Devil. {Harry Styles}

Capitolo 1.

Aria's Pov

È da non so quante ore che sono chiusa qua dentro, ho fame, ho sete e devo fare la pipì. Mi siedo sul piccolo materasso malconcio che c'è in un angolo della stanza e mi porto le ginocchia al petto. Lasciando che qualche lacrima mi scorra lungo le guancie. Quanto vorrei essere a casa con la mia migliore amica, a guardare la TV e mangiare pop-corn. Io e Spencer siamo sempre state migliori amiche, sin dalla prima media ci siamo trovate bene insieme e così, all'età di 18 anni, decidemmo di trasferirci in un appartamento a Londra dove abbiamo legato con altre due ragazze, Emily e Hanna. I miei pensieri vengono interrotti dal cigolio della porta di metallo che si spalanca, mi asciugo subito le lacrime. «Tieni» Mi porge un vassoio pieno di cibo, probabilmente avariato, e si siede sulla sedia al centro della stanza. Guardo la poltiglia sul vassoio e penso: Io questa roba non la mangio. È sicuro. Appoggio a terra il vassoio e torno con le ginocchia al petto. «Dovresti mangiare» Dice il riccio. «Non ho fame» e in quel momento il mio stomaco brontola, facendomi subito arrossire. Ma proprio ora? «Ah, no? Mangia» Ordina ridacchiando. Non faccio niente, resto in silenzio nella speranza che il mio stomaco non si faccia risentire. Dopo minuti di silenzio il riccio parla. «Sei proprio come tuo fratello» Lo guardo interrogativa, lui sospira e si alza, venendo a sedersi di fianco a me, io mi allontano un po. «Da sempre Londra è casa di due delle più grandi gang dell'Inghilterra: i Black Eagles e i Red Lions. Io, Niall, Zayn, Liam, Louis, Alison e Zoe siamo i Black Eagles. Tuo fratello Zack faceva parte della nostra gang prima di passare ai Red Lions» Cerco di assimilare il tutto mentre bevo un po d'acqua che si rivela stranamente buona. Mio fratello faceva parte di una gang? Impossibile. Ma stiamo parlando dello stesso Zack che faceva volontariato alla casa di riposo? No, non posso crederci. Appoggio la schiena al muro mentre lascio ricadere le braccia sul materasso. La mia mano sfiora quella del riccio e dei brividi mi percorrono la schiena. Il riccio si alza di scatto andando verso la porta ma lo fermo prima che possa uscire. «Mi avete preso come ostaggio, vero?» chiedo alzandomi, il ragazzo si gira con faccia seria. «Sai molto più di quanto dovresti sapere» e detto questo sparisce chiudendo la porta. Lasciandomi sola con i miei pensieri.