3. Thank You and Go Away

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Le persone erano stupide.
Quante volte lo aveva pensato Harry?

Tante.

E Louis?

Lui era un fottuto ficcanaso.

Il riccio si ritrovò in mensa, circondato da una massa di studenti iperattivi e stronzi, e lui si sentiva esattamente come una gazzella entrata nell'aria di caccia del leone.

Una mossa falsa e il suo anno sarebbe diventato un inferno.

Scelse un tavolo non troppo distante dall'uscita - sarebbe potuto scappare da un momento all'altro - ma comunque non troppo isolato. Certo gli piaceva stare da solo, ma anche così le persone avrebbero parlato, così - anche se sbagliato - più volte dovette aggregarsi alla massa.

Ah le persone.

Sono loro a fermare i nostri istinti. Le nostre passioni. Le nostre vite.

Le persone distruggono e salvano.

Niall aveva salvato Harry. Perché lui non aveva fatto lo stesso?

Perché diamine la vita è un caso.
Perché c'è sempre un opzione buona e l'altra cattiva?
Perché si deve scegliere?
Perché in un modo o nell'altro bisogna danneggiare un altro essere?

Perché essere così ipocriti, impostori, falsi infidi, conformisti.

Perché non si può essere semplicemente ingenui, buoni e leali.

Harry strinse i boccoli tra le mani. Il familiare dolore al petto che cominciava a propagarsi per tutto il suo corpo.

Ci risiamo, si disse mentalmente.
Le sue crisi da quando si erano trasferiti erano diventate più frequenti e lui si sentiva sempre più triste.
Pensava che allontanarsi da Holmes Chapel fosse stato conveniente. Invece si sentiva sempre peggio.

Si sentiva male a scuola.
A casa.
Mentre dormiva.

Perché viveva ancora?

Perché soffrire ancora?
I sensi di colpa lo divoravano ogni giorno di più e inoltre stava distruggendo sua madre...

«Scusa posso sedermi?» domandò una voce calda, facendo rizzare sul posto Harry. Alzò lo sguardo lentamente, ed un ragazzo dal ciuffo nero sparato in aria fece capolino ai suoi occhi «Sono Zayn, bro, ma puoi chiamarmi Zee o quel che ti pare.» non aspettò nemmeno una risposta e si sedette.

«Tu come ti chiami?» chiese masticando una patatina colorata di rosso per via del Ketchup, Harry storse il naso, era decisamente meglio la maionese.

«Harry» rispose mantenendo lo sguardo basso.
Sembrava fatto apposta il fatto che cercava sempre di più di allontanare le persone e come per dispetto invece si avvicinavano.

«Sei di molte parole Harry.» continuò Zayn, finendo presto il suo pasto e ruttando, facendo fare una smorfia al riccio «Non dirmi che sei uno di quei perfettini che ad un rutto si scandalizzano ti prego. Pensavo fossi un tipo apposto Haz» si mise una mano sul petto, solenne.

«Eh-ehm no, insomma, è maleducazione però non fa nulla.» scosse le spalle.

«In molti paesi invece è il contrario, ma sai H, dipende tutto da come noi interpretiamo le cose.» sostenne il corvino.

«Stiamo parlando di rutti Zayn..» sostenne il sopracitato, sempre più interessato dalla strana piega che stava prendendo il discorso.

Zayn sospirò, incrociò le braccia sul tavolo e si avvicinò cautelarmente.
«Esatto! Se tutti facessero delle polemiche su i rutti, probabilmente per le questioni più importanti si prenderebbero a coltellate, non credi?»

Human Disasters ⇝ Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora