Capitolo 3

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Il mattino dopo non so con quale forza mi alzo e anche prima di Mike, che evidentemente, nonostante abbia preso solo un cocktail, si è preso una bella batosta. 

Passiamo quindi in cabina quasi tutta la giornata: lui nel letto a lamentarsi e io a somministragli aspirine aspettando con strana impazienza il momento della cena. 

Arrivata l'ora di andare a mangiare mi dirigo verso il nostro tavolo senza Michael, che ancora non si è ripreso del tutto e che mi ha mandata al tavolo con la missione di fargli sapere in quante pagine avrebbero descritto una pasta al sugo. 

Arrivata al tavolo mi accorgo che Richard non c'è e che Betty mi ha aspettato per iniziare a mangiare. Mi siedo di fianco a lei e lei si avvicina ulteriormente. 

Ad un certo punto della cena, per non so quale motivo, lei mi poggia una mano sulla gamba appena sopra al ginocchio. In quel momento ogni cosa scompare e io mi trovo a fare di tutto per non arrossire davanti a lei. 

Ci guardiamo negli occhi per un tempo che sembra infinito e lei non so perché comincia ad accarezzarmi il ginocchio col pollice. In tutta risposta metto la mia mano sulla sua e ne accarezzo il dorso. Senza nemmeno accorgercene ci troviamo ad una distanza millimetrica l'una dall'altra, tanto che posso sentire il sapore delle sue labbra. 

Quanto vorrei baciarla.

Lei si avvicina ancora sfiorandomi le labbra con le sue. Sento il cuore ormai schizzarmi fuori dal petto e noto che anche lei fa fatica a respirare normalmente; stiamo per baciarci quando il rumore di un bicchiere che cade al tavolo di fianco ci fa uscire da quell'istante sospeso nel tempo. 

In totale imbarazzo tolgo la mia mano da sopra la sua e lei scosta la mano dal mio ginocchio lasciandomi una strana sensazione di freddo. 

Continuiamo a cenare come se nulla fosse accaduto o meglio, come se fosse completamente normale e fosse sempre stato così. 

Dopo la cena so che dovrei tornare da Michael almeno per vedere come sta ma non so perché voglio passare più tempo possibile con lei. Sto per chiederle di accompagnarmi giusto un secondo in camera a cambiarmi le scarpe quando mi viene un'idea migliore.

«Ti va di andare allo spettacolo al teatro?»

«Sai che non ci siamo mai andati?»

La guardo con aria interrogativa.

«Richard trovava sempre qualcosa di meglio da fare»

Stringo i denti. Beh insomma cosa mi aspettavo è il loro anniversario in fondo non potevo mica credere che non avrebbero...

Betty si mette a ridere.

«Non è quello che pensi» mi dice come se avesse in un qualche modo intuito i miei pensieri «Richard si diverte a passare il tempo al casinò» poi mi guarda dolcemente sorridendomi e scuotendo leggermente la testa si sporge e mi dà un bacio con le labbra socchiuse sulla guancia.

In tutta risposta le accarezzo la guancia e lei per un istante asseconda il mio movimento con la testa.

«Dai andiamo, faremo tardi» e istintivamente la prendo per mano e correndo come due bambine andiamo al teatro. 

Dopo lo spettacolo, che ho passato tenendola per mano e con la sua testa sulla mia spalla andiamo a fare una passeggiata sul ponte superiore. Lei si sporge leggermente dal parapetto osservando le onde e l'unica cosa a cui riesco a pensare è che sia stupenda e che il suo ragazzo sia la persona più fortunata di questo mondo. Vorrei solo poterla avere tutta per me. 

Il mio cervello mi ricorda di essere fidanzata già da un tot di anni ma non gli do' ascolto e mi avvicino a lei mettendomi al suo fianco. Lei i tutta risposta mi cinge la vita con il braccio, mi giro verso di lei e ci troviamo di nuovo a pochi centimetri l'una dall'altra. 

Questa volta però non ci sono bicchieri che ci interrompono e in pochi istanti le nostre labbra si avvicinano nuovamente e restiamo per qualche istante con le labbra che si sfiorano senza muoverci. 

Betty mi dà un colpetto con le labbra come se fosse impaziente e ci baciamo, dopo quella che mi sembra un'eternità. Ci baciamo a lungo e nel mentre le nostre mani vagano lungo tutto il corpo in modo quasi frenetico. 

Mentre ci baciamo mi morde dolcemente il labbro superiore facendomi scappare un piccolo gemito. In tutta risposta mi stacco solo per spostarmi a baciarle il collo dove sento il suo respiro affannarsi ancora e il suo cuore battere all'impazzata, mentre anche lei si fa sfuggire un piccolo gemito. 

In quel momento le squilla il telefono ed entrambe ci stacchiamo stranite. Guardiamo l'orologio... sono già le 3? Ci guardiamo per un istante prima di decidere che in effetti sarebbe stato meglio tornare ognuna nella sua cabina. 

Prima di tornare in cabina mi sporgo e le do' un bacio sulle labbra stringendole il labbro inferiore con le mie, poi come se nulla fosse ci diamo appuntamento alla mattina dopo, quella di Capodanno.

Toward the UnknownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora