ᴄᴀɴ

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Come sempre, quel sabato sera erano sdraiati sulla coperta pesante da pic-nic; ogni volta il minore si premurava di portarla così da avere una migliore vista del cielo. Le biciclette erano state lasciate cadere malamente a terra poco distanti da loro.

Erano soliti parlare, senza mai fermare i mille pensieri che circolavano nelle loro menti e abbandonavano le loro bocche. Erano soliti discutere su quale fosse la costellazione di Andromeda o quella del Dragone, non essendo capaci nemmeno a trovare l'Orsa maggiore.
Erano soliti stare vicini, i loro corpi coperti da un altro plaid e le loro mani intrecciate.

Quella sera però non erano sotto la calda coperta, non discutevano per riconoscere le figure che le stelle disegnavano e, addirittura, non parlavano proprio.

Taehyung aveva capito che quel giorno qualcosa non andava nel minore ma aveva ritenuto fosse meglio non obbligare Kookie a parlare, se non se la fosse sentita. L'avrebbe comunque ascoltato se avesse voluto dire qualcosa.

Passarono ore in quello stato. Immobili, silenziosi, occhi fissi sulla Luna per scambiare l'unica chiacchierata che si sarebbero permessi quella sera.
O almeno, l'unica che Taehyung pensava ci sarebbe stata.

Jungkook aveva boccheggiato un paio di volte attirando l'attenzione dell'amico, che distolse lo sguardo dall'ipnotizzante palla luminosa.
Una lacrima uscì dai suoi occhi ma continuava a non parlare, si beava invece del caldo tocco del pollice di Taehyung che accarezzava la sua guancia per asciugarla. Il maggiore si era preoccupato a quel punto ma continuava a non chiedere cosa fosse successo, troppo spaventato che l'amico si sarebbe chiuso in sé stesso.

L'altro mandò giù il groppo formatoglisi in gola e iniziò a parlare: «Hai mai provato qualcosa per una persona che non ti ricambiava?»

Il suo sguardo rimase fisso in cielo, ancora lucido e malinconico, e il maggiore non seppe capire se la domanda fosse rivolta a lui o all'amata consigliera della notte. Non poteva però restare zitto, aveva già taciuto abbastanza osservando come l'amico non avesse visibilmente il cento per cento della solita allegria che lo caratterizzava.

Decise quindi di rispondere, anche nell'eventualità che la domanda fosse stata posta a Lei.

«Si... purtroppo mi è capitato e non ho potuto fare niente se non dimenticare e andare avanti...» altre gocce scesero dagli occhi del moro ma Taehyung era già pronto a raccoglierle con la mano. L'aveva lasciata sulla guancia umida di Jungkook, accarezzandola ancora per donargli- così sperava- un po' di sollievo.

L'altro cercava di calmarsi, ci stava provando in ogni modo ma non riusciva. Quelle dita affusolate sulla sua pelle erano l'unica cosa che lo tenevano ancora ancorato alla realtà, non permettendogli di cadere nel baratro della tristezza assoluta. Perché anche se soffriva per non poter considerare Taehyung in modo diverso dal semplice "amico", almeno ringraziava di averlo al suo fianco, conscio che non l'avrebbe mai lasciato solo.

«Come posso farti stare meglio, Kookie?» chiese il maggiore, provando a tranquillizzare un minimo il più piccolo.

Una risata amara si librò nell'aria. Nel frattempo chiuse le palpebre e con la lingua inumidì le labbra troppo secche e screpolate.
C'era una cosa che Jungkook avrebbe voluto chiedergli ma non avrebbe mai avuto il coraggio di farlo, non avrebbe mai avuto il coraggio di tentare la fortuna e vedere come si sarebbe sgretolato il loro rapporto.

«Ci sarebbe una cosa, una che desirerei con tutto il cuore, ma so che sarebbe inutile chiederla perché irrealizzabile.» si prese qualche secondo per pensarci «Facciamo allora che vorrei... quella» il suo braccio sinistro si sollevò e l'indice indicò proprio quell'unica ancora di salvezza, oltre Taehyung, che gli permetteva di rialzarsi dopo ogni batosta ricevuta.

Tae sorrise leggermente, gli occhi ancora sull'amico che con la sua bellezza era capace di distarlo pure dal suo amore celeste. Non rispose subito, attese ancora massaggiando con i polpastrelli la pelle delicata del minore.

«Vorresti la Luna?» ripetè solo, attendendo che l'altro annuisse in affermazione.

«Allora ti darò la Luna se ti renderà un minimo più felice» e distolse lo sguardo per puntarlo sulla nominata.

Ora quello che guardava l'altro era Jungkook, che schiuse le labbra sorpreso dalla frase del castano.
Come poteva veramente portargli la Luna?
Era qualcosa di impossibile; lo disse solo perché non esisteva niente di più difficile di ottenere il suo amore.

Intanto, il sabato successivo Taehyung portò con sé una scatola. La prese dalla bici non appena il moro si sedette sulla coperta e la poggiò sulle sue gambe.

Non poteva affatto immaginare che il suo migliore amico aveva veramente pianificato di dargli non solo la Luna ma tutto il cielo notturno.

Quando sollevò la parte superiore di cartone vide i pezzi di un telescopio moderno. Non era di certo la Luna come aveva chiesto ma il pensiero di poterla avere un po' più vicina gli scaldò il cuore; nulla lo fermò dal buttarsi addosso all'altro e stringere le braccia intorno al suo collo.

«Grazie TaeTae, non dovevi»

«Te l'avevo promesso» e le sue mani si strinsero intorno ai fianchi del moro per avvicinarlo maggiormente.

«Dai, proviamolo» Taehyung interruppe l'abbraccio per alzarsi e afferrare i pezzi del telescopio.
Jungkook imitò l'amico, prendendo le istruzioni per essere certo di non sbagliare nessun passaggio nella costruzione dell'oggetto.

Una volta finito lo misero a terra, sollevandolo sul treppiedi che costituiva la base dello strumento astrologico. Il maggiore passò la manica della propria maglia sulla grande lente per renderla più lucida, poi incoraggiò l'altro a provarlo: dopo essersi abbassato all'altezza giusta, avvicinò il viso per cercare di vedere qualcosa.

«Allora, riesci a vedere la luna?» chiese emozionato Taehyung, in attesa di una risposta positiva dall'altro ragazzo.

«Mh... in realtà, non vedo niente» si sollevò il minore e, imbarazzato, portò una mano dietro la nuca.

«Come no?» il sorriso che prima stagnava sul volto del castano si tramutò in una linea retta.

Si avvicinò all'oggetto e controllò cosa potesse essere andato storto: allungò la mano su una manovella, quella che aveva dei numeretti disegnati sopra, e la girò una volta.

«Prova ora, dovrei aver sistemato la messa a fuoco» si allontanò per lasciare spazio al moro. Riprovò e, stavolta, riuscì a vedere la fedele amica in tutto il suo splendore.

Un tenero sorriso, quello per cui il suo migliore amico gli aveva affibbiato il nomignolo derisorio- detto comunque in buona fede- di "coniglio", si aprì sul suo volto e Taehyung non potè che rimanerne estasiato.

Ora la loro routine avrebbe compreso pure quel nuovo strumento, così da permettere ai due di analizzare meglio le costellazioni che riempivano il cielo- e forse, finalmente, riuscirle a riconoscere.

ℭ𝔞𝔫 𝔶𝔬𝔲 𝔰𝔢𝔢 𝔱𝔥𝔢 𝔪𝔬𝔬𝔫? [ᴋ.ᴛʜ + ᴊ.ᴊᴋ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora