Capitolo 2

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«Michael» aggiunge il mio ragazzo stringendo energeticamente la mano a Richard «<<e voi state insieme o..?»

«Stiamo insieme, siamo qui a festeggiare anniversario e Capodanno» risponde il ragazzo moro. 

Io e la sua ragazza continuiamo a squadrarci come se volessimo capire tutto l'una dell'altra semplicemente guardandoci negli occhi. Accenno ad un sorriso per vedere se risponde o meno. Lei mi sorride, ma non solo con la bocca, anche con gli occhi e per un istante il retrobottega del mio cervello sussulta e io sento le guance andare a fuoco mentre ricambio il sorriso cercando di non fare la figura dell'idiota.

Dopo qualche istante scoppiamo a ridere e rimango stupita del fatto che entrambe continuiamo a guardarci nel mentre. Il mio cervello comincia a lavorare come non faceva da tantissimo tempo, ripassando tutte le regole di linguaggio corporeo e sociale memorizzate nel corso della mia vita. Il resto della cena scorre serena, tra battute e mezzi bisticci con i nostri fidanzati e con un momento alquanto esilarante mentre Michael si fingeva esperto in vini. 

Finita la cena ci salutiamo dandoci appuntamento alla sera dopo, anche se, ad essere sincera, speravo di poterli rincontrare prima di allora. 

Dopo un altro mezzo battibecco, Michael riesce a convincermi ad andare nel locale discoteca a prendere qualcosa da bere prima di tornare in cabina. 

Dopo avere preso un drink ci dirigiamo verso la pista da ballo, visto che avevano appena fatto partire i balli latini. 

Proprio mentre balliamo per sbaglio veniamo urtati da un'altra coppia che, per la gioia del mio caro vecchio retrobottega, è la stessa coppia conosciuta nemmeno un paio di ore prima al tavolo. Ci troviamo a ballare una bachata e io, per non so quale motivo, non riesco a non guardare Betty. Resto praticamente incantata nel vederla muoversi, e proprio mentre il mio cervello comincia a farsi strani viaggi il mio ragazzo mi interrompe.

«Ehi...non guardo io i culi delle altre e lo fai tu?» mi dice in tono scherzoso. Io nel frattempo sento ogni parte del mio corpo diventare bordeaux e spero che il buio non glielo faccia notare.

Subito dopo parte un lento e mi trovo ad avere, inspiegabilmente, una stretta allo stomaco. Mentre Michael mi fa girare lancio uno sguardo alla coppia di fianco a noi e giuro di aver visto che anche lei mi stava guardando. Scuoto la testa per liberarmi da ogni pensiero e finito il lento ci dirigiamo verso camera, essendo io stanca morta e Michael mezzo alticcio. 

Proprio mentre stiamo per raggiungere l'uscita sento qualcuno che mi afferra per mano, mi giro e mi trovo con mia grande sorpresa Elizabeth che mi sorride. Non so se è l'alcool o il fatto che il mio retrobottega sia esploso, ma devo ammettere che è stupenda.

«Ti va un drink?»

«Michael è alquanto alticcio, quindi non saprei quanto possa...»

«Oh sì anche il mio, lascia perdere quei due. Intendevo solo io e te»

Ecco questa non me la aspettavo. Mi aspettavo invece la reazione del mio cervello, che in quel preciso istante decide di esplodere rendendomi impossibile formulare un qualche tipo di frase. Mi limito ad annuire mentre sento tutto il corpo andare a fuoco, visto che lei in tutto ciò non mi ha ancora lasciato la mano. 

Andiamo quindi mano nella mano verso il bar e prese due birre, ci sistemiamo su uno dei pochi tavolini vuoti. Ci sediamo e sorseggiando la birra cominciamo a parlare come se ci conoscessimo da sempre, come due amiche di vecchia data che si incontrano dopo anni e si raccontano le ultime novità. 

Scopriamo di avere praticamente tutto in comune: dagli hobby, all'avversione delle patatine sulla pizza. Con lei il tempo vola e in quelli che mi sono sembrati nemmeno dieci minuti, il barista si trova costretto a venirci a chiedere di uscire dal locale.

Prima di tornare alle nostre cabine facciamo due passi sul ponte quasi in totale silenzio, ogni tanto guardandoci per poi scoppiare a ridere. Raggiunte le camere ci lasciamo con un "A domani" che suona tanto come una promessa. 

Toward the UnknownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora