capitolo uno

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Tom è un coglione. E non capisce un cazzo di musica. Mangia il suo hamburger con quell'aria altezzosa e dice che i Genesis sono fantastici.
Cazzo i Genesis fanno schifo, amico!
Ma vattene affanculo!
Ma vacci te coglione!
Sta litigando con Ian, un tizio che non avevo mai visto prima in vita mia, è amico di Tom da dieci anni o giù di lì (forse uno a dirla tutta), ma a me non interessa minimamente.
Ci siamo fermati per una pausa a questo fast food alquanto scadente di cui non ricordo neanche il nome. Viaggiamo sulla macchina del padre di Tom, il quale era un pidocchioso figlio di papà - Tom mi è sempre stato antipatico a dirla tutta. Comunque il padre la macchina non gliel'ha data, anzi aveva detto "Non azzardarti a prendere la macchina!", o qualcosa del genere. Tom l'ha presa.
Stiamo andando in città in cerca di qualche festa per farci e scoparci qualche ragazza - o meglio: Tom a scopare, io voglio solo la droga. Tom ha all'incirca diciannove anni, credo, io ne ho diciotto e Ian? Ian ne ha diciannove.
C'è una tipa carina al fast food. In realtà sembra una completa idiota: la sua risata stridula mi sta facendo venire il mal di testa, ma è carina. Tom dice che ha belle tette. Tom è un coglione.
Finiamo l'hamburger e riusciamo a svignarcela senza pagare.
La macchina del padre di Tom è una decappottabile, una Spider decappottabile, celestina (forse rossa, non so).

In realtà sto mentendo. Non abbiamo una cazzo di macchina e non siamo scappati in cerca di feste, stiamo dal McDonald difronte casa mia. La storia della tizia scema dalle belle tette però è vera.
«Devo pisciare» annuncia Tom. Coglione. Coglione. Coglione. Se la fila in bagno a "pisciare" ed io rimango col tizio, Ian, il quale mi sta fissando da tutta la serata.
È basso e vagamente attraente. Penso che non mi piace. Per niente.
-Dio che tristezza- borbotto tra me e me, fissando le patatine che stavano sparse sul mio vassoio.
-Come mai conosci Tom?- dice allora Il-Tizio-Che-Non-Mi-Piace-Proprio-Per-Niente.
-Mi abita accanto.
-Capisco.
Che pena, vuole fare conversazione.
-Tu dove abiti?- chiedo con tono disinteressato. Anzi io disinteressato. Sono disinteressato. Non mi ricordo neanche la risposta, non la sento, minimamente non la sento, perché non mi frega: sticazzi!

Sto mentendo, la risposta l'ho sentita forte e chiara, sentita e registrata nella memoria a lungo termine: impressa. Abita non lontano da me, cinque minuti a piedi, due in bici. Difronte al discount, lo precisa: -È difronte al discount...quello con l'insegna blu...e rossa.
-Che merda quel discount- gli dico io.
-Capisco.
Perché dice "capisco"? Non ha senso.
E quanto cazzo ci mette Il Coglione a pisciare?
Voglio uscire di qui, e lo dico al Tizio, gli dico che voglio farmi una sigaretta e lui chiede se posso alzargliene una.
Si posso, tieni.
Prende la sigaretta ed usciamo dal McDonald.
Fuori si muore di freddo. Cazzo che freddo.
Ho un giacchetto di velluto marroncino dentro foderato, Il-Tizio-Che-Non-Mi-Piace-Proprio-Per-Niente ne ha uno di jeans foderato.
Accendo la sigaretta e gli passo l'accendino, lui accende la sua e mi ridà l'accendino. Fumiamo.
Dialogo:
Io: Cazzo che freddo.
Il-Tizio-Che-Non-Mi-Piace-Proprio-Per-Niente: Ho bisogno di una scopata.
Io: Merda pure io.
Il-Tizio-Che-Non-Mi-Piace: Capisco.
Io: Perché dici sempre "capisco"?
Il-Tizio-Che: Non so, fa parte di me, amico.
Io: Bella merda di parte di te. Amico.
Ian: Quando arriva Tom?

Alla fine non è vero che non-mi-piace-proprio-per-niente.
Tom forse era affogato nel cesso, e non mi fregava. Me ne sono andato.

Tom non l'ho più rivisto.

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Be che dire ragazzi...Diciamo questa fanfiction credo non piacerà molto però va bene così
Un bacione smack

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