Un'altra volta te

1.2K 45 21
                                    

Piccola premessa: questa storia nasce come "sequel" dell'os su Sanremo Giovani che ho scritto qualche tempo fa, ma penso che non sia strettamente necessario averla letta per poterla capire. In ogni caso si chiama Effetto Farfalla e, se volete mettervi nel mood, la trovate qua (https://my.w.tt/K00gBARD3T).
L'idea é quella di scrivere un capitolo per ogni giorno che gli Eiram passeranno insieme. Questo che state per leggere è una sorta di "prologo" ed é ambientato sabato 2, il giorno prima della partenza per Sanremo. L'idea generale c'è già, ma cercherò di aggiustarla di volta in volta in base ai momenti di "vita reale".
Vi chiedo solo di avere pazienza perché non sono proprio velocissima a scrivere, ma giuro che mi ci sto impegnando.
Detto questo, buona lettura 

«L'amore é quella cosa che tu sei da una parte, lui dall'altra e gli sconosciuti si accorgono che vi amate»


Milano - 9 gennaio 2019

La stanza era grande. Era davvero molto grande. E bianca, di un bianco innaturale che faceva a pugni con il corridoio scarsamente illuminato che Einar aveva appena percorso. Disseminati qua e là caschi per la permanente, carrelli ricolmi di prodotti di bellezza e macchinari di altro tipo davano a quello spazio l'apparenza di un immenso laboratorio in fermento.
Einar se ne stava fermo in piedi al centro della stanza ad osservare tutte quelle persone che correvano qua e là indaffarate ed iperentusiaste, rese ancora più inconfondibilmente luminose dalle numerose luci poste attorno alla cornice degli specchi. In un angolo Paola Turci lasciava che una parrucchiera con un particolare gusto per i vestiti dal colore sgargiante le asciugasse i capelli scuri, mentre chiacchierava di chissà che cosa con Renga, tutto intento a ridere e giocherellare con una serie di bottigliette e prodotti per capelli. Dalla parte diametralmente opposta della stanza Ultimo faceva avanti e indietro parlando animatamente al telefono ed interrompendosi di tanto in tanto solo per gettare brevi cenni del capo a chiunque gli passasse accanto, dai membri degli Ex-otago a Simone Cristicchi, che si aggirava per la stanza con la sua inconfondibile e serena imperscrutabilità ed i suoi capelli indomabili ancora da sistemare. Baglioni, irrequieto quanto e forse più di lui, sorrideva a chiunque entrasse nel suo raggio visivo, stringendo un numero indefinito di mani e dispensando sorrisi e pacche sulle spalle, ammonimenti e battute leggere a quella brulicante schiera di persone in fermento. Dovunque c'erano tecnici, parrucchieri, truccatori, esperti di pubbliche relazioni e soprattutto artisti di rilevanza internazionale, giovani talenti emergenti che avevano scalato in tempi record le più disparate classifiche e personaggi che avevano letteralmente fatto la storia della musica italiana.
Sospirò, Einar, riempiendosi i polmoni di quell'atmosfera di insensata bellezza e fremendo un po' quando, con la coda dell'occhio, scorse al proprio fianco l'unica persona che sembrava essere rimasta come lui in disparte, timorosa di prendere parte a quel quadro idilliaco.
"Wow" esalò Filippo, lo sguardo intento a spaziare su quel confuso ed irreale via vai.
"Già" concordò Einar, senza voltarsi a guardarlo.
Filippo scosse impercettibilmente il capo.
"Quando abbiamo fatto lo shooting dei Colori del talento ho pensato che ben poche altre cose sarebbero riuscite ad affascinarmi così tanto"
"Quando abbiamo fatto quello shooting nemmeno riuscivo a credere di essere arrivato al serale, figurati qui"
Filippo sorrise, voltandosi verso di lui ed Einar si ritrovò a fare altrettanto.
Fu particolarmente strano: non si vedevano da quel lontano 5 novembre, da quel litigio furioso che aveva minato alla base il loro rapporto già di per sé instabile, e con il passare dei giorni Einar si era ritrovato a provare talmente tanto rancore per Filippo che aveva pensato che non sarebbe più riuscito a guardarlo in faccia. Eppure erano lì, il bianco accecante della stanza rendeva gli occhi dell'altro particolarmente lucenti ed il suo sorriso sembrava così rassicurante, un fattore di certezza e quotidianità in quell'incantevole, ma destabilizzante marasma che li circondava.
Ricambiò il suo sorriso in modo un po' titubante, percependo distintamente il cuore perdere un battito quando quello dell'altro si allargò, sfociando in una piccola risata.
Filippo scosse la testa, per poi abbassarla in modo da non attirare troppo l'attenzione.
"Ti ricordi quando Simo ha fatto scoppiare per sbaglio la bottiglietta di vernice addosso ad Emma?" chiese, dando voce al primo pensiero che gli era riaffiorato alla mente.
Il maglione rosa fuscia a collo alto che indossava quella mattina sapeva un po' di quel giorno lontano e della contagiosa allegria di cui era pervaso il ricordo. Anche Einar si ritrovò a ridere quando l'immagine ricomparve vivida di fronte ai suoi occhi.
"Oddio lo avevo rimosso" ammise, abbassando a sua volta la testa. "Non ho ancora capito come abbiano fatto a mettersi insieme dopo quella cosa"
"Probabilmente lei lo odia ancora" constatò Filippo.
"Lauren mi ha raccontato che gli ci sono voluti due giorni per togliersi la vernice verde dai capelli"
"Ahia"
Ridacchiarono ancora, guardandosi di sottecchi.
Proprio in quel momento però il direttore della fotografia irruppe nella stanza, richiamando a gran voce l'attenzione di tutti i presenti. Gli artisti vennero divisi in gruppi in base a chi dovesse passare al vaglio di parrucchieri e truccatori e chi fosse già pronto per trasferirsi nella sala shooting ed Einar si ritrovò a perdere di vista Filippo, mentre la gran parte delle persone scemava verso il corridoio e lui veniva invitato ad accomodarsi su una delle grandi poltrone poste di fronte agli specchi. Si sedette dove gli era stato indicato e sospirò, mentre la sua immagine allo specchio gli regalava indietro un sorriso che non si era accorto di avere.
Per quel giorno andava bene così.

Un'altra volta da rischiareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora