19. I Feel You

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N/A: Se non avete letto il capitolo precedente vi consiglio di farlo dato che questo è il 'continuo'. Baci x

«Quindi? Ci guardiamo negli occhi?» la buttò sul ridere Louis che in realtà stava morendo dentro.

Harry ridacchiò flebilmente, la stanchezza era segnata in volto.

Troppe paranoie per un solo cervello.

«Niall era il mio migliore amico. Era una persona fantastica, sempre pronta a tirarti su di morale. Sempre pronto ad aiutarti. Era l'amico perfetto.» la chiacchiera che andava sempre di più a cavillare «Eravamo due coglioni. Be' in realtà solo io. Combinavo un sacco di casini e lui era sempre predisposto a salvarmi il culo» i ricordi passavano dall'anticamera del cervello. Le lacrime salate combattevano contro le ciglia folte «Una sera di due anni fa ci intrufolammo ad una festa di un ragazzo che mi veniva dietro-»

«Perché non avevi un invito?»

Harry sorrise immediatamente «Niall gli aveva tirato un pugno perchè lo aveva visto palparmi il culo»

«Questo Niall mi sta già simpatico»

«Gli saresti piaciuto sai? Lui era così amichevole. Poteva parlare persino con i muri. Fatto sta che volevamo- cioè volevo. Si sono io il responsabile. Volevo fare uno scherzo. Uno piccolo ed innocente, ma non avevo pensato alle possibili conseguenze.»

«Che tipo di scherzo?»

«Abbiamo lanciato dei petardi. Uno di questi è scoppiato vicino ad una tenda, prendendo prontamente fuoco. Mi era sembrato di aver spento le fiamme, ma evidentemente l'alcool che avevo in corpo, seppur poco, mi aveva fatto confondere. Si è scatenato subito il panico. La gente cercava di uscire da tutte le parti per mettersi in salvo, dalle finestre, dal tetto, dappertutto. Non ricordo bene i fatti concreti. Io mi trovavo già fuori, qualcuno mi aveva portato via da lì ma ero svenuto per il troppo fumo inalato»

«Chi ti ha portato fuori?» corrugò le sopracciglia, Louis, cercando di trovare un nesso logico con il racconto di Harry. «Non ne ho idea. Quando mi sono risvegliato mi hanno fatto sapere che Niall aveva aspirato troppo gas tossico ed era passato a miglior vita. Ho fatto il casino. Non ci volevo credere. Non poteva essere morto per causa mia, capisci Lou?» oramai il pianto era disperato.

Per favore, scorrete per terra veloci, perché ogni secondo che passa il nodo in gola che ho si stringe sempre di più.

«Piangi Harry. Piangi più che puoi. Sfogati. Le lacrime sono un modo per il tuo cuore di raccontare una sofferenza che non è capace di spiegare a parole.» gli rivelò a bassa voce, abbracciandolo forte trasmettendogli sicurezza.

«Non ho mai chiesto scusa a sua madre. Non le ho mai chiesto il perdono. Sono scappato da Holmes Chapel. E ho fatto scappare anche mio padre con il mio tentato suicidio. Perché sono così sbagliato Lou? Perchè?» urlò tra le lacrime tutte la sua afflizione.

«Shh, va tutto bene Haz. Va tutto benissimo.»

«Tra qualche giorno devo andare nel Cheshire, v-vuoi venire con me? Mia madre non potrà accompagnarmi quindi saremo soli.» domandò sperando in un si secco che infatti non tardò ad arrivare.

«Certo, va benissimo.»

«N-non mi consideri un mostro?» chiese con lo sguardo fisso sul pavimento, il cuore in gola e mani tremanti.

Louis sospirò.

«Mio padre era un mostro, Haz,» le dita tarchiate scorrevano con leggiadria sulla pelle diafana del riccio «Rubò la mia innocenza sai? Ed io mi sono odiato per anni e anni.»

Harry sgranò gli occhi e boccheggiò «E t-tua madre?»

«Mia madre stava cercando di risolvere i problemi di mio "padre"» fecevirgolette con le dita «ma cadde anche lei in quel baratro troppo profondo. Non si accorse mai di nulla.»

La calma regnava in quella camera.
Harry era ancora scioccato e Louis turbato. Ricordare non era bello. Per nessuno dei due.

«Lo odi?» lo interrogò Harry da sotto le ciglia.

E cazzo. Louis voleva baciarlo adesso. Quelle labbra rosse e troppo lucide lo stavano istigando.

«Non lo so. Odiare qualcuno richiede tempo no? Io non posso sprecarlo per una bestia simile.» esclamò secco facendo gelare sul posto Haz.

«Neanche un minimo di rancore?» provò ancora, cominciando a tremare «Insomma, ti ha- ti ha obbligato a- ad avere rapporti» iniziò a piangere come un bambino.

Quello era un altro brutto difetto di Harry: l'empatia.

Adesso, quando era solo pensava e cercare di capire il perché nessuno lo ascoltava quando dentro urlava.

Perché non poteva essere coinvolto anche lui?

Ma il problema principale dell'essere empatico era il dover sentire sia la felicità che il dolore dell'altro.

E adesso lui stava soffrendo tanto.

«Provo solo schifo. Basta piangere Haz, adesso è tutto finito. Niall è fiero di te.»

«È che.. Lou, come ti senti quando rivivi i momenti e risenti il fastidioso peso di tutti i tuoi fallimenti?»

«M-mi sento» sospirò stanco, perché lui la conosceva bene quella sensazione «mi sento soffocato.»

«Ti posso capire.» sospirò Harry.
La quiete era tornata.
Le anime adesso erano più leggere. Libere. Il macigno era scivolato giù.

Lo sguardo segnato dal passo di Lou si voltò incrociando gli occhi verdi speranza.
«I tuoi occhi sono bellissimi,» la voce ridotta al minimo, Harry lo guardava meravigliato «sono meravigliosi Lou, vorrei immergermi ma non so nuotare»

«Mi perdo nel tuo prato Haz. A volte è primavera, spesso è soggetto a tempeste. Ma i tuoi occhi mi hanno bruciato l'anima»

Quest'ultimo arrossì. Louis ne du compiaciuto.
L'imbarazzo era sparito.

Vi era solo molta tensione all'interno di quella calda e accogliente stanza.

Tensione sessuale.

Insomma, la vicenda è la seguente: due ragazzi si trovano seduti su un divano, neanche tre secondi di distanza, gli ormoni a mille e la voglia di scopare altrettanta.

Ed infatti Louis capì che quel momento era il momento.

Il liscio si sporse sicuro di se ad unire le sue labbra fine per farle collidere con quelle rosse e luccicanti di Hazza.

Questo inizialmente non diede segno di vita, ma appena capì la situazione non perse tempo a ricambiare.

Le lingue giocavano tra di loro a rincorrersi. Sembrava una gara, il premio finale questa volta era la felicità.
I respiri che si confondevano.
Baci pieni, baci giocosi, quei baci che lasciano le labbra doloranti, quelli che fanno gonfiare le labbra. Quelli che ti rassicurano.

Il liscio si spostò, lasciandogli come regalo un unico bacio sul collo che fece tremare Harry.

Certi baci superavano il versante fisico, puntavano direttamente a trapassarti l'anima.

Col fiato corto, le labbra appena altere e un accenno di sudore per via del contatto si sorrisero.

Quei sorrisi che dicono tutto e niente.
QUEI sorrisi che ti completano il cuore.

«Ci sentiamo riccioli d'oro. E se tutto va male, darling resisti, io sono qui per te.» mormorò rocamente Louis, lasciando Harry inebetito e fin troppo contento.

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Buonpollo! Il capitolo è un po' corto solo perché è il continuo del precedente.
Spero che comunque vi possa piacere.
🌻🌻🌻🌻🌻🌻🌻 All The Love xx

Human Disasters ⇝ Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora