18. Done Deal

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Il sole incombeva in quell'uggiosa Doncaster.
Gli uccellini cinguettavano, i fiori che giocavano a nascondino e i ragazzi erano divenuti improvvisamente più radiosi.

In fin dei conti era arrivato giugno. Mancava poco.

Però casa Styles era colma di preoccupazione e angoscia.

Harry non sapeva più dove sbattere la testa.

Ora che si stava ambientando, stava abbattendo mura, stava tornando a vivere ci si metteva anche Louis.

Cosa doveva fare con quel ragazzo?

Non lo capiva.

Gli faceva paura.
Non riusciva a non agitarsi con lui nelle vicinanze e quante volte si ripeteva la parola "imbecille".
Una svolta c'era stata. Si stavano conoscendo. Il riccio si stava impossessando di sue abitudini. Si lanciavano occhiate che la dicevano lunga. Si capivano. Erano quasi telepatici.

Inquietante.

E poi era sempre Harry a rovinare tutto.

Il senso di colpa gli stava logorando le budella.
Si sentiva quasi pentito di non essersi aperto con lui.

Ovviamente Harry, gli fai una sega e non gli dici perché sei così complicato, ottimo, davvero bel lavoro.

Il riccio sbuffò.
La sua coscienza, ahimè, aveva ragione. Ma che cazzo stava pensando quella sera?
Dannazione che imbarazzo.

Ma più che altro, Louis come stava adesso?

«Sono un coglione.» rivelò a Liam, Louis, sull'orlo di una crisi isterica.

Si, era un coglione comunque.

«Concordo. Che ti dice il cervello?»

«Ah grazie Liam, sei molto di aiuto.» disse al castano, che stava fissando senza tregua il cellulare «Qualche problema con Zayn?» corrugò la fronte, i problemi con Harry momentaneamente passati in secondo piano e la voce inzuppata di preoccupazione.

«Già, non mi scrive da un bel po'.»

«Si starà facendo una sega» squittì tra un colpo di tosse e l'altro, facendo imbronciare Liam che gli rispose «No coglione, oggi si era deciso a dire ai suoi genitori che è gay e mi ha detto, testuali parole "Che cazzo mi frega, ormai ho finito scuola, un lavoro ce l'ho, possiamo fare il cazzo che ci pare" e quindi più che ansia è nervoso, non vuole troncare i rapporti con la sua famiglia, ama troppo le sue sorelle.»

«Cazzo amico scusa, spero vada tutto bene.»

«Anche io, lo spero con tutto il cuore. Lo amo cazzo.» esclamò battendo una mano sul tavolo, facendo girare qualche persona.l e scusandosi poi con lo sguardo.

«E lui lo sa?» domandò Louis, occhi contro occhi.

«Ho paura. Non voglio affrettare le cose o spaventarlo. Sta andando tutto bene, non voglio soffocarlo.»

«Certo amico, sono d'accordo, ma credo lui lo sappia già sai?»

«Glielo hai detto tu brutto bastardo che non sei altro?» chiese furiosamente facendo ridere il liscio.

«No testa di cazzo» scosse la testa «i tuoi occhi parlano sai? Quando parli con lui li hai a cuoricino, a volte io e Harry ti facciamo delle foto e le usiamo per dei meme... ma forse non dovevi saperlo.»

«Cos- Li voglio vedere. Ma adesso passiamo a te. Non credi di aver esagerato con Harry?»

«Grazie Liam, è quello che ti ho ripetuto più o meno una ventina di volte mezz'ora fa.» picchiettò le sue dita sulla lastra di legno, in segno di patimento.

Human Disasters ⇝ Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora