**Taehyung's POV**
Il mio cuore riprese a battere normalmente solo quando riuscii a mettere a fuoco le due figure che avevo scorto. Erano solo due innocenti nonnine, ma dietro di loro si nascondeva una maledetta auto dei piedipiatti, e la mia mente si riempì di panico. Senza pensarci due volte, iniziai a correre verso casa, lanciando al mio solito cliente quella maledetta bustina piena di polvere bianca come se fosse un oggetto avvelenato.
Mentre correvo, i ricordi della mia infanzia affluivano nella mia mente come un fiume in piena. Avevo iniziato la mia "carriera" a soli tredici anni, un'età in cui si dovrebbe ancora sognare il primo amore o il futuro. Ma io ero stato catapultato in un mondo losco e maledetto, simile a quello di mio padre. La scuola era diventata un luogo di pericolo e, così, avevo smesso di frequentarla, per proteggere non solo me stesso, ma anche la mia famiglia e i miei migliori amici: Namjoon e Yoongi, gli unici a conoscere il mio segreto.
Yoongi era l'ultimo di due fratelli, costantemente in bilico tra sfamare la sua famiglia e prendersi cura di se stesso. Era un ragazzo di grande cuore, e la sua generosità era ammirata da tutti. La sua vera passione, però, era la musica. Iscriversi a un corso di pianoforte era un sogno che non poteva realizzare per mancanza di soldi, così aveva iniziato a fare rap per strada, guadagnando qualche won in più. Ma un giorno, il suo talento attirò l'attenzione di una professoressa del conservatorio più famoso di Seoul, e così Yoongi riuscì a realizzare uno dei suoi sogni più grandi, continuando a suonare e a rap con Namjoon.
Namjoon, d'altro canto, viveva con sua sorella, a cui era legatissimo. Era un geloso protettore, e ogni volta che provavo a rivolgerle la parola, anche solo per salutarla, mi lanciava uno sguardo fulminante. La musica scorreva nel suo sangue e passava le sue giornate rinchiuso nella sua cameretta a comporre. Quando finalmente usciva con me e Yoongi, il suo volto si illuminava, ma sapevo che il rap era la sua vera ossessione. Era l'unico di noi tre a stare bene economicamente, e quando ci serviva un piccolo prestito, sapevamo che avremmo dovuto rimanere in debito con lui per sempre.
Arrivai a casa e, senza salutare i miei, mi rifugiai nella mia camera, lasciandomi cadere sul letto. "Li disturberò un poco," pensai divertito mentre afferravo il telefono.
**RAPPER CONVINTI😎**
Stasera: aperitivo, discoteca o film?
14:08**Grandpa😪**
Ma casa tua non ti piace?
Sempre buttato in una discoteca**Appa😴**
Sono d'accordo con Yoongi-hyung, Tae..."Vi pregoooooo!!!!!" mi lamentai. Dovrei sfogarmi in qualche modo, visto che rischiavo di essere arrestato... Ma se i miei hyungs non volevano andare, mi sarei accontentato di guardare le Winx con mia sorella.
**Grandpa😪**
Aish, sei un viziato."E va bene, Tae, usciremo anche stasera."
"Davverooo?? Nam-Hyung??"
14:20
**Appa 😴**
Di nuovo?! Aish, va bene va bene...Sorrisi soddisfatto. "Troppo easy." La mia mente correva già verso immagini di me e qualche bella ragazza.
Mi alzai e andai a fare un bagno rilassante, cercando di dimenticare il tumulto di emozioni che avevo provato poco prima.
**Jeongguk's POV**
"Aish Jeongguk, non riesci, almeno per una volta, a non farmi sgridare dallo Hyung?! Non dico due volte, ma almeno una!" Jimin mi stava sgridando da quando eravamo tornati in camera. La frustrazione nella sua voce mi faceva sentire in colpa. "Mi farai licenziare così, lo vuoi capire o no?!" Si era alzato di scatto, indossando i miei pantaloni e infliggendo una sberla finale sul mio sedere, guardandomi furioso.
L'intensità del suo sguardo mi fece sentire un peso sul cuore. Non volevo essere un problema per lui, e il senso di colpa cresceva sempre di più fino a che non mi resi conto che lacrime calde scendevano lungo le mie guance. Due lacrime; tre lacrime; venti lacrime. Ormai era iniziata una gara per chi raggiungeva prima il mento.
I singhiozzi mi tradivano, e parole di scuse scivolavano dalle mie labbra. Jimin mi guardò stranito, e la sua espressione furiosa svanì, sostituita da uno dei suoi meravigliosi sorrisi. Mi strinse in un abbraccio caldo mentre accarezzava i miei capelli, una tattica che aveva sempre funzionato da quando ero piccolo.
Dopo un po', sentii le palpebre farsi pesanti. Due labbra premute sulla mia fronte, poi sul mio naso, e infine il buio.
Mi svegliai di colpo, ancora in lacrime, con la fronte imperlata di sudore. Posai lo sguardo su Jimin, che dormiva accanto a me. Era il mio migliore amico, il mio fratellastro, e in quel momento capii che, nonostante tutte le difficoltà, avevo qualcuno su cui contare. Le ombre del passato mi perseguitavano, ma la luce della sua presenza mi dava speranza.
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ғᴀᴋᴇ ʟᴏᴠᴇ ||ᴠᴋᴏᴏᴋ
AcakSi dice spesso che gli opposti si attraggono, e che vivano un'intimità unica rispetto a coloro che si somigliano. Ma è davvero così? I diavoli e gli angeli sono veramente destinati ad amarsi?