capitolo tre

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Vago per le strade rosse della Città, sono le sette di sera, no le quattro di pomeriggio, no le dieci di sera. Forse è mezzanotte. Mese: Gennaio, anni '90 ed io vago e vago e vago e vago...
I poeti mi hanno sempre fatto ribrezzo: si nascondono dietro quelle grandi parole e le frasi sconnesse. Vigliacchi tre volte. I numeri della vita: tre, sette, due, ventotto...Al diavolo! Passo davanti a qualche puttana e nessuna bella, penso a Ian. Lui. Stamane mi sono svegliato prima e me la sono filata. Ammetto che gli ho rubato un pacchetto di sigarette, ma poco importa. Incomincio ad immaginarmelo che impreca mentre non trova l'indispensabile pacchetto di sigarette, o forse neanche se ne accorge. No, se ne accorge. Se ne accorge e impreca: «Porca puttana le sigarette!». Mi chiedo se Ian sia un drogato, non ha la faccia da drogato, non ha gli occhi da drogato. Sniffatore casuale direi.

Realizzo istantaneamente che lui non sa dove vivo. Questo mi provoca un certo senso di potere: io so dove vive Lui, Lui non sa dove vivo io. Io posso entrare sempre comunque nella sua vita e Lui nella mia no: deve rimanere così. Finché questo equilibrio non verrà smosso allora il cielo continuerà a pendere sopra le nostre teste, quando l'equilibrio crollerà noi prenderemo ad essere parte del cielo e non ci sarà più punto di ritorno.

Entro in un locale. È vuoto ed il barista sta pulendo alcuni bicchieri. Mi siedo al bancone e penso di ordinare del veleno per topi ma poi cambio idea: una birra. Il tizio mi chiede se ho diciott'anni e io gli dico: «quest'anno ne compio diciannove», lui mi guarda sospettoso ma alla fine la birra me la dà. La osservo un po' e cerco di ricordare quando ho bevuto per la prima volta. Inutile. Al diavolo!
Un'altra birra per favore, ed un'altra ed un'altra e basta. Quattro birre sono sufficienti. Nel locale entra qualcuno: Ian! No, no, quelle cose accadono solo nei film, nella vita reale non accade mai e quindi chi entra? Una ragazza bassa, mia coetanea immagino, capelli marroni lunghi e occhi scuri. Niente male, niente male. Però oggi di scopare non ho voglia, mi fa male la testa e sto pensando che ho rotto il vinile dei Joy Division e dovrei comprarne uno nuovo. Mi chiedo che musica piaccia a Ian, gli piacciono i Rage Against The Machine? Forse no, credo sia più tipo da Red Hot Chili Peppers. Chi lo sa...chi lo sa. Mi chiedo se sia ateo, forse è buddista? No, non credo. Cristiano? Nemmeno...Mi sa il caro sia ateo. Io invece? Io non lo so, nutro simpatia verso Apollo, ma infondo anche lui non mi sta simpatico più di tanto. Pago ed esco dal locale.
Fuori si gela, come sempre, io il mio solito giacchetto, le mie solite scarpe e la mia solita faccia. Sta notte non voglio tornare a casa, meglio vagare per un po'. E vago di nuovo e di nuovo e di nuovo.

Torno dalle puttane (la voglia mi è venuta) e me ne vado con una mora dai bei seni. Glieli bacio i seni, ed il collo e le cosce...
Ci è mai andato Ian da una puttana? Chi lo sa, forse no, non credo sia il tipo. Dio! Concentrati sui seni, i seni, i seni della prostituta...come sono belli.
Mi metto a piangere.

6:00 p.m. giorno seguente

Sono steso sul letto a contare le macchie sul muro mentre fumo una Marlboro. Ho incominciato a fumare a 15 anni sperando che prima o poi mi venisse il cancro, ora sinceramente non lo spero più, ma ormai la dipendenza si è stabilita. Sul soffitto ho attaccato un poster di Arancia Meccanica: Alex mi guarda.
–Alex tu...cosa ne pensi?
Lui dice: «Sesso, droga e rock'n'roll! Questa è la formula, amico! Libera la mente!».
Sessodrogaerocknrollquestaélaformulaamicoliberalamente: la mia nuova formula. Non condivido in realtà lo stile di vita che conduceva Alex, ma in ogni caso Beethoven è vivo. La mia indole autodistruttiva è anch'essa viva ed anche i miei istinti. Tornerò da Ian, stanotte, anzi no! Ora, adesso. Mangeremo insieme...si mangeremo insieme qualche cibo in scatola ed io me lo farò lì: sul divano rossobluverde e sarà come nei film. Così: allegria!

ciao

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