Una canzone triste con niente da dire

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Sono tornata, direi.

Il titolo è ispirato dalla canzone Disenchanted dei My Chemical Romance, ovviamente. Tanto amore a tutti i Killjoys xx

Commentate, fatemi sapere!

Enjoy!

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I giorni passavano monotoni e invariati, ogni giorno mi trascinavo tra la merda che chiamano vita senza alcuna motivazione. Dicono che basta essere forti e andare avanti, ma io non riuscivo a capire perché,  perché mai andare avanti se davanti non c'è nulla ad aspettarti?  "Avanti" non era un posto in cui fossi interessata ad andare. Io forte non lo ero più da tanto tempo ormai.

A volte mi capitava di pensare che forse avrei preferito morire, così,  subito, per mano mia. Mi intrigava l'idea di aver la possibilità di scelta su qualcosa per una volta,  avrei potuto determinare il mio stesso destino e allo stesso tempo volevo che tutto finisse; non c'era motivo di rimanere e sopportare il dolore quando non c'era nulla a trattenermi, giusto? Giusto?

E allora perché non lo facevo? perché non l'avevo già fatto? Non riuscivo a darmi una risposta. Forse avevo solo paura, forse sentivo che c'era ancora qualcosa che dovevo fare prima di poter essere libera per l'eternità. Non che credessi in un Paradiso o in qualsiasi cosa dopo la morte, no, quelle erano tutte cazzate che la razza umana si divertiva a farsi credere da millenni giusto per non dover affrontare la realtà e accettare che non siamo altro che mucchietti di ossa e carne e che non abbiamo nulla di speciale, nulla di spirituale, non siamo altro che cellule e non vivremo per sempre, siamo pateticamente mortali e dimenticabili e insignificanti. Non siamo nulla. Eppure, siamo così narcisisti da non poter accettare l'idea della morte.

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L'estate si avvicinava velocemente e io stavo sempre peggio. I giorni in cui mi ritrovavo sola ad affogare nell'odio verso me stessa erano sempre più frequenti e mi vedevo andare a fondo ogni giorno un po' di più.

Fu a quel punto che mi lasciai andare, smisi di nuotare e mi lasciai trasportare verso il basso. 

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Alzai la faccia dal cuscino e mi girai verso il comodino dove il mio telefono stava vibrando, guardai chi era, e fui un po' sorpresa nel leggere il nome 'Ana' che lampeggiava nello schermo. Ana era una delle mie migliori amiche dalle medie, una volta eravamo sempre insieme, poi con il liceo e i nuovi impegni ci  eravamo un po' allontanate, ma non ci eravamo mai perse. Ora erano circa 2 mesi che non la vedevo e sinceramente pensavo quasi che si fosse dimenticata della mia esistenza. Pensai per un attimo, valutando se rispondere o ignorare la chiamata, come mi ero abituata a fare recentemente,  non riuscendo mai a trovare la forza e la voglia necessaria ad avere contatti con altri esseri umani. 'Oh, fanculo' pensai e risposi senza altre esitazioni.

"Ciao Emmeeeee" esclamò lei prima che potessi aprire bocca, la sua voce cristallina ed entusiasta come al solito. Avevano cominciato a chiamarmi tutti per l'iniziale del mio nome circa in seconda media, non scoprii mai il perché,  probabilmente perché io odiavo il mio nome completo e il mio vecchio soprannome aveva cominciato a diventare un po' troppo infantile. E credo che qualcuno abbia tirato fuori la cosa delle iniziali guardando Gossip Girl, ma chi lo sa.

"Ciao Ana" risposi, un piccolo sorriso che mi appariva sulle labbra

"Come stai?" chiese gentilmente

Esitai. "Bene, e tu?"

"Bene bene" rispose velocemente, tagliando corte le solite domande di circostanza, sapevo che ciò significava che aveva telefonato per un motivo ben preciso, e sarebbe arrivata al dunque. "Oh mio dio, da quanto tempo è che non ci vediamo, Emme? Devo raccontarti un sacco di cose! Oh mio dio, non ci crederai mai!" esclamò tutto d'un fiato.

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