lo vedo impegnato al telefono, starà sicuramente parlando con Clara, ha un sorriso da ebete e gli occhi a cuoricino.

Michael mi guarda dubbioso ma alla fine cedo.

"Andiamo" mi fa strada.

Arrivati al tavolo, come un vero gentiluomo mi scosta la sedia e mi fa sedere, fa il giro del tavolo e si siede anche lui.

Beviamo entrambi.

"Roba forte eh..." ride.

"Mi gira la testa" rispondo ridendo anche io.

"Dimmi qualcosa di te" mi chiede.

"Sono Anna, ho 17 anni, sto al terzo anno di liceo, vivo con mio padre e mio fratello e sto qui solo per il weekend, tu?"

Devo mentire, voglio essere una ragazza normale, almeno per questa sera.

"Io sono Michael, ho 20 anni, sto al secondo anno di Scienze delle Attività Sportive, vivo per conto mio, sono figlio unico. Mia mamma e mio papà vivono a 100m da casa mia".

"Oh wow!" esclamo.

Lui mi guarda interrogativo.

Mi bagno le labbra "voglio dire, molti ragazzi alla tua età si fanno imboccare dai genitori e tu invece vivi da solo. Come fai? Devi lavorare per forza".

"Questo posto è di mio padre, la prima volta che ci ho messo piede avevo 13 anni, a 14 avevo già imparato a fare tutti i cocktail del mondo. Ho lavorato dietro quel bancone fino a qualche mese fa, poi mio padre mi ha detto che si era stancato di stare tutte le sere qui e n on poter stare mai con mia mamma e visto che io sono quello che lavora qui da più tempo, ha dato a me il comando e la sera controllo che sia tutto a posto, quando c'è molta gente, l'estate soprattutto, vado a dare una mano" rimango sempre più stupita.

"Scusa eh...ma qualcuno ha potuto pensare che tuo padre di aveva affidato questo ruolo perché sei suo figlio e non per merito" mi passo la lingua sulle labbra.

"Hai ragione, ma per evitare questo genere di cose, abbiamo fatto una sorta di gara" beve un altro sorso.

Lo guardo dubbiosa.

Fa un sorriso e comincia a raccontare.

"Abbiamo scritto in diversi fogliettini tutti i cocktail che facciamo qua. Eravamo cinque barman e cinque camerieri, più mio padre. Davanti a tutti i cinque camerieri hanno pescato un fogliettino, alla fine sono usciti cinque cocktail da preparare, mio padre e i camerieri sono usciti. Ci siamo messi a preparare i drink, il primo che finiva stoppata anche gli altri. Io ho finito per primo e c'era chi aveva fatto solo sue drink. Ci scambiamo le postazioni così da non influenzare il giudizio. Alla fine i miei sono risultati i migliori e il ruolo da responsabile da sette mesi a questa parte è mio".

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 22, 2019 ⏰

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